Al centro della Sicilia, nella provincia nissena, c’è Serradifalco, poco più di seimila abitanti, conosciuto anche come il Paese delle miniere e delle tradizioni, centro industriale, minerario e commerciale della regione collinare tra il fiume Platani e il fiume Salso, alle falde nordoccidentali della Serra Cusatino.
L’abitato è posto sul ciglio di una cavità carsica occupata dal Lago Soprano, una riserva naturale protetta, mentre le campagne circostanti al centro abitato sono ricche di uliveti, mandorleti, ficheti e vigneti, per la presenza di numerose falde acquifere e sorgenti.
L’area lacustre è il luogo prediletto per numerosi volatili, come la Folaga, il Moriglione, dalla testa e dal collo rosso-castano, il Tarabusino, un piccolo trampoliere dalle gambe sottili, la Pittima reale, un uccello migratore dal corpo snello, l’Alzavola, la Gallinella d’acqua e il più raro Svasso piccolo, un uccello acquatico solitario dai piedi palmati. Caratteristica del nome del paese il fatto che nelle alture rocciose circostanti un tempo nidificavano numerosi falchi.
Pillole di storia
In epoca medioevale il territorio fu un feudo della contea di Caltanissetta che passò da un signore all’altro fino a quando, a metà del seicento, finì tra i possedimenti dei baroni Lo Faso, che fondarono il paese contribuendo al suo sviluppo economico e demografico.
È infatti di questo periodo la nascita del borgo, con la sua chiesa cimiteriale di Santa Maria Vergine delle Grazie, detta popolarmente della Madonna delle Vanelle perché da questo piano presero avvio i primi lotti delle case popolari.
Venne poi eretta la prima chiesa Matrice, oggi popolarmente detta di San Francesco e il Palazzo Baronale e dopo alcuni decenni venne costruito il nuovo palazzo ducale nell’area più bassa ma non lontana, sul luogo in cui si conserva tutt’oggi, alterato architettonicamente e smembrato in diversi appartamenti.
Nel 1700 si comincia a costruire una nuova Matrice, intitolata sempre al protettore San Leonardo e dieci anni più tardi verrà decisa la demolizione della prima chiesetta cimiteriale per far posto ad una chiesa intitolata all’Immacolata Concezione, mentre nel secolo successivo avviene la posa della prima pietra del Collegio di Maria, con chiesa annessa, dedicata a Maria dei Sette Dolori.
La miniera di zolfo
Fino alla fine degli anni ottanta A Serradifalco è rimasta in funzione la Miniera Stincone, ricco giacimento di zolfo e sali di potassio, la cui chiusura ha cambiato l’economia secolare del paese, da sempre legata a questa attività ed oggi protesa prevalentemente verso i settori commerciale, agricolo, manifatturiero e dei servizi.
In ambito agricolo le attività prevalenti riguardano la coltivazione di mandorle, cereali, uvs, legumi, olive e l’allevamento del bestiame; in ambito manifatturiero si sono sviluppate attività artigianali nel settore della lavorazione del vetro, del ferro, del legno, dei ricami e del sale alimentare.
Eventi e gastronomia
Numerose le manifestazioni organizzate a Serradifalco, legate soprattutto slle ricorrenze religiose; quella principale è la festa del Santo Patrono, San Leonardo Abate, con appuntamenti devozionali, ricreativi, culturali, musicali e artistici, dedicata agli emigrati e i turisti che provengono da ogni parte dell’Isola.
In questa come nelle diverse altre iniziative devozionali e folkloristiche, come le sagre della salsiccia e della stigliola, una tipica specialità locale, Serradifalco mette in vetrina la propria vocazione culinaria, rinomata e apprezzata in ambito regionale e non solo, che prevede prodotti tipici locali come formaggi, ricotte, mandorle, pistacchi, mieli, oli, vini, paste fatte in casa.
Tra questi c’è la tipica «’nciminati» un tipico impasto locale, a base di farina di pane e semi di finocchio, condito all’antica con olio paesano e spezie e accompagnato da un buon bicchiere di vino rosso novello locale.