Nella cittadina di Grottaglie, in provincia di Taranto e nota per la produzione di ceramica tradizionale ed artistica, le vie si riempiono di fervore e devozione in attesa dell’evento religioso più atteso dell’anno: la “Foc’ra” di San Ciro.
Il 30 gennaio una maestosa piramide di legna, costruita con meticolosa cura e appassionato impegno, darà vita al fuoco più grande d’Europa, celebrando così il copatrono grottagliese.
Il rito secolare dell’accensione della “Foc’ra”, dedicata al Santo originario di Alessandria d’Egitto, medico ed eremita vissuto tra il III e il IV secolo dopo Cristo, si rinnova annualmente con fervore e ardente entusiasmo.
Grottaglie, quest’anno ufficialmente inclusa nel registro delle città della Rete dei Fuochi di Puglia, vede questo riconoscimento come un’opportunità per esaltare e sostenere la sua affascinante tradizione legata al “fuoco buono”.
Una piramide di 22 metri d’altezza
La maestosa piramide del 2024, forgiata con passione, legno d’ulivo e tralci di vite seguendo l’antico metodo tramandato nel corso dei secoli, presenta una base quadrata di 23 per 23 metri e un’altezza di 22 metri. La particolarità dell’imponente pira è la presenza di una camera interna, larga 5 metri per 5 ed alta tre metri e mezzo, decorata con disegni dei bambini delle scuole. La “Foc’ra” non è solo un evento, ma un momento identitario e di incontro, un’occasione per vivere e condividere le radici culturali e spirituali che uniscono tutta la comunità di Grottaglie.
Visite guidate alla “Foc’ra”
ino al 29 gennaio, sarà possibile visitare gratuitamente la “Foc’ra”, con un percorso accessibile anche ai diversamente abili. L’Associazione di Promozione Turistica “Pro Loco di Grottaglie”, in collaborazione con gli Amici della “Foc’ra” e il patrocinio del Comune di Grottaglie, accompagnerà scolaresche in ardenti visite guidate alla scoperta della storia e del culto legati a San Ciro.
Un’esperienza culturale e spirituale infuocata e appassionata
Grottaglie si prepara a vivere un’esperienza infuocata e appassionante, tra fede, folklore e tradizione, accogliendo visitatori provenienti da ogni parte d’Italia. La “Foc’ra” di San Ciro è molto più di un evento: è un ardente viaggio nelle radici di una comunità, un’occasione per celebrare e condividere la ricchezza di una tradizione millenaria che arde nel cuore di chi la vive.
La processione del 31 gennaio
Il 31 gennaio segna il culmine dei festeggiamenti a Grottaglie, con la processione che si snoda tra le vie della città. La solenne giornata inizia con le messe mattutine, che giungono al termine alle 13, quando la statua di San Ciro viene solennemente portata a spalla dagli esponenti delle confraternite locali, lasciando la Collegiata.
Devoti e fedeli, affiancati da turisti e forestieri, si radunano in Piazza Regina Margherita, creando una folla di oltre cinquemila persone, tutte accomunate dalla volontà di partecipare a questa toccante tradizione. In questo momento culminante, la statua del Santo diventa il fulcro di una processione che si snoda attraverso l’intera città, unendo spiritualità, devozione e tradizione.
La processione, che si protrae per circa cinque ore, è un momento di intensa partecipazione collettiva, una camminata di fede che attraversa le vie, i vicoli e le piazze di Grottaglie. Le strade si animano di canti, preghiere e gesti simbolici, mentre il profumo di incenso aleggia nell’aria, creando un’atmosfera mistica e coinvolgente.
Durante il percorso, la comunità si unisce nel fervore religioso, mostrando il legame profondo che la lega a San Ciro. Ogni passo della processione è accompagnato da un senso di sacralità e rispetto, con i devoti che seguono con devozione la statua del Santo, pregando e rinnovando il loro impegno spirituale.
Il profondo culto di San Ciro a Grottaglie
L’introduzione del culto risale al 1707, quando S. Francesco De Geronimo, Santo patrono originario di Grottaglie, inviò da Napoli un simulacro raffigurante il Santo, e alcuni frammenti delle reliquie. A Grottaglie attualmente sono presenti tre simulacri che effigiano S. Ciro, ognuno con una storia e una collocazione diversa. La festa, che si svolge nel cuore dell’inverno, richiama da quasi due secoli folle di visitatori, spinti non solo dalla fede ma anche dalla convinzione della potenza taumaturgica del Santo, attribuendogli ogni anno fatti miracolosi.