Valtellina è sinonimo di natura, ma anche di buona cucina e prodotti genuini e con Valtellina in tavola si apre una frontiera del gusto tutta da esplorare per chi è alla ricerca di ricette della tradizione, cibi tipici ma anche salutari.
E così la scoperta di questa valle diventa un tour enogastronomico alla ricerca di piccole e grandi eccellenze locali; aziende e produttori che innovandosi e puntando sulla genuinità, affondano le radici nel gusto, senza perdere di vista lo “stare bene”.
Valtellina in tavola; un progetto da leccarsi i baffi
È arrivato in valle Vita, cioè Valtellina in tavola, un progetto che nasce per promuovere e valorizzare le eccellenze enogastronomiche locali e per arricchire, con il valore aggiunto dei prodotti a chilometro zero, la cucina valtellinese di qualità.
Vita mette in contatto produttori e ristoratori grazie ad una vetrina virtuale, un mercato che consente ai produttori di presentare la propria azienda e i propri prodotti e ai ristoratori di trovare alimenti certificati.
Valtellina in tavola; segale, la semplicità dello stare bene
Il Progetto segale 100% Valtellina fa invece leva su genuinità, legame con il territorio, riscoperta e rivisitazione in chiave moderna di antichi sapori e mette in rete esperienze ed eccellenze per rilanciare un’antica coltura riscoperta e valorizzata nella dieta: la segale.
Il pane realizzato con farina di segale originaria della Valtellina, coltivata in modo naturale senza l’uso di fitofarmaci, è un’eccellenza che caratterizza queste valli e vuol dar vita a una microeconomia sostenibile in grado di produrre reddito.
Livigno, la qualità della montagna
La Latteria Livigno è un esempio di investimento sull’economia locale; nata 50 anni fa dalla volontà di promuovere lo sviluppo dell’ambiente montano e la sua economia, riunisce piccoli produttori di latte in cooperativa.
La garanzia di genuinità e qualità dei suoi prodotti è frutto dell’allevamento in alpeggio durante i mesi estivi e dell’alimentazione del bestiame a base di mangimi e foraggi selezionati, e di quotidiane analisi sulla qualità del latte e della sua lavorazione.
Bormio, dal Braulio all’acqua termale
Dai segreti delle erbe mediche, ecco una serie di amari locali che richiamano ad antiche ricette farmaceutiche ma che oggi fanno parte della tradizione locale. 140 anni fa nasceva, dalle sapienti mani di un farmacista, il Dottor Francesco Peloni, il celebre Braulio, che voleva sfruttare le proprietà medicali e curative delle erbe di montagna miscelandole con bacche e radici.
Oggi il Braulio si produce come allora, nelle cantine storiche dove riposa fino a tre anni; una visita alle cantine dell’azienda, in centro a Bormio, è un’esperienza unica: dal 30 giugno all’8 settembre 2018, ogni mercoledì alle 18 ed ogni sabato alle 17,è possibile partecipare ad un tour guidato gratuito di circa 45 minuti.
Da un capolavoro all’altro, un mix di erbe dà vita anche all’amaro Taneda, nome in dialetto dell’achillea moscata o dell’erba iva con cui viene fatto, che cresce sopra i 2000 metri.
Il Genepì è un liquore amabile, leggermente amaro, preparato con l’Artemisia Glacialis, pianta erbacea tipica delle Alpi, che cresce dai 2000 ai 3000 metri.; la tradizione popolare attribuisce ad entrambi poteri digestivi.
Non si può pensare a Bormio senza sognare il benessere che donano le sue acque termali dalle proprietà curative riscontrate anche dall’assunzione diretta. Il segreto sta tutto nei depositi di sostanze minerali intorno alle sorgenti termali.
Valtellina in tavola; sua maestà la bresaola
Non c’è gita in Valtellina senza un assaggio del suo prodotto più conosciuto: la Bresaola; salume semplice ma che richiede una lavorazione sapiente, per conservare al meglio i pregiati tagli di carne bovina, che, senza cottura né macinazione, vengono ripuliti d’ogni traccia di grasso e cosparsi di una miscela di sale, pepe ed aromi naturali.
La composizione di questa miscela di spezie, la cui ricetta è gelosamente tenuta segreta da ogni buon “salatore”, dona alla bresaola le sue ineguagliabili proprietà.
La fase conclusiva è la stagionatura vera e propria all’aria di montagna, per 4-8 settimane, indispensabile per giungere al delicato gusto ed alla morbidezza dell’eccellente bresaola: magra, ricca di proteine, ferro ed inoltre molto digeribile.
Nella zona della Valchiavenna già dal 1400 si hanno notizie storiche della produzione di “carne salada” e qui, dove si dà a questo prodotto il nome di “brisaola” vi è ancora un passaggio, complementare alla stagionatura, che alcuni artigiani continuano ad effettuare, cioè l’affumicatura, pratica antica come la salagione che concorre alla conservazione e conferisce alla carne un colore leggermente più scuro.
Madesimo tra gusto e natura
“MA! Officina Gastronomica”, presidio Slow Food, è un laboratorio di brisaole tradizionali, la cui filosofia di fondo è all’insegna del chilometro zero.
L’estate 2018 regalerà ai visitatori un’interessante opportunità: visitare il laboratorio di produzione Iprim e di passare poi alla degustazione.
L’anima “vegetariana” di Madesimo è il Giardino Alpino, una splendida area selvaggia in cui viene realizzato l’orto botanico, separato da una recinzione dal pascolo circostante.
Il Giardino Alpino è un’area incontaminata tranne che per qualche angolo coltivato con piante officinali e patate rare ed in via di estinzione. Il periodo più favorevole alla visita va da maggio, con le più belle fioriture, a settembre, quando la montagna offre gli ultimi fiori.
Valtellina in tavola; mele e miele: la dolcezza che conquista
È l’aria di montagna a regalare alle mele di Valtellina un gusto e una fragranza unici. Una produzione eccelsa per qualità, a basso impatto ambientale, garantita dal marchio europeo IGP.
Il miele, dalle sue note proprietà curative, in Valtellina profuma dei fiori che crescono nelle verdi vallate e nei pascoli di alta quota ed è il risultato del lavoro appassionato degli apicoltori di tutta la valle.