“Se le api scomparissero dalla faccia del pianeta alla specie umana non resterebbero che quattro anni di vita”, sosteneva Albert Einstein. Oggi più che mai, la sopravvivenza degli insetti impollinatori è gravemente minacciata dai tanti fattori esogeni – quali scarsità di pascolo, perdita di habitat, parassiti e specie invasive, abuso di antiparassitari –, che hanno come comun denominatore la perdita di biodiversità delle specie ( -25% negli ultimi 35 anni, fonte: Wwf).
3Bee, la soluzione made in Italy
È in questo quadro complesso che ha preso vita la scaleup italiana pioniera mondiale nella salvaguardia degli insetti impollinatori. All’origine startup agritech attiva nello sviluppo di sensoristica per il monitoraggio degli alveari, 3Bee si è presto evoluta fino a diventare un’azienda naturetech conosciuta in tutto il mondo.
“Gli insetti impollinatori – spiega a #Tech, Niccolò Calandri, Ceo 3Bee – sono essenziali per la salute degli ecosistemi: grazie al loro prezioso lavoro di impollinazione, che coinvolge circa il 90% delle piante selvatiche da fiore, queste specie contribuiscono alla stabilità degli ecosistemi e alla conservazione della biodiversità. Nell’ultimo anno abbiamo lavorato allo sviluppo della piattaforma ambientale Element-E, la prima piattaforma basata su dati scientifici che permette ad aziende, municipalità e parchi naturali di migliorare il proprio impatto su natura, biodiversità e clima, a partire dal monitoraggio dei principali indici di rischio. La piattaforma Element-E, i cui processi e protocolli sono stati sviluppati in collaborazione con ESA (Agenzia Spaziale Europea), è nata in risposta alle crescenti esigenze di regolamentazione e compliance da parte delle imprese, che si trovano oggi a dover misurare e rendicontare il proprio impatto secondo standard normativi rigorosi”.
Findus (e non solo) per un impegno concreto
La naturetech può vantare diverse collaborazioni con player di rilievo dell’agroalimentare italiano. “Una delle nostre aziende partner in ambito food è Findus – racconta Calandri –. Il progetto con Findus prevede il monitoraggio, di alcune aziende agricole attive nella filiera dell’azienda (fino a 1000 ettari + area di controllo). L’obiettivo è di iniziare a monitorare lo stato della biodiversità e l’abbondanza di impollinatori intra aziendale e nelle aree di controllo. Il primo passo si concretizza con l’utilizzo di Flora, una tecnologia sviluppata da 3Bee in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), basata sull’utilizzo di immagini satellitari e sulla loro elaborazione tramite Intelligenza artificiale per mappare l’area di studio e valutare la biodiversità potenziale sul territorio”.
La seconda fase si concentra, invece, sui dati ricavati dall’installazione di alcuni sensori IoT sviluppati da 3Bee, denominati Spectrum. “Questi ‘orecchi elettronici’ consentono di rilevare l’abbondanza e le tipologie di impollinatori presenti. Si tratta di una soluzione non invasiva, capace di captare le vibrazioni sonore emesse dalle api durante il volo: tramite il battito delle ali, infatti, ogni impollinatore emette una frequenza caratteristica”, continua Calandri. Ed è sulla base dei risultati ottenuti che le due aziende definiscono insieme una strategia a salvaguardia della biodiversità.
Ad oggi, tramite la piattaforma e al fianco di oltre 750 aziende, 3Bee ha già raggiunto 17mila siti monitorati in 21 paesi, il tutto grazie all’aggregazione e alla digitalizzazione di dati basati su indici di rischio fondamentali.“L’obiettivo nel prossimo futuro è quello di supportare sempre più aziende nel monitoraggio del loro impatto e nella definizione di interventi di rigenerazione ad hoc, espandendo ulteriormente la nostra rete e il numero di siti monitorati, ma anche rafforzando la collaborazione con enti e istituzioni scientifiche con cui già lavoriamo quotidianamente”, conclude Calandri.
by FoodTech