Nell’entroterra cagliaritano, su un colle in prossimità di un’ansa del Flumendosa, c’è il piccolo borgo di Ballao, paesino di poco meno di novecento abitanti, molto legati alla propria cultura e tradizioni.
Il paese è di origine nuragica; nei dintorni sono infatti numerosi i reperti di questa antichissima civiltà; successivamente divenne una mansio romana seguendo quindi tutte le vicende che ne hanno caratterizzato l’evoluzione storica.
In epoca medioevale, dopo essere stato un territorio bizantino, Ballao entra a far parte dei Giudicati di Cagliari prima e di Arborea poi, finendo per essere conquistati dalla Repubblica di Pisa e quindi dagli aragonesi che rimasero fin quando arrivarono i Savoia.
Il territorio è sempre stato abitato da pastori e contadini; l’agricoltura soprattutto ha sempre rappresentato la fonte primaria di sussistenza, grazie alla fertilità del terreno che forniva, oltre al pascolo, anche materia prima per la produzione di mattoni e tegole.
In paese e nei suoi dintorni vi sono alcune chiese, per lo più di origini bizantine, rimaste dal tempo in cui il territorio era frequentato da monaci provenienti dal vicino oriente, trasformate nello stile romanico dopo lo scisma d’oriente: Santa Croce, San Rocco, Santa Maria Cleofe, San Pietro, cui gli abitanti di Ballao hanno conferito nomi analoghi in lingua sarda.
Presso la località Santa Maria de Nurai c’è un sito archeologico nel posto dov’era situato Nuraxi, un antico villaggio di origine medievale che si spopolò nel ‘300 a causa di una epidemia di peste.
Funtana Coberta, tempio millenario
Particolarmente interessante, invece, è Funtana Coberta, un tempio sacro di circa tremila anni fa in cui venivano celebrati riti legati al culto delle acque, dove sono stati rinvenuti reperti in bronzo tra cui spade votive ed oggetti vari.
Il tempio, una sorta di pozzo realizzato con massi calcarei, è costituito da un piccolo vestibolo, da una scala discendente stretta e coperta e da una camera circolare coperta a “tholos”.
Nella zona della frazione Corti Rosas, c’è una miniera dismessa da una quarantina d’anni, che all’inizio del novecento portò un discreto sviluppo al paese dando lavoro ad un migliaio di persone; oggi fa parte del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, una particolare attrattiva turistica che sta riscuotendo molto interesse.
Il territorio attorno a Ballai è caratterizzato dalla presenza del Flumendosa, il corso d’acqua più importante dell’isola, dov’è possibile praticare alcuni sport acquatici e nei cui pressi la gente del posto ama cacciare, soprattutto i cinghiali.
Gli abitanti di Ballai sono molto legati alle proprie tradizioni ed hanno mantenuto in vita i loro antichi costumi, ormai in disuso e sfoggiati solamente nelle occasioni canoniche delle festività devozionali, come quella di Santa Maria de Nuraxi, quando i ballaesi si recano in processione nella chiesetta campestre di Santa Maria Cleofe cantando e ballando.
Analogamente i caratteristici costumi locali vengono esibiti anche in occasione della festa di San Pietro o nel fine settimana dedicata alla patrona del paese, Santa Maria Maddalena e nella festa di Santa Vitalia, che un tempo era la manifestazione devozionale più importante, nel corso della quale si teneva anche la fiera del borgo.