Il luppolo: natura, storia e proprietà
Il luppolo o humulus lupulus è una bella pianta rampicante, che si avviluppa cercando sostegno ed emergendo alla vista con le sue foglie trilobate di un verde vivo. La loro forma è simile a quelle della vite, seppur siano notevolmente più piccole. I fiori sono piccoli capolavori di un verde tenero.
Da sempre noto come componente fondamentale per la produzione di birra, il luppolo può essere un ingrediente insolito e gustoso in cucina.
Il luppolo, noto fin dalla preistoria, ha cominciato ad essere coltivato nel IX secolo d. C in Germania e solo nella seconda metà dell’Ottocento la sua coltivazione fu introdotta in Italia, nel forlivese, da un agronomo che impiantò anche quella che può considerarsi la prima fabbrica di birra italiana.
Oggi una delle più importanti cooperative produttrici di luppolo si trova in provincia di Ravenna, da dove, dopo il raccolto, il fiore viene commercializzato fresco o essiccato.
Il prodotto è generalmente destinato ai birrifici artigianali e industriali, alle erboristerie e ai ristoranti con menu stagionali e a tema.
Il luppolo è ipocalorico; ha proprietà sedative, digestive, rilassanti e tonificanti. Stimola la produzione di succhi gastrici ed è considerato utile contro la gastrite.
Chi ama “andar per erbe” può invece cimentarsi nella raccolta del luppolo selvatico, un’erba primaverile che cresce spontaneamente nelle nostre campagne, nei nostri boschi, vicino a corsi d’acqua ricchi di vegetazione. Spesso la si trova nascosta fra siepi e rovi.
Il suo uso alimentare è particolarmente diffuso nel nord Italia, soprattutto in Veneto, dove ancora si prepara una originale minestra, i germogli assomigliano molto agli asparagi selvatici anche se il loro gusto è lievemente più amarognolo.
Il luppolo selvatico è utilizzato per preparare minestre, risotti, pesto, condimenti per la pasta o frittate. Lessati o saltati in padella i suoi germogli servono a preparare ricette semplici e veramente originali.
Se decidete di cimentarvi in un piatto a base di luppolo selvatico ponete grande cura nella raccolta e nella pulizia.
Assicuratevi innanzitutto di riconoscere la piantina perché ogni erba spontanea può essere potenzialmente tossica.
Non effettuate la raccolta vicino a strade trafficate o fonti di inquinamento.
Tagliate germogli di circa 15 cm con una forbice o un coltello.
Pulite bene prima di cucinare, lavando accuratamente con acqua e bicarbonato.
Se non volete effettuare personalmente la raccolta rivolgetevi a distributori specializzati online.
Ecco una ricetta
Frittata di germogli di luppolo selvatico
Ingredienti
- 4/5 uova
- 1 scalogno fresco
- 400 g di germogli di luppolo
- parmigiano reggiano grattuggiato facoltativo
- olio extravergine di oliva qb
- sale qb
- pepe qb
Preparazione
- Lavate i germogli del luppolo selvatico sotto abbondante acqua fredda
- Dividete le foglie dal gambo
- Tagliate il gambo a pezzetti e sbollentate tutto in acqua salata per 2 minuti
- Affettate lo scalogno e fatelo appassire in una padella con un filo d’olio extravergine di oliva
- Strizzate i germogli e aggiungeteli allo scalogno continuando a cuocere per pochi minuti
- Aggiustate di sale e pepe
- Rompete le uova in una ciotola, aggiungete i germogli con lo scalogno e il formaggio grattugiato
- Mescolate bene il composto
- Scaldate una padella antiaderente con un filo di olio, aggiungete l’impasto e cuocete per cinque minuti
- Girate la frittata aiutandovi con un piatto o un coperchio e terminate la cottura.