La Provincia di Sassari esiste dal 1859 e il suo assetto variò solo nel 2001, quando perse la “costola” della Gallura, che divenne provincia di Olbia Tempio.
Non furono però i piemontesi del XIX secolo a portare la civiltà in un territorio che vanta una storia millenaria che ci ha lasciato un patrimonio inestimabile di capolavori: dall’unicum dell’Altare di Monte d’Accodi, ai numerosi nuraghi e domus de janas, fino alle suggestive rovine romane, per giungere alla perfezione dell’arte romanica.
La zona del sassarese non era quindi solo orti e pascoli, sebbene per quelli fosse famosa, quando giunsero gli spagnoli a dare l’assetto definitivo a un gioiello di città come Alghero, o al centro storico di Sassari.
Oggi la provincia comprende sessantasei comuni e conta trecentoventiduemila abitanti. Sassari, città fondata nel XII secolo, è caratterizzata da una vita culturale assai vivace e ha dato i natali a illustri intellettuali.
Sassari può vantare una rinomata Università; un valido patrimonio architettonico civile; chiese suggestive; tradizioni con radici profonde tenute ancor oggi vive, ma anche un centro a misura d’uomo dove si gira a piedi, un clima che favorisce le serate all’aperto e gente famosa per la battuta pronta e lo spirito festaiolo.
Una delle maggiori attrattive della zona è di certo il mare, splendido e fragile spicchio di Mediterraneo; un tramonto su Capo Caccia ammirato dai bastioni di Alghero, la spiaggia de La Pelosa vista in una mattina d’inverno, un giorno di maestrale all’Argentiera o una visita al centro storico di Castelsardo lasciano un segno indelebile in qualunque visitatore.
La natura è prepotente su quest’isola; anche più dell’uomo e, per chi sa osservare, le sorprese non mancano mai.
Sarebbe comunque un peccato non prendersi il tempo per assaggiare specialità gastronomiche che variano di paese in paese e che hanno un legame con la tradizione e il territorio che nemmeno il nuovo millennio è riuscito a scalfire.
Dai piatti “di campagna” della città di Sassari a quelli di mare di Alghero o Castelsardo; dai vini della zona di Sorso, fino all’olio di Ittiri e di Sennori; dalle verdure alla frutta dove spiccano alcune varietà autoctone antichissime; per arrivare al pane e a tutti quei prodotti frutto della raccolta di erbe e bacche spontanee.
di Cristiana Grassi