E’ da più di un decennio che la Condotta Slow Food Oltrepò Pavese si occupa del peperone di Voghera.
Slow Food ha rivolto il proprio interesse sia alle ricerche sul fronte scientifico e storico sia alla promozione il suo interesse ha avuto come oggetto sia le ricerche sul fronte scientifico e storico sia la promozione del prodotto attraverso il coinvolgimento di nuovi produttori, con lo scopo di far comprendere al consumatore che il peperone è apprezzabile sia appena raccolto e sia trasformato.
Nel secolo scorso nella pianura tra il Pavese e l’Alessandrino, i peperoni verdi, facilmente digeribili erano coltivati da tutti negli orti e Voghera ospitava un importante mercato ortofrutticolo ed esportava anche fuori dall’Italia, soprattutto in Germania e negli Stati Uniti.
Poi una grave micosi, il fusarium, ridusse la produzione in modo rilevante la produzione e ci vollero più di quindici anni per reintrodurre il peperone di Voghera, ora presidio Slow food.
Negli anni 50 del secolo scorso infatti, il temibile fungo colpì le radici delle piante, facendole morire rapidamente. Si pensa che la coltivazione intensiva abbia contribuito a diffondere la malattia.
Ora, per la coltivazione del peperone, si usano criteri differenti, avendo cura di non piantare la pianta nella stessa porzione di terreno per tre o quattro anni (il disciplinare di produzione prevede rotazioni annuali).
Da pochi semi rimasti, nel 2005 è partito un progetto di recupero in collaborazione con l’Istituto tecnico agrario Gallini di Voghera, l’Istituto di Patologia Vegetale dell’Università di Milano e il Centro Ricerca Agraria di Montanaso Lombardo (Lodi).
Nel giro di alcuni anni si è riusciti a riprendere la produzione e la commercializzazione del peperone di Voghera e i produttori si sono riuniti nell’associazione di valorizzazione e tutela del PepeVo che si occupa personalmente della riproduzione della semente.
Il peperone di Voghera presidio Slow Food
Il peperone di Voghera ha un bel colore verde chiaro e perciò viene anche chiamato “bianco”. In piena maturazione diventa giallo, quasi arancione, ma è buono già quando è ancora verde; proprio per questo motivo lo si raccoglie uno o due giorni prima che diventi giallo, quando ha la polpa consistente.
Oltre ad essere consumato crudo, in insalata o in pinzimonio, è consigliato per risotti e condimenti o per essere messo sotto aceto.