Tra le località che si sono guadagnate un posto di rilievo nella storia industriale del nostro paese, tra quelle da cui si è sviluppato ed evoluto il cosiddetto Made in Italy, c’è Borgosesia, cittadina piemontese di circa 13.000 abitanti nella zona alpina della Valsesia, in provincia di Vercelli, nota per essere stata un importante centro della lavorazione della lana.
Borgosesia, la storia
Fondata poco prima dell’anno zero col nome di Seso, rimase per secoli la porta d’accesso all’alta valle del fiume Sesia costituendo, con altri centri vicini, un valido sistema difensivo fortificato.
In epoca medioevale fu un centro ecclesiastico importante, sede di un mercato conosciuto anche lontano dai confini del feudo cui apparteneva, tanto da essere stata oggetto delle mire di conquista delle più importanti dinastie locali nel corso dei secoli.
Di quel periodo Borgosesia, chiamata ancora Borgofranco, ha mantenuto in primo luogo l’impronta architettonica, con un centro storico che ha conservato vicoli, strade, piazze, case, palazzi e chiese, in particolare nel “borghetto” attorno al castello de duchi di Biandrate, conosciuto come il “Castellaccio” e nei rioni di Seso e Sassola.
Pur non rimanendo indenne dall’epidemia di peste nera del ‘600, nel secolo successivo entrò a far parte del territorio sabaudo, mantenendo una certa autonomia, seguendo, con tutta la Valsesia, l’epopea napoleonica prima e quella del Regno Sabaudo e dell’Italia unita poi.
Tante le cose da vedere
Tra le vestigia del suo passato glorioso, vi sono la chiesa di San Grato, il seicentesco complesso devozionale del ”Piccolo Sacro Monte” col santuario di Sant’Anna di Montrigone, eretto sui resti dell’antico castello dei Conti di Biandrate e le piccole frazioni che sorgono intorno al centro storico, ricche di tesori artistici e culturali.
Interessante anche il Museo del Folklore e quello della Resistenza; nella Biblioteca civica sono conservati cimeli originali dell’epoca risorgimentale, tra cui spicca una giubba rossa dei soldati di Garibaldi, che venivano prodotte proprio negli opifici tessili di Borgosesia.
La lavorazione della lana
Ancora oggi, infatti, tra le attività economiche più importanti del territorio c’è la lavorazione della lana, che rende Borgosesia, soprannominata la “città della lana”, il maggiore centro economico di tutta la valle, anche se in epoca moderna sono molte e diversificate le attività industriali insediate nel territorio, tra cui spicca il distretto della rubinetteria.
Nei dintorni del paese, attraversato dal fiume Sesia, le colline e le montagne offrono un clima molto piacevole e un bellissimo paesaggio boschivo con innumerevoli sentieri attrezzati, favorendo anche la nascita di un discreto flusso turistico, soprattutto estivo; sul Monte Fenera, oggi Parco Naturale, sono state inoltre scoperte antiche testimonianze di civiltà preistoriche e protostoriche.
Il Carnevale di Borgosesia
Tra gli appuntamenti folkloristici di Borgosesia, il più noto ed importante è senza dubbio il Carnevale, le cui prime testimonianze risalgono all’inizio del ‘700; da oltre centocinquant’anni poi vive l’originalissima tradizione del “Mercù Scùrot, il “funerale” scherzoso e dissacrante che si tiene il mercoledì delle ceneri, primo giorno di Quaresima, con abbondanti libagioni prima della distruzione col fuoco del fantoccio del carnevale.
Tra i personaggi più importanti del Carnevale borgosesiano vi sono le maschere cittadine di “Peru Magunella” e quella della moglie “Gin Fiammàa”, attorno alle quali la cittadinanza allestisce carri allegorici e balli in una festa tradizionale che prevede anche la preparazione di pranzi oceanici a base di piatti tipici preparati in piazza o nei quartieri.
In questa manifestazione, ma succede sempre anche in diversi altri appuntamenti, la cucina valsesiana si mette in mostra nel migliore dei modi; tra i tanti piatti non mancano mai la polenta, la cacciagione arrosto o in salmì, salami, sanguinacci e pancetta, ma anche le rinomate trote dei torrenti della valle, cotte con burro di montagna e aromatizzate con salvia e sale oppure stufate nel vino Gattinara.
Tra i prodotti tipici locali troviamo le “Miacce”, crespelle di farina cotte sul fuoco tra due dischi di ferro caldi e poi farcite in tanti modi diversi e la “Toma”, un formaggio particolare, il cui sapore e consistenza cambia a seconda del casaro che la prepara, secondo la ricetta che le famiglie si tramandano da una generazione all’altra.