Tre giorni di celebrazioni per la Sicilia riconosciuta Regione europea della gastronomia 2025 dall’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism (IGCAT). Il riconoscimento per la sua unicità culturale, per le attività volte a stimolare la creatività e l’innovazione gastronomica, nonché a promuovere e a migliorare gli standard del turismo sostenibile.
Un premio che ogni anno IGCAT assegna l’European Region of Gastronomy a regioni europee che si distinguono per ricchezza e unicità della cultura agroalimentare, per qualità e varietà dei prodotti.

Sicilia Regione Europea della Gastronomia 2025: Credit Andrea Di Bella
Il 2025 vede protagonista nella scena internazionale la Sicilia, uno scrigno di meraviglie dai sapori unici, materie prime rare, ricette raffinate e golose che riflette la storia millenaria dell’isola, le influenze dei popoli che l’hanno dominata e la generosità della sua terra. Un riconoscimento prestigioso, ma anche una preziosa opportunità per stimolare creatività e innovazione gastronomica, così come il benessere e la sostenibilità delle comunità locali.
Una grande opportunità e della quale la Regione Siciliana farà tesoro con una serie di appuntamenti in programma da maggio a ottobre in venti comuni dell’Isola: tra primavera, estate e autunno 2025, i visitatori potranno (ri)scoprire il volto più genuino dell’isola, attraverso iniziative che weekend dopo weekend si faranno promotrici di un turismo esperienziale, in linea con la stagionalità dei prodotti, l’artigianato locale, e l’anima comunicativa racchiusa in ogni territorio.
Un calendario di incontri e racconti, a tu per tu con il patrimonio identitario di un’isola felice, sempre più protagonista della cucina italiana e del mondo, non a caso la prima regione italiana ad aver ottenuto l’importante nomina dell’IGCAT.
La cerimonia, alla presenza di istituzioni e rappresentanti dei Consorzi di tutela Dop e Igp, si è tenuta negli spazi di Identità Golose a Milano, dove si sono alternati incontri, show cooking, talk e premiazioni dei giornalisti che si sono distinti per reportage e recensioni nel campo dell’enogastronomia siciliana tra vizi e virtù.
LE VIRTÙ DELLA SICILIA AGROALIMENTARE
Unicità, biodiversità e patrimonio multiculturale: questi i valori distintivi della Sicilia, Regione Europea della Gastronomia 2025. Il sapore delle identità mediterranee è dato dai seguenti numeri:
- La Sicilia ha il primato nazionale di Agricoltura Biologica con 427 mila ettari in biologico;
- La Sicilia ha il primato nazionale con 6735 imprese Agricole condotte da under 35;
- 36 produzioni a marchio Dop;
- 31 produzioni enologiche Doc e Docg;
- 58 Presidi Slow Food;
- 59 prodotti con il marchio QS (Qualità Sicura Garantita) per grano duro e prodotti zootecnici;
- 269 Prodotti Agroalimentari Tradizionali (P.A.T.).
Con il premio assegnato dall’IGCAT si valorizza il tesoro enogastronomico, culturale e naturale della Sicilia nel panorama internazionale.

Credits Andrea Di Bella
GASTRONOMIA E TURISMO
In Sicilia, a fine 2021, si sono registrati oltre 3 milioni di turisti stranieri (+39,4% rispetto al 2020) e circa 10 milioni di presenze. Rispetto allo stesso periodo del 2020, si è registrato una crescita di circa il 44% nelle presenze complessive e una crescita dell’83% nei turisti stranieri.
Il sistema agricolo, agroalimentare e agrituristico della Sicilia è un sistema economico basato su prodotti di qualità, valore aggiunto e relazioni virtuose tra turismo, enogastronomia ed export.
Il turismo enogastronomico non è solo un fattore di differenziazione economica, ma anche sociale e ambientale. La gastronomia è un prodotto che privilegia la sostenibilità, mantenendo le tradizioni e preservando l’autenticità delle destinazioni. La gastronomia è una delle variabili più strategicamente importanti che incideranno sul turismo in Sicilia in futuro. Per questo motivo, sono state recentemente avviate iniziative private e pubbliche di grande rilevanza, che gettano le basi e creano un percorso futuro redditizio per un turismo equilibrato e sostenibile.
Il titolo di Regione Europea della Gastronomia 2025 consentirebbe alla Sicilia di raggiungere il suo macro obiettivo di progressi significativi, osservabili e valutabili nei prossimi anni: occorre promuovere e valorizzare la ricchezza e l’unicità delle risorse e delle eccellenze siciliane, promuovendo l’integrazione, l’inclusione e la salvaguardia delle ricette storiche della gastronomia siciliana, nonché la salvaguardia della biodiversità naturale e culturale e le attività per la resilienza climatica. Recupero e valorizzazione del passato ma anche per facilitare l’innovazione e il confronto e la collaborazione internazionale.

La Piazza Duomo di Acireale. Credits Andrea Di Bella
L’INTERVISTA A SEBY SORBELLO – UNIONE REGIONALE CUOCHI SICILIANI –
Chef, come mai la Sicilia viene premiata, nel 2025, come Regione Europea della gastronomia
“Mi viene da dire che forse siamo anche in ritardo perché la gastronomia isolana è da sempre uno scrigno di sapori e di profumi, di ricette raffinate e golose, di materie prime uniche. I Consorzi presenti oggi, in questa occasione, sono un’evidenza: dai formaggi al patrimonio frutticolo, dai grani antichi alle verdure e ai legumi, all’ulivo e ai mieli rarissimi. Per non parlare, poi, del patrimonio vitivinicolo rilevante che annovera numerosi vitigni autoctoni e si avvale di vinificatori attenti, appassionati e con grandi capacità imprenditoriali. Il terroir siciliano è molto variegato e riesce ad offrire produzioni straordinarie in ogni comparto agroalimentare”.
Lei ha usato il termine terroir e credo che quello siciliano sia davvero esclusivo nel mondo: olio EVO, mandorle, formaggi, ricotta, miele, fichidindia, grano duro, pesche, albicocche, susine, limoni, pistacchi, salumi, carrubi, etc.. Un patrimonio indescrivibile, ricchissimo. Può dirmi la sua impressione?
“Questa è la ricchezza della nostra terra; ogni angolo dell’isola offre prodotti diversi oppure lo stesso prodotto ma dalle caratteristiche organolettiche differenti. Se devo scegliere un pomodoro, mi oriento sull’ottimo pomodoro di Pachino, ma se devo selezionare delle erbe spontanee, delle mele, o ciliegie mi rivolgo al mio territorio etneo. Una regione così geograficamente complicata diventa unica. È uno spettacolo”.
La ristorazione siciliana ha fatto passi da gigante negli ultimi tempi: dove può arrivare secondo lei?
“Finalmente si è capito che la ristorazione deve partire dalla tradizione per innovarsi sempre. Si deve rimanere sempre attuali, seguire le richieste che il mondo dei consumatori, più attenti e consapevoli di prima, fa. Ci vuole consapevolezza e mi sembra che siamo sulla strada giusta. Credo che si arriverà lontano, ma non voglio peccare di presunzione, perché, rispetto ad altre regioni il nostro bacino agroalimentare è davvero immenso e unico, i sapori della nostra terra sono magici: sarà il sole mediterraneo, o la varietà dei venti, la brezza marina se non i terreni vulcanici che apportano qualità inaspettate. Bisogna essere consapevoli di tutto questo e arriveremo ancora più lontano”.
Chef può suggerire il suo menu siciliano ideale ai nostri lettori?
“Come antipasto, sicuramente, la Caponata, ricetta che contiene, in un piatto, millenni di storia e influssi delle dominazioni che hanno governato la Sicilia nel passato: l’agrodolce, l’uso delle spezie, le verdure, le primizie. Come primo piatto, l’Arancino/a, o la sua evoluzione, contenitore di cultura, di tradizione e di territorio: non solo ragù di carne, ma con una fonduta di Ragusano Dop, la Carota di Ispica Dop, verdure dell’isola, completata col profumo della nostra Arancia rossa siciliana Dop. Il secondo parla di pesce: arriva il periodo straordinario del Tonno siciliano ed io lo cucino con la Cipolla rossa in agrodolce, sublime. Chiuderei con un Assoluto di mandorle, un dolce che presento nel mio ristorante (“Sabir” a Zafferana Etnea Ndr), un racconto della Mandorla Pizzuta di Avola in tre consistenze: un granulato di mandorle, un gelato leggero alla mandorla tostata e una spuma di mandorla salata”.

Lo chef Seby Sorbello. Credits Andrea Di Bella
Il vino da abbinare?
“Dovrei chiedere al mio sommelier che è lontano, a Zafferana Etnea. Ipotizzo che consiglierà dei vini del nostro Vulcano in tutte le sue declinazioni. Oggi le pendici meravigliose dell’Etna creano etichette davvero superlative, merito di vignaioli consapevoli e maturi, attenti e capaci”.
Vi lascio, in chiusura, con una citazione di Dacia Maraini, la scrittrice che ha vissuto a Bagheria, meraviglioso comune in provincia di Palermo, dove ha ambientato anche gran parte delle sue storie siciliane:
“Quegli odori di alga seccata al sole e di capperi e di fichi maturi non li ritroverà mai da nessuna parte; quelle coste arse e profumate, quei marosi ribollenti, quei gelsomini che si sfaldano al sole”. (Dacia Maraini).
È un invito al viaggio!.