Lungo la via Francigena, in Toscana, a pochi chilometri da Siena, si incontra Cuna, un piccolissimo borgo del comune di Monteroni d’Arbia con una settantina di abitanti.
La particolarità di questo borgo consiste nell’essere una “grangia”, un raro esempio di granaio fortificato d’epoca medioevale, rimasta pressoché integra nel corso dei secoli.
Pillole di storia
La mole possente in mattoni rossi della grancia di Cuna è uno degli esempi meglio conservati di fattoria fortificata medievale, oltre ad essere uno dei complessi architettonici più particolari ed interessanti della provincia di Siena. Sorge dove già nel XII° secolo esisteva uno Spedale dedicato ad accogliere e dare assistenza ai pellegrini e mercanti che transitavano lungo Via Francigena che, nei pressi, scavalcava l’Arbia. Risulta, da un documento di papa Eugenio III, che questo edificio apparteneva all’Abbazia di Torri. L’intero contado divenne proprietà di Siena già nel corso del XIII° secolo ma il podere posto sul “poggiarello di Cuna e Castelluccio” fu donato all’Ospedale di Santa Maria della Scala, una delle istituzioni più potenti del tempo.
La Grancia di Cuna
La Grancia era una fattoria fortificata sviluppatasi sul luogo dove, in età medievale, doveva trovarsi un ospizio o un ospedale per l’accoglienza dei viaggiatori. Situata in campagna, nel mezzo delle grandi proprietà fondiarie che lo Spedale possedeva, costituiva il centro di raccolta del grano e di tutta la produzione agricola necessaria al mantenimento dell’attività dell’ospedale. La sua fortificazione, che serviva a salvaguardarla dalle incursioni, rappresenta un’interessante tipologia architettonica e un sicuro punto di riferimento per chi vi ricorresse in caso di difficoltà. In pratica la Grancia si sviluppò in un piccolo borgo autonomo cinto da mura, con porte e torri, case e al centro la fattoria-fortezza.
Quella di Cuna sorge sul luogo dove si trovava lo Spedale di S. Maria della Scala di Siena, che accoglieva i viaggiatori ed i pellegrini, tra cui anche re e papi. Situata in campagna, nel mezzo delle grandi proprietà fondiarie dello Spedale, era il centro di raccolta del grano e di tutta la produzione agricola necessaria al mantenimento dell’attività del nosocomio.
La sua fortificazione doveva salvaguardarla da incursioni e ruberie; in pratica era un piccolo borgo autonomo cinto da mura, con porte e torri, case e al centro la fattoria-fortezza, una vera e propria casa-torre; la chiesetta trecentesca è invece oltre le mura. Cuna è in pratica un grande blocco quadrato con le mura, due torri d’angolo dotate di apparato difensivo nella parte meridionale.
Sono ancora riconoscibili i camminamenti di ronda, con feritoie e ballatoio, mentre una seconda cinta muraria, a difesa delle case sorte attorno alla Grangia, di cui oggi è ancora visibile la porta d’ingresso, fu eretta nel cinquecento.
Entrando dalla porta principale, con ancora lo stemma dello Spedale della Scala, si accede alla “piazza” della Grancia, un cortile ad “L” dal quale si accede ai locali e magazzini interni grazie ad una rampa, coperta nel primo tratto da belle volte a crociera, che serviva per il passaggio dei muli che trasportavano i prodotti ai magazzini dei piani superiori.
La struttura da granaio fortificato divenne poi una vera e propria fattoria che divenne un modello per molti dei granai costruiti successivamente.