Il nostro paese conta tantissimi prodotti agroalimentari cosiddetti “di nicchia” e tra questi si può annoverare anche il chinotto di Savona, bevanda derivata da un agrume del genere “citrus”, un alberello sempreverde originario della Cina e della Cocincina, ritenuto una mutazione dell’arancio amaro.
Si tratta di una pianta che può raggiungere al massimo i 3 metri d’altezza, con rami diritti e ramificazioni brevi e compatte, senza spine e con foglie piccole che ricordano quelle del mirto. I fiori crescono sia in gruppi alle estremità dei rami, sia singolarmente vicini allo stelo della pianta.
I frutti del chinotto, le cui piante temono il freddo e che in certi posti vengono anche coltivate in vaso come piante ornamentali, una volta maturi, verso la metà di giugno, hanno un colore arancione e sono piccoli e schiacciati ai poli, con un succo molto amaro e acidulo.
Il Chinotto di Savona
La coltura più estesa di chinotto in Italia, che ha raggiunto fama internazionale, è quella praticata da circa tre secoli in Liguria ed in particolare nel territorio di Savona che viene prodotto sia lungo la costa che nell’entroterra più vicino al mare.
La sua buccia sottilissima è di colore giallo-arancio e intensamente profumata, mentre la polpa si presenta gialla, poco sugosa, leggermente amara e con 8-10 spicchi.
Dai suoi frutti non si ricava solo l’omonima bevanda, gassata e amarognola, ma serve anche per preparare canditi, marmellate e mostarde.
Se da tempo le più note industrie di bibite gassate hanno messo in commercio il chinotto, considerato l’alternativa italiana alla più nota Coca Cola, non è da molto, invece, che la bevanda gassata prodotta dall’azienda Lurisia la si trova in commercio anche in alcuni supermercati della Gdo, in particolare l’A&O, e c’è da dire che non c’è paragone con gli altri chinotti in commercio in quanto a bontà, gusto e dissetabilità,
I canditi di chinotto di Savona
Pochissimi i pasticceri che candiscono ancora i chinotti di Savona: questi agrumi si possono consumare infatti esclusivamente canditi oppure sotto sciroppo; freschi sono troppo amarognoli.
Un tempo l’esportazione di chinotti era molto attiva verso la Francia, l’Inghilterra e le Americhe; purtroppo attualmente tale commercio si è praticamente estinto.
Il chinotto di Savona presidio Slow Food
Recentemente nel savonese il chinotto è diventato una coltivazione protetta e dal settembre 2004 è entrato a far parte dei Presidi Slow Food con l’obiettivo di recuperarne la coltivazione e di rilanciare l’arte della canditura.
Dato il rischio di estinzione della pianta, da qualche anno il Comune di Quiliano ha avviato un’operazione di piantumazione estensiva presso il Parco di San Pietro in Carpignano.
I fiori e le foglie vengono invece utilizzati nelle preparazioni erboristiche, come tisane digestive, depurative, e concilianti del sonno.