A metà strada tra Brunico e la Vetta d’Italia, principale centro della Valle Aurina attraversata dall’omonimo torrente, troviamo Campo Tures, borgo medioevale di oltre cinquemila abitanti caratterizzato da uno dei più bei castelli dell’Alto Adige.
La storia del paese è infatti strettamente legata al castello dell’XII secolo ed ai signori di Taufers, legati agli Asburgo e feudatari dei vescovi di Bressanone; successivamente il castello passò da una famiglia all’altra, in seguito a matrimoni, pagamento di debiti di guerra o scambio di favori tra famiglie nobiliari.
Il castello
Il Castello di Tures, che dall’inizio del XIX secolo fu praticamente disabitato, cadde in rovina, ma all’inizio del secolo scorso fu rimesso in sesto e nel 1953 fu comprato dall’abate Geronimo Gassner procuratore generale dell’ordine dei benedettini austriaci a Roma, il quale ne risanò ulteriormente le mura e fece riedificare la torre, della quale solo la parte sul versante meridionale era rimasta in piedi.
Da alcuni decenni il Castello è di proprietà dell’Istituto Tirolese per il mantenimento delle strutture storiche ed oggi esso rappresenta una delle più interessanti costruzioni medioevali della provincia bolzanina, visitato ogni anno da oltre 75000 persone ed utilizzato in passato anche come set cinematografico.
Il borgo medioevale
All’ingresso del paese, notevole è anche la residenza Neumelans, una costruzione cinquecentesca fatta erigere da Hans Fieger, giudice minerario della zona, e poi divenuta proprietà di altre facoltose famiglie patrizie ed oggi sede della Tauferer Musikwoche, manifestazione biennale di musica classica.
Il borgo è suddiviso in alcuni sotto-quartieri tra i quali Molini di Tures, piccolo agglomerato di soggiorno e Moritzen, il centro antico del borgo, con la chiesa dedicata a San Maurizio.
In un passato nemmeno tanto lontano gli abitanti del paese dovevano guadagnarsi il pane al di fuori della valle, in primavera come aiutanti ed in estate come falciatori sui campi di grano della Val Pusteria e della Val d’Isarco o addirittura oltreconfine, anche trasportando le merci con carretti fino a Bolzano a sud e Salisburgo a nord.
Un motivo deriva anche dalle ripetute inondazioni causate dal torrente che lo attraversa, l’Aurino, il quale anche a fine ottocento ricoprì di fango e detriti tutto il paese ed i campi circostanti, provocando gravissimi danni.
La ferrovia ha portato i turisti
Gli abitanti di Campo Tures che un tempo erano per la maggior parte piccoli contadini in un territorio di confine, con l’arrivo della ferrovia della Pusteria nel lontano 1872 si trovarono più vicini al mondo ed in breve tempo arrivò e si sviluppò anche il turismo, con la costruzione di sentieri e rifugi sulle sue montagne, alberghi, osterie, trattorie ed una casa di cura in paese.
Nel secondo dopoguerra il turismo invernale decollò definitivamente portando notevole benessere in paese, dopo decenni di grandi difficoltà; con il fiorire del turismo anche l’artigianato, che aveva in valle una lunga tradizione, prosperò, e sono nate negli anni anche diverse attività industriali.
Se per secoli uomini e donne dovettero abbandonare Campo Tures per potersi guadagnare il sostentamento vitale altrove, oggi la mancanza di manodopera è il grosso problema di molte ditte che solo attraverso personale proveniente dall’est europeo e dal terzo mondo riescono a far fronte ai loro problemi.