Una delle città principali della Ciociaria laziale è Alatri, circa 30.000 abitanti, nota soprattutto per l’acropoli preromana e le mura ciclopiche, tuttora ben conservate, della quale risalta per imponenza la Porta Maggiore.
La città sorge in posizione dominante su una collina dei Monti Ernici, confine naturale del Lazio con l’Abruzzo; il suo territorio comprende parte del bacino del fiume Cosa, un affluente del Sacco che scorre poco ad est del centro cittadino; tutta la zona è ricca di tufo e pozzolana.
Creata circa 15 secoli prima dell’anno zero, Alatri ha subito tutta la storia che ha caratterizzato le diverse epoche dell’Italia; il suo periodo di maggior splendore è stato quando il dominio papale era nel suo massimo splendore, prima della cattività avignonese.
I secoli successivi videro la città in una costante decadenza che terminò soltanto dopo l’unificazione quando rifiorisce la vita letteraria e politica e con l’aumento della popolazione si rende necessario oltrepassare l’antica cerchia muraria e costruire nuove abitazioni fuori dal centro storico cittadino, mantenendo una crescita costante soprattutto dal punto di vista commerciale anche dopo l’ultima guerra.
Alatri, l’Acropoli
Al centro del centro storico, sulla cima del colle, c’è l’Acropoli, detta “Civita”, circondata da due chilometri di mura costituite da diversi strati di enormi megaliti polimorfici fatti combaciare perfettamente ad incastro senza l’ausilio di calce o cemento.
Il centro storico di Alatri si sviluppa all’interno della cinta muraria e ricalca essenzialmente l’assetto urbanistico di epoca romana, sviluppatosi attorno all’acropoli; nella parte nord il borgo ha uno sviluppo regolare con strade ampie e diritte.
L’altra parte del borgo, sul versante meridionale del colle, è più ripido, con stretti vicoli in buona parte accessibili ai soli pedoni ed è una delle zone più caratteristiche del centro, apparendo quasi immutata dal medioevo.
Nel suo antico centro storico Alatri possiede un significativo patrimonio di monumenti di notevole interesse architettonico e artistico, come la collegiata romanico-gotica di Santa Maria Maggiore, la basilica concattedrale di San Sisto con la reliquia del santo, patrono della città, le chiese di San Francesco e San Silvestro, il protocenobio di San Sebastiano, le ottocentesche fontane monumentali, il Palazzo Gottifredo e il Palazzo Conti-Gentili ornato da una grande meridiana murale.
Città del legno e del cuoio
L’economia è caratterizzata da alcune realtà industriali situate però nella zona di pianura, mentre l’artigianato del legno e del cuoio resiste anche nel borgo storico; la campagna attorno ad Alatri viene coltivata ad ortaggi, uliveti e vigneti mentre le aree boschive dei rilievi sono poco sfruttate e utilizzate più che altro per la raccolta di funghi e castagne ed altri prodotti spontanei; la pastorizia riveste ancora una certa importanza e con essa la produzione casearia.
Oggi il centro storico si sta valorizzando come “centro commerciale naturale” attirando all’interno delle mura visitatori e turisti che alla sera animano bar e locali, soprattutto durante le numerose manifestazioni folcloristiche che vi vengono organizzate, come la Festa di San Sisto o il Palio delle Quattro Porte, solo per citarne qualcuna tra le tante.
Una cucina popolare
Ristoranti e trattorie di Alatri propongono una cucina popolare caratterizzata da un forte legame con l’agricoltura; pasta, pane e dolci secchi; carni bianche o di pecora ed agnello; frutti e verdure tipici dell’Italia centrale tra cui i broccoletti di Alatri oltre ad una discreta attività di olivicoltura che sta dando ottimi olii d’oliva.