La Cooperativa Agricola La Primavera, storica realtà di agricoltori del territorio veronese nata trent’anni fa al fine di sviluppare le coltivazioni secondo il metodo dell’agricoltura biologica, è impegnata sul fronte dell’innovazione e della sperimentazione in ambito biologico con il progetto Biofertimat.
L’ambizioso progetto prevede l’utilizzo di matrici da riciclo come fertilizzanti per colture orto-frutticole biologiche; un approccio diverso per il miglioramento dell’economia circolare del territorio.
Finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2014 – 2020, il progetto Biofertimat è nato per far fronte alla diminuzione del contenuto di sostanza organica nei suoli condotti con pratiche di coltivazione convenzionali come la concimazione minerale e le lavorazioni profonde, principale causa della progressiva degradazione del suolo, in particolare nelle regioni mediterranee.
I terreni degradati, quindi, non sono fertili e, pertanto, non possono mantenere una produzione sostenibile; in questo contesto, la crescente produzione di materiali di scarto organici, sia di natura urbana sia derivati dall’attività agro-industriale, può rappresentare una fonte di materiale organico importante per l’attività agricola.
La soluzione proposta dalla Cooperativa La Primavera nell’ambito del progetto Biofertimat è quella di utilizzare matrici organiche di provenienza agricola quali compost spento di fungaia, pollina, digestato anaerobico di deiezioni animali, matrici compostate varie, usati come fertilizzanti per migliorare le caratteristiche di fertilità dei suoli, garantendo al tempo stesso un utilizzo razionale di sottoprodotti che, altrimenti, rappresenterebbero un costo per il settore agricolo o agro-industriale.
Biofertimat, La Primavera capofila del progetto
“Siamo Capofila del Progetto – ha sottolineato il Presidente della Cooperativa Agricola La Primavera Albino Migliorini – che è risultato primo in graduatoria sulla base del Bando riguardante la costituzione e gestione dei gruppi operativi in materia di produttività e sostenibilità in agricoltura, con riguardo alla migliore gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi”.
Il gruppo di lavoro collegato al progetto Biofertimat, adotta un approccio partecipativo che implica il coinvolgimento attivo dei beneficiari finali, le aziende agricole cioè, e un’intensa interazione tra i partner del progetto, nelle diverse fasi di sviluppo del progetto stesso: dalla rilevazione del problema da risolvere e dei fabbisogni, all’ideazione e progettazione degli interventi tesi a fornire la soluzione, dall’implementazione di tali interventi alla fase di trasferimento dei risultati e del know how.
Le attività di sperimentazione si articolano in diverse fasi: Identificazione delle matrici e loro applicazione ambito orticolo e frutticolo; valutazione dell’impatto delle matrici su composizione, qualità organolettica e proprietà nutraceutiche dei prodotti agricoli; validazione delle tecniche di somministrazione delle matrici e del loro impatto sulla qualità dei prodotti nelle aziende agricole dimostrative.
Gli attori coinvolti nel progetto per le loro specifiche conoscenze porteranno ad un ulteriore sviluppo dell’agricoltura biologica con un miglioramento dell’economia circolare del territorio.
Biofertimat, anche le Università sono coinvolte
Nell’ambito del progetto, gli enti di ricerca Partner, l’Università degli Studi di Padova e quella di Bologna, collaborano con la Cooperativa Agricola La Primavera e Brio S.p.A. nelle attività di sperimentazione, interagendo con le cinque aziende agricole che mettono a disposizione le parcelle sperimentali.
Confindustria Veneto Siav S.p.A. gestisce e coordina le attività formative; infine, l’Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici (A.Ve.Pro.Bi.), in qualità di soggetto aggregatore di imprese agricole operanti nel settore interessato dal progetto, collaborerà con tutti i vari attori nell’implementazione del piano di comunicazione e diffusione dei risultati.
L’attività di divulgazione prevede l’utilizzo di vari strumenti di comunicazione, tradizionali come workshop, visite in campo, pubblicazione di articoli e multimediali quali video, newsletter, sito web, finalizzati a trasferire al meglio i risultati del progetto.