In mezzo alla pianura padana, sulla sponda meridionale del fiume Po, circondata dagli assolati campi di frumento e granoturco, tra filari di pioppi, c’è Brescello, paese di 5500 abitanti circa fondata dai Galli e successivamente conquistata dai romani che ne fecero uno dei più importanti centri della zona.
La città della bassa padana è diventata famosa in tutto il mondo grazie ai libri di Giovanni Guareschi, che vi ha ambientato le vicende del sindaco comunista Peppone e del parroco Don Camillo, amici-nemici che hanno attraversato generazioni e frontiere portando sul grande e piccolo schermo queste terre generose, solidali e prospere.
La conquista romana provocò nella cittadina le caratteristiche trasformazioni urbanistiche, istituzionali, economiche e sociali, dando inizio ad un periodo di grande splendore, contraddistinto anche dalla creazione di infrastrutture idrauliche come il porto sulla foce dell’Enza e il celebre acquedotto.
Un periodo che durò alcuni secoli e terminò con il declino dell’impero romano e le invasioni barbariche medioevali, quando saccheggi, devastazioni, pestilenze colpirono anche Brescello ed il territorio circostante, che rimase poi travolto anche dalle guerre dinastiche.
Occorre attendere l’epoca medievale per vederlo risorgere, grazie al dominio di Matilde di Canossa e alla presenza dei monaci benedettini cui la contessa cedette il castello e l’intera città.
Passata sotto il controllo di varie signorie che si succedettero nel tempo, nel ‘500 Brescello, al confine tra alcuni potenti Ducati del nord Italia, venne fortificata con una cinta muraria, smantellata un paio di secoli dopo; successivamente il paese seguì le sorti del territorio circostante fino all’ingresso nel Regno d’Italia.
Nella piazza del paese, ai cui lati si trovano le statue bronzee dei suoi due noti personaggi, di fronte al municipio, c’è la Chiesa di Santa Maria Nascente, ricostruita nell’ottocento al posto dell’antica chiesa medioevale, che molti episodi della saga di Don Camillo hanno mostrato sugli schermi ed al cui interno si trova il celebre “Cristo parlante” dei film.
Nei pressi il quattrocentesco ex monastero delle suore di clausura di San Benedetto, oggi completamente ristrutturato, ospita il “Museo di Peppone e don Camillo”, la Ludoteca, la Biblioteca ed alcune sale pubbliche.
Naturalmente Brescello non è solo il paese di Don Camillo, ma anche una cittadina ricca di storia e di arte; percorrendo l’antico decumano romano, lasciandosi alle spalle la cinquecentesca chiesa della Concezione c’è l’antico ospedale e l’edificio della posta, già attivo in epoca estense, che custodisce la campana utilizzata in uno dei film della serie di Don Camillo.
Le ambientazioni create da Guareschi a contorno dei suoi personaggi sono meta di moltissimi turisti, che vengono a Brescello anche per vedere la stazione ferroviaria, la casa di Peppone, la Madonnina del Borghetto, la scuola dove Peppone diede l’esame per il diploma di licenza elementare, il fiume Po, raggiungibile a piedi, dopo una bellissima passeggiata tra filari di pioppi e di betulle, piante di querce e macchia mediterranea.