Dire Ragusa e provincia significa dire barocco ibleo, evocare i luoghi del commissario Montalbano, indicare una porzione di Sicilia fra le più ricche di tradizioni gastronomiche ed enologiche.
Altopiani e cave caratterizzano il paesaggio ragusano custodendo le tracce dei popoli che li hanno attraversati. In tale contesto un tratto imprescindibile è dato dagli Iblei, un sistema collinare e montagnoso che fa di questi territori un unicum; pensiamo che oltre il 50% della biodiversità dell’isola è concentrata in questo sistema le cui propaggini arrivano in provincia di Siracusa e di Catania.
Il Val di Noto (non è un errore, è proprio al maschile, poiché nella tripartizione araba della Sicilia il Val di Noto indicava l’intero territorio del sud – est) oggi è nella lista del patrimonio mondiale, la World Heritage List, riconosciuto dall’Unesco.
E poi la campagna, che forse in nessun’altra provincia sicula è così radicata nel territorio e nell’economia dei territori Iblei. Masserie contrappuntano ogni scorcio di questa terra, e ricotta calda e “scacce” (le tipiche focacce ragusane) sono solo alcuni dei prodotti che contraddistinguono il genius loci.
Pensiamo al cioccolato di Modica, che si vuole tramandato da secoli e iniziato su impulso addirittura azteco! O alle tante serre che fanno di questa terra la capitale dell’orticoltura e delle primizie siciliane (pensiamo a Vittoria con la sua fiera Emaia praticamente unico polo espositivo funzionante dell’intera isola). Molto ha fatto il commissario Montalbano, come si diceva, per far conoscere questi luoghi.
Ma, come accade spesso, sono proprio gli stranieri (sovente hanno la vista più lunga di noi italiani sulle bellezze da scoprire nella nostra penisola!) con la loro curiosità a testimoniare quante piacevoli scoperte può riservare la provincia di Ragusa.