E’ la mezzadria, una lunga storia di gente comune, il filo conduttore dell’edizione 2023 dei “Lòm a Mêrz”, la festa popolare con cui, sotto la preziosa egida del gruppo “Il lavoro dei contadini”, la Romagna saluta l’arrivo della primavera.
Come da tradizione domenica 26 febbraio gli antichi riti agresti, la natura e i sapori tipici del territorio saranno protagonisti alla Torre di Oriolo di Faenza con una giornata dedicata alle tradizioni più autentiche della campagna faentina.
Alle ore 10.45 si apriranno le porte del parco panoramico ai piedi del fortilizio medievale, dove da mezzogiorno sarà attivo un punto ristoro che proporrà per tutta la giornata specialità della tradizione romagnola a base dei prodotti delle aziende agricole di Oriolo. Nella vicina oasi del gusto i visitatori potranno trovare vini, succhi di frutta, confetture, farine di grani antichi, olio, formaggi e altre golosità locali in degustazione e in vendita.
Alle ore 14 la natura che si risveglia sarà al centro della passeggiata “Le erbe di Oriolo”. Camminando lungo il Sentiero dell’Amore si imparerà a riconoscere le erbe spontanee di stagione e il loro possibile utilizzo nella vita di ogni giorno. Alla stessa ora partiranno i giochi popolari della tradizione romagnola adatti a tutta la famiglia, mentre per l’intera giornata si potranno visitare le mostre e gli allestimenti della tradizione ospitati all’interno della Torre.
Sempre dalle ore 14 fino alle 16.30 sarà possibile ammirare le dolci colline di Oriolo alla moda di una volta, con un affascinante giro in carrozza trainata dai cavalli.
Ad allietare il pomeriggio di grandi e piccini sarà la musica a cura di Fola Balarèna: spazio a brani tradizionali romagnoli, suonati mantenendone la struttura originale antica e che ben si adatta ai balli, anch’essi tradizionali, che si svolgevano nei tempi passati nelle aie delle case contadine. La scuola di ballo sarà a cura dei musici.
L’atmosfera magica dei Lòm a Mêrz inizierà a riempire l’aria alle ore 17.45 con il calar del sole; alle ore 18 sarà acceso il grande falò nel quale saranno bruciati simbolicamente, insieme a rami secchi e resti delle potature, i freddi e le fatiche dell’inverno, invocando con il tradizionale scongiuro propiziatorio una primavera benevola per la campagna. Attorno al fuoco andranno in scena canti e balli della tradizione romagnola.
La manifestazione si concluderà alle ore 23. In caso di maltempo l’evento sarà replicato domenica 5 marzo con lo stesso programma.