L’annata 2023 i tecnici la definiscono “molto buona”. Ecco i punti salienti che la contraddistinguono:
- media qualitativa delle uve di “otto stelle” su dieci
- temperature record e siccità prolungata
- produzione in diminuzione di circa il 14%
- 2,06 milioni gli ettolitri prodotti contro i 2,26 milioni del 2022
- Piemonte seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato (giro d’affari che cresce a quota 1.362 milioni di euro (erano 1.235 milioni nel 2022)
- Tiene l’export: i vini Dop piemontesi sono andati meglio della media italiana, bene l’Asti Spumante anche se i rossi fermi hanno subito una contrazione.
Questa, in sintesi, l’analisi fatta da enologi, agronomi e giornalisti di settore in L’Annata Vitivinicola in Piemonte 2023, l’annuale pubblicazione curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte in cui si analizzano dati tecnici e valutazioni sulla vendemmia e sull’andamento economico generale del comparto vitivinicolo. Un lavoro che Vignaioli Piemontesi porta avanti da più di trent’anni, dal 1992.
L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Marco Protopapa ha evidenziato come la viticoltura e in genere l’agricoltura piemontese si trovino “di fronte a un cambiamento epocale, prima di tutto in vigna dove il clima mette a dura prova i nostri viticoltori. Anche nella nostra regione una siccità prolungata ormai da due anni, le alte temperature estive, la neve che non arriva e, di conseguenza, le riserve idriche che si riducono sempre più, sono tutte fonti di grandissima preoccupazione per l’agricoltura. La conseguenza più immediata è il calo di produzione delle uve. A questo si aggiunge un’incertezza che arriva dai mercati internazionali e che tocca in generale il sistema vino italiano”.
“È evidente che il settore vitivinicolo, prosegue l’assessore, si trova ad affrontare sfide significative; tuttavia, nel mezzo di queste difficoltà, è importante riconoscere e sfruttare le opportunità che possono emergere. Investire nella promozione delle eccellenze locali, come la cucina di qualità, i vini pregiati e le nostre bellezze paesaggistiche riconosciute dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, può diventare un punto di forza per attrarre il turismo”.
“Stiamo affrontando un’annata dove da una parte diamo una grande qualità al consumatore, dall’altra con delle criticità dal punto di vista della produzione – ha detto Giulio Porzio di Vignaioli Piemontesi –. È tempo di affrontare i problemi: la scarsità dell’acqua e le malattie, prima fra tutte la flavescenza dorata, che insieme abbassano le rese ad ettaro e quindi il reddito dei viticoltori. Questo ci rende estremamente vulnerabili. È ora di fare e non di professare. Bisogna guardare al futuro e investire su nuove strategie per dare un domani alla viticoltura delle colline Unesco e di chi ci lavora”.
Conclusa la parte tecnica, presentata da Federico Spanna (Regione Piemonte) e Michele Vigasio (Vignaioli Piemontesi), la presentazione è proseguita con Tiziana Sarnari (ISMEA) che ha fotografato “Lo stato di salute delle indicazioni geografiche – Focus sui vini a Denominazione d’origine piemontesi” e Denis Pantini (NOMISMA) che ha presentato “Performances e posizionamento competitivo dei vini piemontesi nello scenario di mercato”. Slide e presentazioni si possono scaricare sul sito www.vignaioli.it.
La presentazione si è conclusa con la presentazione del libro “The Wines of Piemonte” di David Way, un racconto affascinante dei vitigni e dei loro territori di origine del Piemonte.
La moderazione della giornata è stata affidata ad Alessandra Biondi Bartolini, direttrice scientifica di Millevigne, la rivista tecnica di Vignaioli Piemontesi.
I DATI DELLA VENDEMMIA 2023
Ricordiamo in sintesi quali sono i dati dell’annata 2023. La raccolta delle uve è stata abbastanza precoce, in generale si è svolta tra agosto e settembre. Tra i vigneti del Piemonte, la produzione di vino è calata del 14% rispetto all’anno prima attestandosi a 2,06 milioni di ettolitri. In Italia la produzione è stata di poco sotto i 44 milioni di ettolitri (-12% sul 2022).
La vendemmia comunque viene classificata come molto buona in qualità: dalle analisi e valutazioni svolte costantemente dal servizio tecnico di Vignaioli Piemontesi, molti vitigni sono collocati tra le «otto stelle» (Arneis, Favorita, Nascetta, Dolcetto, Grignolino, Nebbiolo Alto Piemonte, Chardonnay) e le «otto stelle e mezzo» (Cortese, Erbaluce, Moscato bianco, Timorasso, Barbera, Brachetto, Nebbiolo (Langhe). Tre i picchi vicino all’eccellenza con nove stelle: Freisa, Pelaverga Piccolo, Ruchè. Sette stelle e mezzo a Vespolina, Sauvignon Blanc, Pinot Nero. «Il carattere più apprezzabile del 2023 – scrivono i tecnici – potrebbe essere quello delle ‘ridimensionate’ potenze alcoliche anche più in sintonia con le nuove richieste di mercato». In generale, si delineano prospettive di migliore equilibrio e lunghezza nei vini, oltre che di maggiore complessità: «Occorre saper rintracciare e apprezzare nei vini anche l’impronta dell’annata oltre che quella territoriale».
Per il primo anno, dal 2017, gli ettari vitati piemontesi sono in flessione. La produzione di vini a Doc rappresenta il 94% con 1,95 milioni di ettolitri dichiarati nella vendemmia 2023. Ci sono 59 denominazioni con 18 Docg e 41 Doc che coprono circa l’83% della produzione regionale; quasi tutta di vitigni autoctoni storici.
Un export che interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei paesi UE e il 30% nei paesi extra UE.
Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: 35 cantine cooperative piemontesi sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con circa 8.000 soci.