Sullo spartiacque dei monti Erei, fra i bacini del Simeto e dell’Imera, a quasi 900 metri slm, c’è il paese di Calascibetta, quasi cinquemila abitanti in provincia di Enna, città di antichissima origine, come evidenziato dalla necropoli di Realmese, di tipo pantalicano, del suo parco archeologico.
Calascibetta, il sito archeologico
Il sito comprende più di trecento tombe a “grotticella” e risalgono ad un periodo compreso tra il IX ed il VI secolo a C. e sono davvero molto particolari, mentre la città, invece, è legata alla presenza di Arabi e Normanni in Sicilia, come il suo stesso nome fa presupporre: Kalat Schibet, dall’arabo Kalat, che significa “castello eretto su un monte” e Xibet, l’altura su cui sorge la città.
Il centro storico della città risale al periodo a cavallo del millennio, nel cuore del medioevo, quando i normanni edificarono un castello, denominato “Marco”, una cinta muraria e, dopo la vittoria sui saraceni, una chiesa dedicata a San Pietro; più tardi venne costruita un’altra chiesa intitolandola a Santa Maria Maggiore ed un intero quartiere riservato alla popolazione di religione ebraica.
Sotto la dominazione spagnola, in epoca rinascimentale, la cittadina fu più volte oggetto di riscatto tra alcuni signori feudali e la popolazione che intendeva mantenere una propria autonomia, che non viene meno nemmeno in occasione del disastroso terremoto di fine seicento che provocò notevoli lutti tra la popolazione e gravi danni agli edifici.
Calascibetta, la città delle chiese
Nel corso dei secoli sono stati costruiti a Calascibetta diversi palazzi nobiliari e moltissime chiese, una cinquantina, non tutte arrivate ai nostri tempi, a testimonianza di una devozione religiosa fuori dal comune; tra queste la quattrocentesca chiesa di S. Antonio Abate e la settecentesca la Chiesa di Maria SS. del Carmelo, nella piazza principale dell’antico centro storico.
Notevoli anche la Chiesa Madre, a tre navate, dedicata a S. Pietro e S. Maria Maggiore, fatta erigere nel 1340 nella parte più elevata del monte Xibet con un ricco e pregiato patrimonio artistico e architettonico, tra cui un coro ligneo, un bassorilievo, una pala d’altare seicenteschi ed una fonte battesimale del 1500.
Al termine dell’antico Borgo dei Giudei c’è il cinquecentesco Convento dei Cappuccini dell’Ordine dei Frati Minori Francescani, con altre notevoli opere d’arte, mentre poco fuori dal centro cittadino si trova la piccola Chiesa di Maria SS. del Buonriposo, nell’omonima contrada, alla quale è legata una forte devozione popolare.
Calascibetta, tra gli eventi il Palio dei Berberi
Tanti gli eventi organizzati a Calascibetta, la maggior parte dei quali nelle canoniche ricorrenze religiose, ma anche in occasioni particolari, come la Festa della Madonna del Buon Riposo, dove l’aspetto cristiano si combina con quello pagano.
Un rito pagano è il “Palio dei Berberi”, una manifestazione che viene organizzata fin dall’ottocento, dove si rivive una singolare corsa con i cavalli cavalcati a pelo, senza sella.
In questa come in molte altre occasioni, Calascibetta mette in mostra i suoi prodotti tipici, richiamando moltissima gente da tutta la Sicilia; tra questi ci sono i prodotti agricoli di cui il territorio è ricco, in particolare cereali, mandorle, uva, vino, olio d’oliva e legumi.
L’economia rurale comprende anche l’allevamento di bovini, ovini e suini con i relativi prodotti caseari che ne derivano.
Dall’allevamento dei suini è nata la “Sagra della salsiccia”, nata tanto tempo fa quando alla Fiera del Bestiame era usanza macellare il pregiato maiale di Calascibetta e arrostirlo subito, per la delizia degli intervenuti.