Ciò che caratterizza, che racconta meglio i sublacensi, sono le loro tradizioni, ed è per questo che da quattordici anni, ogni anno, torna Rajche, ovvero Radici.
Due giorni immersivi, divertenti e gustosi, attraverso i quali con panarda, il ballo della Pantasema, il saltarello, la zampogna, la tamburella e l’organetto raccontano Subiaco, il borgo del Lazio, a pochi passi da Roma, dove tutto è possibile: dal rafting, alla canoa, kayak e pesca della trota sul fiume Aniene, con escursionismo, orienteering e nordic walking nei dintorni del borgo.
Non mancherà ovviamente na ricca carrellata di ricette tipiche del territorio, con paste fatte a mano, condite con i prodotti che questa terra offre: porcini e tartufo; e poi i fritti. nel classico cartoccio.
Ai piedi giardini della Rocca dei Borgia, nel centro storico, Rajche è un evento unico in tutta la provincia di Roma dove assaporare in quarantotto ore la gastronomia locale, il buon vivere, quello di un borgo come Subiaco che oggi come ieri, è immerso nella bellezza e nel gusto
Un’affascinante e golosa passeggiata, lunga e larga da fare rigorosamente con naso all’insù, per ammirare le mura della Rocca che troneggia in alto, che da sempre caratterizzano questo delizioso borgo romano. Ovviamente non mancherà il bicchiere in mano, straripante di buon vino regionale.
Dalla musica all’arte, dall’artigianato fino all’enogastronomia, la città dei monasteri a pochi passi dalla capitale è pronta a svelare la sua essenza, che da sempre difende la sua cultura appenninica, agricola e pastorale di fronte all’avanzare inesorabile della modernità.
“Rajche, radici in comune”, permetterà ai visitatori di sentirsi sublacensi per due giorni nel centro storico, tra i vicoli di uno dei paesi più suggestivi del Lazio, dove ci sono anche i resti della Villa di Nerone.
L’evento si concluderà all’insegna dell’allegria con il caratteristico “ballo della pantasema”, che darà a tutti l’appuntamento alla prossima edizione.
Rajche sarà insomma un’ottima occasione anche per scoprire Subiaco, costruita su una rupe di roccia che domina la campagna circostante, dove meritano una visita anche la trecentesca chiesa di San Francesco e quelle neoclassiche di Sant’Andrea e di Santa Maria della Valle.
Nei dintorni, a pochi chilometri dall’abitato, sorgono gli splendidi monasteri di Santa Scolastica, l’unico fra i dodici voluti da San Benedetto nella valle sublacense sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene, e quello del Sacro Speco, eretto nella curvatura di una alta parete di roccia e sorretto da nove alte arcate, con il suggestivo labirinto interno fatto di ambienti di vita quotidiana, piccole chiese e cappelle scavate nella roccia.
Il paese, inoltre, è immerso in un territorio ricco di storia: dall’imperatore romano Nerone alla famiglia Borgia, da San Benedetto che qui scrisse la sua Regola, fino alla prima stampa in Italia di un libro con il metodo Gutemberg; la valle dell’Aniene è stata nei secoli teatro di eventi fondamentali non solo per il nostro Paese, ma per l’Europa intera.