A Subiaco il 19 e 20 agosto, avrà luogo “Rajche, radici in comune”: tra poesie, stornelli, canti popolari e deliziose ricette, l’evento permetterà ai visitatori di sentirsi sublacensi per una due giorni all’ombra della Rocca Abbaziale che fu dimora dei Barberini, dei Colonna e di Lucrezia Borgia, tra i vicoli di uno dei paesi più suggestivi del Lazio.
Dalla musica all’arte, dall’artigianato fino all’enogastronomia, la città dei monasteri in provincia di Roma è pronta a svelare le sue radici più profonde. O meglio le “rajche”, come si dice nel dialetto di Subiaco, che da sempre difende la sua cultura appenninica, agricola e pastorale di fronte all’avanzare inesorabile della modernità.
Sarà una golosa passeggiata enogastronomica: all’interno delle vecchie cantine e di stand mobili, dove sarà possibile gustare una ricca carrellata di ricette tipiche del territorio, realizzate al momento con materie prime del posto; piatti deliziosi da accompagnare con i vini delle migliori cantine locali e nazionali, con gli spettacoli di musica popolare itinerante a fare da sottofondo.
Domenica 20 sarà la volta della tradizionale “panarda”, una cena all’aperto a base di piatti semplici e genuini, come i Pumpui, qui li chiamano cosi, cioè i fiori di zucca, strozzapreti, ravioli al tartufo, gnocchi al ragù di cinghiale, coratella, formaggi e ricotta di pecora, ciambelle e bombe fritte, la pasta alla Visciola e il Salame del Ré e vini di Lazio e Abruzzo nel bicchiere.
Come di consueto, l’evento si concluderà all’insegna dell’allegria con il caratteristico “ballo della pantasema”, che darà a tutti l’appuntamento alla prossima edizione.
“Rajche, radici in comune” prenderà vita nella parte alta del centro storico ai piedi della splendida Rocca Abbaziale, da via Milazzo a piazza Palma, da piazza dell’Olivastro a via Palestro. Sarà un’ottima occasione anche per scoprire Subiaco, costruita su una rupe di roccia che domina la campagna circostante, dove meritano una visita anche la trecentesca chiesa di San Francesco e quelle neoclassiche di Sant’Andrea e di Santa Maria della Valle.
Nei dintorni, a pochi chilometri dall’abitato, sorgono gli splendidi monasteri di Santa Scolastica – l’unico fra i dodici voluti da San Benedetto nella valle sublacense sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene – e quello del Sacro Speco, eretto nella curvatura di una alta parete di roccia e sorretto da nove alte arcate, con il suggestivo labirinto interno fatto di ambienti di vita quotidiana, piccole chiese e cappelle scavate nella roccia.
Il paese, inoltre, è immerso in un territorio ricco di storia: dall’imperatore romano Nerone alla famiglia Borgia, da San Benedetto che qui scrisse la sua la sua Regola fino alla prima stampa in Italia di un libro con il metodo Gutemberg, la valle dell’Aniene è stata nei secoli teatro di eventi fondamentali non solo per il nostro Paese, ma per l’Europa intera.
by Fuoriporta