Torna puntuale Al Mèni, il circo dei sapori ideato da Massimo Bottura che con questa iniziativa sancisce, per il decimo anno, l’inizio dell’estate romagnola nel più onirico spirito felliniano. Appuntamento fisso che ha attraversato gli anni bui della pandemia e che si conferma anche stavolta come un importante momento di coesione, festa e condivisione ancor più necessario nella regione duramente colpita dal maltempo nelle settimane passate. L’appuntamento, tornato già lo scorso anno fra la spiaggia e il Grand Hotel di Rimini, caro a Fellini, rappresenta “Un grande e simbolico abbraccio che tiene stretti e uniti in un momento di grande difficoltà ma anche di grande solidarietà per la Romagna”. Ed è proprio l’abbraccio il tema di quest’anno.
Al Mèni 2023. Parola chiave: l’abbraccio. Un invito alla solidarietà
Il nome Al Mèni, ovvero le mani, preso a prestito dal titolo di una poesia di Tonino Guerra, fa riferimento al lavoro degli artigiani, di chi produce e di chi trasforma i prodotti della terra, chi le idee in oggetti concreti, ma diventa quest’anno anche veicolo di calore, scambio, vicinanza. Così l’abbraccio tiene strette insieme, nel momento della ricostruzione dopo le drammatiche giornate di maltempo, tutte le eccellenze del territorio, cheffes (ben 13 su 20, i volti femminili) e chef, vignaioli, i contadini e gli artigiani che l’abbraccio di Al Mèni sostiene anche in questo momento complicato, favorendone la partecipazione alla manifestazione. “Per questa decima edizione” commentano dall’Amministrazione Comunale di Rimini “abbiamo scelto il tema dell’abbraccio trattato da diverse prospettive come quella della solidarietà e vicinanza nei confronti dei produttori e delle realtà artigianali colpite duramente dall’alluvione, ma anche quella della sostenibilità come nel caso del progetto Hadria 37 a sostegno dell’opera di Fondazione Cetacea, così come della inclusività e dell’etica di associazioni come il Tortellante, laboratorio terapeutico-abilitativo, fondato a Modena nel 2016 da Massimo Bottura e Lara Gilmore, dove giovani nello spettro autistico si dedicano alla produzione di pasta fresca fatta a mano e che sarà presente con i suoi celebri tortellini sul lungomare riminese, fino al grande tema del cambiamento climatico trattato da Slow Food nei suoi approfondimenti”.
Fuori dal tendone di Al Mèni. Street food dei pescatori e degli chef
Anche quest’anno la festa è dentro e fuori il grande Circo 8 e 1/2 . Tutt’intorno al tendone, infatti, nella rotonda di piazzale Fellini, ci sono le postazioni per lo street food dei pescatori (con fritto di pesce, spiedini di gamberi e calamari, risotto alla marinara e la piada vista mare targata Associazione Rimini per tutti) e quello degli chef, Mariano Guardianelli (Abocar) e Davide Di Fabio (La Gioconda) insieme agli colleghi di Francescana e Franceschetta coordinati da Alberto Faccani.
Ci sono poi il ristorante Quartopiano di Rimini, la “terrazza sulla città” e il food truck il Tortellante, le aree per drink ideati appositamente per Al Mèni da EnGine e Necessaire, le birre Amarcord (locale, con luppolo in fiore, coltivato nelle campagne di Ravenna), la Warsteiner e la premiatissima Rye River, e la selezione di vini della ‘Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini’, e ancora il Barbecue BBQ Geeks e la regina di Romagna, la piada, con uno spazio dedicato del Consorzio.
Appuntamento speciale, domenica mattina con il pic nic gourmet nei giardini del Grand Hotel, raffinato déjeuner sur l’herbe a cura del resident Claudio di Bernardo e Roberto Rinaldini, maestro di pasticceria, in collaborazione con Massimo Bottura e gli chef di Al Mèni (55 euro per persona, ingresso solo su prenotazione info@grandhotelrimini.com).
Il mercato alimentare e dell’artigianato
Nel piazzale alberato dedicato a Fellini, fra la fontana dei Quattro Cavalli e il Grand Hotel, c’è il Mercato delle eccellenze della regione che conta il maggior numero di Dop e Igp al mondo: salumi di mora romagnola, Parmigiano Reggiano, aglio di Voghera, e insieme a questi anche frutta, verdura, peperoncino, pani dell’Appennino, biscotti, Presidi Slow Food (per esempio la ciliegia moretta di Vignola e il Parmigiano Reggiano di Vacca bianca modenese) e molte altre specialità, frutto del lavoro dei produttori colpiti dalle recenti frane e alluvioni. L’abbraccio di Al Mèni si estende anche a loro, sostenendoli e agevolandoli con la partecipazione gratuita e continuando a dare loro visibilità il racconto dei loro prodotti, selezionati da CheftoChef Emiliaromagnacuochi, in collaborazione con Slow Food Emila-Romagna.
Ma non c’è solo l’agroalimentare: di fronte al Circo 8 e 1⁄2 oltre venti artigiani e designer di Matrioska labstore, con ceramiche, profumi, abiti sartoriali, oggetti unici di design, bijoux, t-shirt, quaderni e taccuini fatti a mano e l’Accademia, uno spazio dove creare e assaggiare, per scoprire benefici e utilizzi delle piante aromatiche.
Sotto al tendone di Al Mèni. Gli show cooking e i grandi chef
Due giorni di animazione, confronto e grande cucina che trova collocazione sotto il grande tendone di Al Mèni, nello spazio Circo 8 e ½ dove duettano chef della regione con altri in arrivo dal resto d’Italia e del mondo, tra show cooking e degustazioni. Un fitto calendario concentrato in due momenti della giornata, che si apre – dopo il consueto via dato alle 11.30 da Massimo Bottura e dal sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad – con gli chef di casa, sabato 17 alle 12.30 con Jessica Rosval, canadese che guida la cucina di Casa Maria Luigia del Gruppo Bottura con il connazionale di origini vietnamite Allen Huynh in forze all’Osteria Francescana di Modena. Prosegue alle 13.30 con Luca Marchini (L’Erba del Re, Modena) e Anna Barbina (Ab Osteria Contemporanea, Lavariano). Alle 19.30 è il turno di Francesco Vincenzi (Franceschetta 58, Modena), Chiara Pavan (Venissa, Venezia) e poi a seguire la tedesca Isabelle Gemmer (Bellas Lokal, Bad Soden am Taunus) che lavora a stretto contatto con agricoltori e vignaioli locali insieme a Marta Cerbino (Languorino, Montefiascone), e poi Massimiliano Mussoni (La Sangiovesa, Santarcangelo di Romagna), con la danese Emilie Qvist Kjaergaard, che dopo esperienze a Copenhagen ha aperto un ristorante in un minuscolo villaggio di pescatori nel Nord dello Jutland e ora sta avviando un nuovo progetto a Zurigo.
Domenica 18 aprono le danze alle 12.30 Martina Mosco (brododigò, Ferrara) e Vania Ghedini di Sesamo, locale dell’orbita Alajmo a Marrakech; e alle 13.30 Giuseppe Gasperoni (Il Povero Diavolo, Torriana) e Naifa Mulla (Naifa, Tel Aviv), popolare per la sua partecipazione al “Top Chef” israeliano, che rivisita con arguzia e brio la cucina delle sue origini. Alle 19 il re del culatello, Massimo Spigaroli (Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense) con la sua cucina “gastro-fluviale”, fra pesce d’acqua dolce e vegetali della Bassa Parmense, incontra Marina Gasi (Marina Restaurant, Novigrad) che lavora la materia prima di mare, seguono Giovanna Guidetti (La Fefa, Finale Emilia) con Alessandra Del Favero ( Il Carpaccio by Da Vittorio, Parigi), e, alle 21, Ivan Milani (Alma9 di Villa Monty Banks di Cesena) con Avivit Priel Avichai di Ouzeria, la cui cucina è fortemente influenzata dal vicino mercato delle spezie di Tel Aviv.