San Gemini, in provincia di Terni, in Umbria, è uno dei borghi più belli d’Italia, dove si può vivere un’esperienza decisamente… rinfrescante grazie alle sue fonti termali, note in tutto il mondo; un tesoro liquido con una storia millenaria.
Pillole di storia
Quella che oggi chiamiamo San Gemini, con uno spirito tipicamente cattolico, nell’antichità prendeva il nome di Casventum. Un territorio abitato forse già in epoca tardo romana, il cui nome attuale si deve all’italianizzazione del nome del monaco Yemin, da cui Gemine e Gemini. Distrutta dai Saraceni, Casventum rinasce sotto gli auspici di San Gemini e già nel basso Medioevo acquisisce una certa rilevanza, si affranca dal potere delle città intorno e inizia ad assumere la forma contemporanea.
Evento fondamentale per la cittadina umbra è tuttavia la nascita della Fonte Sangemini, nel 1889, il cui marchio avrebbe portato ricchezza e distinzione a questo che ancora oggi è un borgo di meno di 5000 abitanti, ma celebre ben oltre i suoi confini.
I luoghi simbolo di San Gemini
Oltre alla sua famosa acqua, San Gemini è un luogo ideale per godersi una gita rilassante di un giorno o un weekend per scoprire le meraviglie del cuore verde d’Italia. Il Duomo di San Gemine, originariamente risalente al IX secolo, è oggi un edificio di stampo neoclassico e originario del XIX secolo, all’interno del quale si conservano opere coeve e di stampo decisamente più antico, tra cui un Crocifisso del ‘400.
Interessante anche il Palazzo Canova, che prende il nome dal suo ultimo e storico abitante, lo scultore veneziano che qui si occupò di restaurare l’antico Duomo e che finì per abitarvi.
Se, ovviamente, siete curiosi di scoprire e assaggiare la celebre acqua del posto, sia Sangemini che Fabia, allora il posto giusto è il Parco delle Acque Minerali o Parco della Fonte, aperto proprio nel 1889 su progetto dei benemeriti Violati, Olivier e Matteocci Pressi.
Geolab: dove la scienza incontra la matura
Per gli appassionati di scienze naturali, San Gemini offre l’imperdibile tappa del Geolab. La mostra permanente fu voluta da uno dei massimi nomi della divulgazione scientifica italiana, l’indimenticato Piero Angela. Una collezione dedicata alle scienze geologiche, nella quale scoprire la composizione geologica del territorio umbro e conoscere l’origine delle fonti di San Gemini.
Un luogo adatto sia ai “topi di museo” e sia a chi vuole un approfondimento multimediale ed interattivo, perfetto anche per bambini e ragazzi; un luogo speciale, pensato soprattutto per i ragazzi, con lo scopo di raccontare com’è fatto e come funziona il nostro pianeta, ma anche come sono nate l’Italia e l’Umbria e quali sono i meccanismi alla base della loro evoluzione.
Il GeoLab è infatti uno spazio espositivo permanente dedicato alla divulgazione delle scienze della terra. Il museo è collocato all’interno dell’ex ospedale di Santa Maria della Misericordia, un edificio ottocentesco che ha svolto tale funzione fino agli anni ’20 del novecento, oggi di proprietà del Comune.
Realizzato secondo i più avanzati principi degli spazi di divulgazione scientifica, al GeoLab è vietato non toccare: più che un museo, è infatti quasi un laboratorio, che ospita una serie di macchine interattive che spiegano divertendo, ma soprattutto invitano il visitatore ad osservare e sperimentare con il metodo di uno scienziato.
Tanti eventi a San Gemini
L’evento di maggior richiamo che si svolge a San Gemini è la Giostra dell’Arme, una rievocazione storica che si svolge nei giorni precedenti la festa del santo patrono, generalmente dall’ultimo sabato di settembre alla seconda domenica di ottobre e che culmina in una sfida tra cavalieri dei due rioni in cui è stato suddiviso il paese, la Rocca e la Piazza.
Tra gli altri eventi di San Gemini, che fa parte del circuito Cittàslow, si cita l’infiorata del Corpus Domini; in occasione della festa religiosa, la popolazione si auto-organizza in squadre che competono per la migliore composizione realizzata a terra, lungo le strade del centro storico, utilizzando esclusivamente prodotti vegetali, come petali di fiori.
di Stefano Maria Meconi by Turisti per Caso