1861, l’Italia da entità geografica si fa politica, e corona il sogno di generazioni di patrioti risorgimentali. In quegli anni c’è un altro risorgimento in atto, ancora ai primi passi, patriota nel legame con una terra agricola che ne farà il suo vessillo: il Lambrusco. “Garibaldina” è la famiglia Chiarli, inizio di una storia che oggi arriva a cinque generazioni, tanto da farne la più antica azienda vinicola dell’Emilia Romagna, la prima a conquistare la Mention Honorable, all’Expo di Parigi del 1900.
Il vino dei 160 anni
Un traguardo di questo genere non poteva passare inosservato; l’anniversario dei centosessanta anni infatti ha il suo vino, Riserva di famiglia, prodotto in pochissime bottiglie, solo 500. Si tratta di un Pas Dosè Rosè che riporta in etichetta gli anni da festeggiare e la dicitura Famiglia Chiarli, a sottolineare dove tutto nasce e si perpetua.
Il 160 anni è firmato Quintopasso, l’azienda, della galassia Chiarli, dedita esclusivamente alla produzione di spumanti metodo classico, conosciuta per una gamma di bollicine, ottenute da Chardonnay e Sorbara che il critico James Suckling ha definito i “Dom Perignon del Lambrusco“.
Il Pas Dosè Rosè 160 anni è un Sorbara in purezza da cloni aziendali selezionati che si distingue per una veloce pressatura soffice, eseguita immediatamente dopo la raccolta manuale dei grappoli. Il procedimento serve a estrarre solamente una piccola parte del succo dalla polpa dell’acino, dove risiedono l’acidità e la salinità. Il periodo di affinamento sui lieviti è di oltre 55 mesi.
Le caratteristiche di questo Pas Dosè Rosè in edizione limitata sono il colore, bianco con delicate velature rosate, il profumo intenso, potente, ma allo stesso tempo elegante, con leggeri sentori floreali, propri del vitigno del clone storico di Sorbara, accompagnati da una delicata crosta di pane dovuti al lungo lavoro dei lieviti. Al palato la ricca acidità, esaltata dalla bolla fine e persistente e le note minerali accompagnano l’assaggio, lasciando spazio alla corposità dovuta alla vinificazione che mantiene l’equilibrio pur senza zuccheri residui.
Il Gruppo Chiarli
Oggi, l’attività del Gruppo si divide in tre: Chiarli Modena, orientata verso i vini di più ampio consumo; Cleto Chiarli Tenute Agricole che raccoglie i vini di pregio destinati al canale horeca; Quintopasso Metodo Classico, per la produzione di spumanti di qualità con l’utilizzo di vitigni particolarmente vocati del territorio.
Riguardo alla Cleto Chiarli Tenute Agricole, è incentrata sulla cantina di Castelvetro, che guida il lavoro delle sette tenute di famiglia che insieme superano i 350 ettari di estensione di cui più di cento vitati. Ad essa va il merito di aver riscoperto i cloni storici del Lambrusco, in primo luogo Sorbara e Grasparossa, e di aver riscoperto il Pignoletto – un vino bianco, in origine prodotto in ristrette aree delle colline emiliane, oggi entrato a pieno titolo nella Doc Modena – e di produrre le etichette più prestigiose come i due Sorbara in purezza: Vecchia Modena Premium e Lambrusco del Fondatore.
Chiarli in cifre
Se parliamo di risultati, bisogna far riferimento al 2019. A quella data il numero delle bottiglie prodotte dal Gruppo Chiarli è stato di 18 milioni, mentre il fatturato ha raggiunto i 37 milioni di euro con una quota relativa la mercato estero pari al 25 per cento.
Dal punto di vista della distribuzione Anselmo Chiarli, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo Chiarli, sottolinea che “lo scorso anno la Gdo ha sostanzialmente confermato i volumi mentre il fuori casa ne ha visto una forte diminuzione e parimenti i relativi fatturati (-40% circa). Questi dati sono più o meno gli stessi sia per il mercato nazionale sia per quelli esteri. ll progetto iniziato vent’anni fa, che ci ha consentito di posizionare tutta la nostra produzione e in particolare il Lambrusco in una fascia di mercato molto più elevata rispetto alla media delle altre produzioni emiliane, ha solo subito un rallentamento. Siamo convinti che non appena la pandemia avrà esaurito i suoi effetti, la nostra azienda potrà riprendere il cammino con sempre maggiori successi. Segnali, già, molto positivi stanno arrivando da alcuni mercati esteri dove le riaperture dei canali tradizionali sono iniziate e dove la richiesta dei nostri vini Cleto Chiarli stanno crescendo giorno dopo giorno”.
“Noi crediamo – conclude Anselmo Chiarli – che, a parte un rinnovo di alcune proposte di prodotti, cosa che avviene di routine, non sia necessario operare cambiamenti al nostro progetto. Proseguiamo fiduciosi sulla strada, segnata da 160 anni.”
By Filippo Fabbri, da Emilia Romagna Vini