In Sardegna, arroccata su uno sperone roccioso al centro del Campidano, nella Bassa Marmilla, troviamo Sardara, paese di circa 4300 abitanti nota per essere uno dei centri termali più importanti dell’isola.
La località è stata abitata fin dall’epoca paleolitica e neolitica; nei dintorni sono stati infatti ritrovati vari siti nuragici e domus de janas, oltre a reperti fenici, punici e romani di notevole valore storico; lo stesso paese sorge sull’imponente zona sacra di S.Anastasia dove si trova l’omonimo tempio a pozzo.
Le acque termali
Le sue acque termali erano conosciute anche nel periodo della dominazione romana, come il centro termale Aquae Neapolitanae, presso il quale sorse i grosso borgo conosciuto in epoca medioevale col nome di villa Santa Maria de is Acquas.
A Sardara ci sono le Terme di Santa Maria Acquas, un complesso immerso in un bosco di eucalipti che sfrutta fin da tempi antichi alcune sorgenti di acque mineralcarbonato-alcaline che sgorgano a temperature vicine ai 60, 70 gradi centigradi; non lontano è stato edificato il moderno complesso curativo delle “Terme di Sardara”.
L’abitato si sviluppò nel periodo giudicale, come dimostra la presenza del castello di Monreale, posto in prossimità della linea di confine che divideva il giudicato cagliaritano da quello Arborense, quando le fortificazioni erano rivolte alla salvaguardia dei confini interni piuttosto che per la difesa dei litorali.
Il centro storico
Il centro storico, antico e ricco di fascino, contiene alcuni edifici tipici del Campidano, tra i meglio conservati e valorizzati, con alti muri in trachite inframmezzati da inserti in mattoni in argilla di colore rossastro.
Molte case a corte, con i loro portali padronali, conservano ancora inciso sull’architrave il simbolo d’appartenenza corporativa come fabbri, sellai, vignaioli; le strade, acciottolate o lastricate, rimandano con la memoria a quando erano attraversate dai carretti o dalle greggi.
Sempre nel centro storico ci sono diversi edifici religiosi, come la trecentesca chiesa romanico-gotica di San Gregorio Magno con una bellissima bifora di notevole valore architettonico; la chiesa di Sant’Antonio risalente al XVII secolo, col suo altare ligneo policromo del 1700; la chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta che contiene un antico organo a canne del ‘700, un bellissimo altare marmoreo e delle pregevoli statue lignee.
Poco fuori del paese c’è invece la chiesetta di Santa Maria Acquas, un piccolo santuario, da secoli meta di pellegrinaggi e sede di un’importante festa che richiama in paese moltissimi fedeli.
Notevole anche il Castello di Monreale, risalente al periodo giudicale, che svetta imponente in cima ad una collina ricoperta da una fittissima vegetazione mediterranea, dalla quale si domina tutto il sottostante Campidano; nelle vicinanze del castello vi sono anche le miniere dismesse di fluorite di “Monreale” e “Perda Lai”.
Eventi e sagre
A Sardara si tiene a maggio “Sa festa de is pastoris”, la festa dei pastori, mentre a settembre si celebra “Sa festa manna”, una tra le feste religiose e popolari più grandi e suggestive di tutta l’Isola, che vede la partecipazione di decine di migliaia di devoti e visitatori.
Agricoltura, agroindustria, turismo termale e storico ambientale, escursionismo collinare, sono gli elementi principali dell’economia sardarese, ben integrate con altre risorse locali, quali la valorizzazione dell’ambiente, della cultura, dell’artigianato, che ha fatto di Sardara una “città ospitale”, un paese premiato con la bandiera arancione del TCI.