Nel corso dell’assemblea il presidente nazionale Giansanti chiede una food policy a livello globale per la tutela delle produzioni di qualità
L’assemblea di Confagricoltura Piemonte che si è tenuta il 29 giugno 2022 a Torino ha visto l’intervento conclusivo del presidente nazionale Massimiliano Giansanti. Una conclusione articolata che ha toccato i temi della transizione energetica e della transizione ecologica; dei ritardi delle aziende agricole nazionali nel fare innovazione e ricerca; della visione limitata, a volte fuori contesto, della politica nazionale e regionale; della necessità di avere coraggio nelle scelte, da parte delle aziende, per affrontare e superare il periodo difficile che si sta vivendo.
“Vogliamo una food policy a livello globale per tutelare le produzioni di qualità dell’agricoltura nazionale. E’ tempo di scelte coraggiose e responsabili – ha affermato Giansanti -. Confagricoltura lavora per far crescere un modello agricolo di competizione delle imprese e per favorire l’occupazione: alle istituzioni chiediamo l’adozione di provvedimenti che ci consentano di migliorare le produzioni e di sostenere ricerca e innovazione. L’agricoltura continua a dare il proprio contributo importante all’economia del Paese”.
“Anche noi agricoltori, però – prosegue il presidente nazionale -, dobbiamo avere coraggio, dobbiamo dare il nostro contributo: un apporto importante riguarda, ad esempio, per una significativa transizione ecologica, la tecnologia sul campo. Dobbiamo abbandonare alcuni tipi di lavorazione che hanno un forte impatto sulle dimensioni e sui costi aziendali, bisogna informatizzare. Occorre riconvertire le nostre aziende, anche se so che è un periodo difficile. Però bisogna farlo”.
Nella relazione di apertura dell’assemblea, il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, ha sottolineato le principali emergenze dell’agricoltura regionale: “Siccità e peste suina sono le due emergenze che dobbiamo fronteggiare, con determinazione e impegno corale. Il risultato dipende dalla nostra capacità di progettazione e soprattutto di azione, sapendo che senza acqua e senza una strategia di difesa dalle malattie la nostra agricoltura non potrà sopravvivere. Le risorse ci sono, all’agricoltura dal PNRR sono destinati parecchi soldi, sta a noi agricoltori saperle veicolare. Bisogna sapere cogliere le opportunità che si presentano, tenendo presenti alcune criticità”.
“Il confronto sulla riforma della politica agricola comunitaria – ha continuato Allasia – vede un impegno attento della Regione, che deve essere rafforzato con interventi sul territorio, che tengano conto di tutte le nostre specificità. Il problema della peste suina può e deve essere fronteggiato in modo più incisivo e per questo occorre la piena consapevolezza sulla reale portata del problema da parte di tutte le istituzioni”.
“Per la siccità – ha dichiarato Allasia – possiamo soltanto sperare nel tempo. Nell’immediato – ha chiarito Allasia – chiediamo alla Regione di insistere nei confronti del governo nazionale affinché venga dichiarato lo stato di eccezionale calamità atmosferica per i nostri territori, affinché le istituzioni possano concordare con i gestori delle reti idroelettriche un piano di rilascio controllato delle acque immagazzinate nei bacini di montagna, piemontesi e valdostani, per attenuare gli effetti della siccità“.
Secondo le stime di Confagricoltura in Piemonte i danni diretti a causa della siccità, calcolati sulla produzione agricola di base, già oggi raggiungono quota 1 miliardo 150 milioni di euro.
“Occorrerà prevedere un congruo rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale e interventi di sostegno per le imprese agricole danneggiate – ha concluso Allasia – per evitare che questa calamità determini il tracollo del sistema produttivo piemontese con conseguenze dirompenti sulle filiere produttive, in particolare zootecniche, e sul nostro sistema agroalimentare”.
L’assessore regionale all’agricoltura, Marco Protopapa sottolinea che “cambiamento climatico e guerra, oltre che la peste suina, hanno messo in crisi le aziende agricole e ora sorge la necessità per alcune di modificare gli orientamenti e le strategie. Il consiglio è diversificare le produzioni. Noi offriamo tavoli di confronto per affrontare il futuro nell’incertezza, sì, ma anche con coraggio”.
L’assemblea si è chiusa col pensiero di Monica Canalis, vice presidente della terza Commissione del Consiglio regionale del Piemonte che ha comunicato che la conferenza dei capigruppo ha accolto la richiesta di Confagricoltura di svolgere un Consiglio regionale aperto sulla peste suina.