Noto come uno dei borghi più belli d’Italia, Brisighella è da sempre anche terra di ulivo e di vite. Anche qui non sono mancati i danni per le frane e l’alluvione di maggio, ma questo non è bastato a fiaccare l’entusiasmo per un progetto che era nel cassetto da un po’.
Brisighella, l’associazione di viticoltori
Nasce, infatti, Brisighella anima dei tre colli una nuova associazione che unisce forze, idee, e compone un racconto unico intorno a un progetto enologico condiviso di questa fetta di territorio romagnolo che porterà anche alla realizzazione di una nuova “etichetta collettiva” di albana.
A darle il via sono cinque cantine: Vigne dei Boschi di Paolo Babini, Baccagnano di Marco Ghezzi (che mette a disposizione anche la sede), Gallegati che esprime il presidente dell’associazione in Cesare Gallegati, Vigne di San Lorenzo in Campiume di Filippo Manetti e Fondo San Giuseppe di Stefano Bariani.
“È arrivato il nostro turno. Brisighella da tempo è una delle zone colte del vino in Italia e meritava che un gruppo di viticoltori si mettesse in gioco per avviare un racconto nuovo e condiviso che nel tempo punta a voler poter dire quando si parla dei nostri vini: beviamo Brisighella”, dice lo stesso Stefano Bariani.
“Il progetto intende valorizzare le diversità anche espressive di questa ampia sottozona, ma, pur mantenendo le nostre specificità, rendendoci tutti parte di un progetto comune di valorizzazione del territorio”, sottolinea Cesare Gallegati e poi continua: “Se siamo in cinque a partire, contiamo infatti di crescere velocemente”. Si sta già aggiungendo, ad esempio, anche La Collina di Mirja Scarpellini, ma il potenziale è ancora più ampio e conta almeno una ventina di cantine vitivinicole presenti sulla stessa area.
Il territorio di Brisighella
Le tre anime della “vigna brisighellese” si assestano per fasce di altitudine in progressione dalla zona più a nord del territorio procedendo verso il sud di matrice appenninica, tre aree fatte di terreni differenti capaci di imprimere ai vini caratteristiche peculiari. La fascia settentrionale alle porte del borgo composta da terreni più fini e calcarei, calanchivi, fra i 60 e i 150 metri di altitudine; quella peculiare dei gessi (quasi tutto il territorio di Brisighella è incluso nel Parco regionale della Vena del gesso romagnola); quindi lo strato più alto di terreni marnoso arenacei e delle altezze che aumentano, con significative differenze, dovute alla diversa esposizione, fra le due sponde del fiume Lamone che solca la valle. “Per la zonazione possiamo contare su uno studio già fatto dal Crpv una decina di anni fa in particolare sulla parte più bassa e di una seconda zonazione realizzata dal Cab per le aree in altitudine”, spiega Paolo Babini della cantina Vigne dei Boschi, “veterano” del gruppo e di una viticoltura “di foresta”.
Un nuovo progetto di “Albana di Brisighella”
La neonata associazione, oltre a concentrarsi sul racconto di un territorio e delle sue caratteristiche orografiche e su come queste incidano su quelle organolettiche dei vini, tenendo alta quindi la bandiera delle biodiversità anche umana di chi qui produce vino, ha però messo a punto un disciplinare interno per creare una nuova etichetta che sarà identificativa di Brisighella.
Il nome del vino è ancora oggetto di studio, ma dovrebbe contenere la radice stessa del nome del borgo, Bris, quello che è sicuro è il vitigno che lo comporrà, la provenienza biologica delle uve utilizzate, e il metodo di vinificazione: albana, con macerazione, tre anni di affinamento, compresa una quota di tempo in legno. “La prima vendemmia c’è già, è la 2021, e sta lavorando in cantina – spiega Cesare Gallegati -, ma uscirà nel 2025, perché vogliamo uscire dalla logica di un vino bianco romagnolo che per il mercato è già “vecchio” l’anno dopo. Certamente il Sangiovese, per noi importantissimo, è un vitigno che condividiamo con altre zone e regioni, ma l’Albana è solo romagnola e da noi ha da sempre un’importanza decisiva e identitaria nella produzione”. Degli 800 ettari vitati complessivi nella ampia sottozona brisighellese, 200 sono infatti dedicati al vitigno bianco, che è anche la prima Docg bianca italiana.
Gli eventi dell’associazione di Brisighella
L’associazione debutterà ufficialmente fra due settimane, il 22 e il 23 luglio alla nuova edizione di Borgo Indie, evento organizzato in collaborazione con Tempi di recupero” al chiostro del convento dell’Osservanza di Brisighella. Qui si daranno appuntamento vignaioli, artigiani del cibo e della ceramica faentina, ma anche chef, artisti e musicisti “indipendenti”, a comporre un programma che comprende masterclass sui vini del territorio, un mercato, degustazioni e concerti.
L’associazione “Brisighella anima dei tre colli” intende, poi mettere in campo azioni specifiche di formazione dei ristoratori del territorio per far sì che i vini di produzione locale entrino a pieno titolo nelle carte dei locali, e inoltre collaborare con il Parco regionale Vena del gesso romagnola per la creazione di altri eventi di promozione del territorio che vedano viaggiare insieme le ricchezze naturalistiche del territorio con quelle enologiche.
di Laura Giorgi by Gambero Rosso