A metà strada tra il mar Tirreno ed il mare Adriatico, in territorio campano, c’è il piccolo borgo di Aquilonia, antichissima cittadina sannita prima e romana poi, come testimoniano le bellissime rovine del suo parco archeologico appena fuori dall’abitato.
In origine il paese era chiamato Carbonara, forse per la produzione di carbone vegetale oppure per la presenza di particolari rocce scistiche impregnate di petrolio che bruciavano come il carbone, rinvenibili ancora oggi in una sua frazione.
Il nome attuale l’ottenne soltanto dopo l’Unità d’Italia; il paese in realtà si trovava in una zona più bassa rispetto alla sua attuale posizione; fu infatti praticamente distrutto da un terremoto nel 1930 e rimase un paese fantasma, ricostruito come e dove lo vediamo oggi in pochissimi mesi.
L’antico borgo di Aquilonia
Dell’antico borgo si sono oggi riscoperte le strade selciate, si sono rizzate le murature delle case, senza però completarle di modo che resti a perenne ricordo il crudele destino che colpì Aquilonia e i suoi abitanti.
L’antica Carbonara era una città sannita fortificata, coinvolta nelle guerre contro la civiltà romana che alla fine ebbe la meglio; il paese viveva di economia pastorale basata sullo sfruttamento dei pascoli e dei boschi.
Nei secoli del dominio romano, il paese sopravvisse come municipio e ne seguì le vicende storiche fino alla sua decadenza ed all’arrivo dei popoli del nord Europa, quando, per difendersi, si arricchì di una rocca fortificata e divenne, insieme ai suoi casali, un centro militare a presidio della vallata dell’Osento e dell’Ofanto.
Risalendo verso il Rione Castello, si lambiscono gli angoli degli edifici, i portali con le superstiti iscrizioni e gli stemmi; dalla piazza che ha preso il posto dello scomparso castello longobardo si gode uno splendido panorama sulle vallate irpine, fino alla lontana Capitanata, un tempo solcata dalle vie di transumanza.
Un viaggio nel tempo
Passeggiare per le stradine del centro di Aquilonia, che conta meno di duemila abitanti, è un viaggio nel tempo, anzi, nei tempi, partendo dai reperti dell’antica Roma e attraversando il medioevo per giungere alla società ottocentesca ed a quella attuale.
La splendida Piazza del Municipio è stata ricomposta con le quinte dei palazzi e delle chiese, mentre poco distante si possono ammirare i resti di un altare del Settecento ritrovato nella chiesa Madre.
Il Parco archeologico
Poco fuori città è stato portato alla luce l’importante Parco archeologico, con i resti della vecchia Carbonara, memoria storica di tutti gli Aquiloniesi, con intatto l’originario tracciato urbano; all’interno del Parco è stato aperto anche il Museo delle Città Itineranti.
Nelle sue vicinanze è situata la medioevale Abbazia di san Vito, nei pressi della quale troneggia una quercia plurisecolare detta “quercia di S. Vito, uno dei cento alberi più vecchi dell’intera regione.
Fra le iniziative che vi si organizzano, i Festeggiamenti per il Santo Patrono, San Vito, che si tengono in tre occasioni in primavera, con processioni religiosi ed incontri di carattere enogastronomico, con la benedizione e distribuzione di formaggio ai fedeli.
La festa di S. Pietro martire invece, vede coinvolto soprattutto il mondo contadino ed è caratterizzata dalla costruzione di croci di canna o di legno da sistemare nei campi o in qualsiasi altro luogo per cui si richieda protezione.
Ai turisti e visitatori agostani è invece dedicata la Sagra contadina, che si svolge per le strade della città e nel Parco Archeologico, dove la genuina gastronomia contadina locale ed i prodotti tipici dell’Irpinia sono protagonisti; tra questi l’olio extravergine di oliva “Irpinia – Colline dell’Ufita” Dop ed i vini “Irpinia” Igp bianco, rosso e rosato.