Inserita tra i borghi più belli d’Italia, in provincia di Potenza, troviamo Acerenza, 2600 abitanti, piccolo borgo antico su un colle con pareti a strapiombo sulla riva del fiume Brandano; un’autentica fortezza ben nota anche in epoca romana.
Un po’ di storia
Nel primo medioevo Acerenza divenne uno dei centri del conflitto tra la Chiesa d’Oriente e quella romana, cui rimase fedele; già allora la cittadina era circondata da mura, che non impedirono comunque scorrerie da parte di bizantini, longobardi ed arabi.
Roccaforte longobarda in seguito, che vi costruirono nel IX secolo il loro castello, organizzandovi anche una consistente struttura urbana sia per ospitare le i soldati e diverse botteghe artigianali per i servizi necessari, divenne successivamente feudo normanno che vi edificarono chiese, conventi e monasteri così come qualche palazzo gentilizio, facendone anche un’importante sede vescovile.
Dell’antica roccaforte non rimane che una torre; il resto dell’antico maniero è stato distrutto nei secoli e sostituito da altri edifici che oggi ospitano l’arcivescovado ed il Museo Diocesano d’Arte Sacra.
Notevole l’impianto della Cattedrale del XI secolo, in stile romanico-normanno-cluniacense, costruita sulla cattedrale paleocristiana, a sua volta eretta sul luogo dove sorgeva un tempio pagano dedicato ad Ercole Acheruntino.
Tra i tanti edifici religiosi troviamo il quattrocentesco Convento Francescano fondato dagli Osservanti Alcantarini, che ospita il “Museo dei Legni Intagliati”; la chiesa dell’Annunziata del 1100; la seicentesca chiesa di San Laviero, uno dei patroni della città.
Stradine strette e tortuose
Il tessuto urbanistico del borgo evidenzia le differenti epoche e culture che si sono succedute: stradine strette e tortuose sulle quali si affacciano le facciate di case basse e compatte, che rimandano soprattutto al periodo medioevale; in diverse case sono incastonati frammenti di pietra ancora più antichi, con iscrizioni, decorazioni e bassorilievi.
L’economia del paese è essenzialmente agricola, con diverse aziende a conduzione familiare che producono principalmente grano duro, olio d’oliva e vino Aglianico; anche l’artigianato è abbastanza fiorente, con attività legate alla lavorazione del ferro battuto, del gesso e del legno.
Eventi
Diverse le manifestazioni che vengono organizzate ad Acerenza, soprattutto in occasione delle ricorrenze religiose, con processioni per le vie del paese e funzioni nelle chiese del borgo o nelle piccole chiese rupestri della campagna circostante.
In estate vengono organizzati i Giochi medioevali con tanto di corteo storico per rievocare la presenza longobarda e normanna; per l’occasione l’intero centro storico viene trasformato in un palcoscenico teatrale, in cui riprendono vita attività antiche, si aprono le botteghe del ferro, del legno, del sellaio e del calzolaio; all’evento, di grande richiamo, partecipa l’intero borgo con un corteo di oltre 200 figuranti, che indossano costumi d’epoca.
Durante il periodo della vendemmia è invece possibile visitare il “parco rurale delle cantine”, che rivela le tecniche e le attrezzature, alcune arcaiche, utilizzate dai produttori locali per la produzione dei vini.
La gastronomia tipica
In occasione dei tanti eventi gli acerenzani mettono in mostra i loro prodotti gastronomici più caratteristici, tra i quali il latte di mucca e di capra, il formaggio, il salame, la “soppressata”, l’olio extravergine di oliva, il pane di semola rimacinata di grano duro, il fagiolo di Rotonda e i piatti tipici della tradizione locale.
Tra questi ci sono i “maccaroun a desch’t”, maccheroni di pasta fresca fatti con le dita, i “z’zridd”, pasta fresca a mano di piccolo formato da degustare con fagioli e lenticchie, il “sasanidd”, un dolce tipico della vendemmia, fatto di pasta fresca cotta nel mosto di uva nera.
E ancora la “lagh’na chiappout”, lasagne farcite con uvetta, noci, mandorle tritate, cannella e insaporite con del “vino cotto“, ottenuto dalla bollitura del mosto dell’uva nel periodo della vendemmia e le tipiche “scarpelle lucane”.
L’ottima gastronomia locale propone piatti che vengono sempre accompagnati dall’Aglianico del Vulture Doc, uno dei i migliori vini prodotti in regione e tra i migliori vini italiani, conosciuto già ai tempi dell’antica Roma, che si abbina bene ai piatti di carne, in particolare arrosti e selvaggina.