La Croatina è un vitigno autoctono ottocentesco, a bacca nera presente soprattutto sulle colline dell’Oltrepò Pavese, del piacentino ed alcuni altri territori del Piemonte e del Veneto, dove rientra tra gli ingredienti dell’Amarone della Valpolicella.
Dalla spremitura della Croatina in purezza derivano alcuni ottimi vini, come il Bonarda Doc, sia ferma che frizzante, mentre dalla sinergia con altre uve quali il Barbera, l’Uva Rara ed il Pinot Nero, si ottengono il Gutturnio dei colli piacentini Doc, il Buttafuoco, il Rosso dell’Oltrepò Pavese Doc.
La Croatina ha un basso contenuto di tannini, per cui ne risulta un vino con carenza di “corpo”, ma con profumi intensi di frutti rossi; ha un colore rosso con gradazioni dal rosso fino al rosso rubino; un odore intenso e gradevolmente vinoso; sapore secco, sapido e corposo, leggermente tannico e talvolta vivace.
Croatina, un vino antico da bere giovane
E’ un vitigno a bacca nera, foglia media o medio-piccola, allungata e pentagonale, con grappolo grande, conico allungato, alato, di media compattezza o compatto; l’acino è medio, di forma sferoidale regolare, con buccia di colore turchino, spessa e coriacea, abbondantemente ricoperta di pruina.
Ha una produzione abbastanza elevata ma altalenante, predilige terreni piuttosto profondi, franco-argillosi limosi o argillosi, calcarei.
Il vitigno Croatina viene spesso confusa con il Bonarda, una vite tipicamente piemontese, mentre il vino Bonarda è invece il nome di un vino dei Colli Piacentini e dell’Oltrepò Pavese prodotto con uve della Croatina.
Il nome del vitigno pare essere legato alla Val d’Arda, valle di confine tra Parma e Piacenza, dove le coltivazioni della vite risalgono alla presenza romana; nella zona di Rovescala, nell’Oltrepò Pavese, pare fosse presente sin dal Medio Evo.
Croatina è anche un vino oggi Igp, che va consumato prevalentemente giovane, adatto a carni bianche, pasticci, antipasti, formaggi non troppo stagionati e maturati, ma anche con primi piatti come ad esempio “l’ajà”.