In Romania che si mangia? E soprattutto che si beve? Al netto di antiche leggende e superstizioni da film horror (nessuno ha visto un vampiro di recente?) quanti sono veramente a conoscenza delle tradizioni enogastronomiche della terra dei Carpazi?
La Romania da bere e da mangiare? Una scoperta da fare
Può infatti essere interessante sapere che alcune regioni romene come la Transilvania, la Moldavia o la Dobrogea vantano un’antica e apprezzata cultura enologica, cultura che in questi anni sta conoscendo un importante e pregevole periodo di revival capace di tradursi in produzioni vinicole veramente egregie.
L’aglio? Romania non significa solo vampiri
O che la cucina romena, dove l’aglio serve a insaporire i piatti anziché a respingere le avances di qualche Wurdalak, conta una notevole quantità di ricette tipiche, ricette che oggi chef di successo, spesso formatisi nell’Europa occidentale, sanno rileggere in chiave contemporanea con garbo e sapienza.
L’ultimo libro di Marinela Ardelean per scoprire vini e piatti di Romania
A colmare eventuali lacune oggi provvede l’ultimo (in ordine di tempo) lavoro di Marinela Ardelean, scrittrice ed esperta di vini e distillati: “50 Vini e Pietanze di Romania” (ed. Grafiche Antiga), questo il titolo dell’opera, è un volume di 352 pagine finemente illustrate nel quale l’autrice, che già sull’argomento aveva pubblicato anche “50 Vini di Romania incontrano 50 piatti italiani d’eccellenza”, mette a confronto una cinquantina di etichette tra quelle delle migliori aziende vitivinicole di Romania accostando ciascuna di esse a un piatto realizzato, a sua volta, da uno dei più importanti chef del paese.
Un viaggio letterario tra i vigneti dei Carpazi
Presentato a Venezia presso l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, il libro rappresenta una proficua occasione per effettuare un viaggio letterario attraverso una delle culture enogastronomiche più antiche e meno conosciute d’Europa, alla scoperta, dei filari di vitigni arrampicati sulle pendici dei Carpazi, di prodotti tipici d’eccellenza nati e cresciuti all’ombra di antichi castelli e trasformati in specialità di grande tradizione.
Le varietà autoctone romene e i vitigni internazionali
E in questa maniera venire messi a parte del fatto che il comparto vinicolo romeno, spesso con l’ausilio di enologi italiani, negli ultimi dieci anni ha compiuto passi da gigante, affiancando con ottimi risultati varietà autoctone quali come la Feteasca Alba, la Grasa de Cotnari, la Babeasca Neagra o lo Steinchiller ai più conosciuti vitigni internazionali, dal Pinot Nero allo Chardonnay, dal Gewurztraminer al Merlot. Vini che si abbinano splendidamente ai prodotti tipici romeni come il pastrami (carne di manzo stagionata), la zacusca (salsa spalmabile di verdure), il Salame di Sibiu Igp o i sapidi formaggi, ad esempio il Cascaval o la Branza de burduf.
La cucina romena: origini rustiche, presente d’avanguardia
Oppure che partendo da umili piatti quali la ciorba (tradizionale minestra di legumi) o la mamaliga (sorta di polenta che accompagna piatti di carne e intingoli) gli chef romeni riescono a ricavare piatti di grande struttura anche creativa che nulla hanno da invidiare a quelli dei nostri maestri di cucina. E che accanto a ricette dalla rustica natura quali i sarmale (involtini di foglie di verza o di vite farciti con macinato di maiale, riso e spezie) o i fasole cu carnati (parenti stretti dei nostri fagioli con salsiccia) possono fiorire creazioni culinarie del calibro di un’anatra confit con verza rossa e mele o di un lombo di cinghiale con formaggio di malga, flan di porcini e gelée di whisky.
La maestria raggiunta dalle aziende vinicole
Nel suo nuovo libro Marinela Ardelean non solo ha selezionato i vini in modo da riflettere tanto la grande ricchezza delle varietà autoctone romene quanto i livelli di maestria raggiunti nel valorizzare le varietà internazionali, ma include anche un capitolo dedicato a dodici destinazioni prettamente enoturistiche in Romania; luoghi spesso sconosciuti al grande turismo, ma che celano preziose peculiarità, e nei quali si narrano la storia e la tradizione del vino romeno.
Le parole dell’autrice
“Se dieci anni fa – spiega l’autrice Marinela Ardelean – parlavamo di una rinascita del vino rumeno, oggi possiamo parlare di una sua maturazione: un settore in piena evoluzione, con produttori sempre più impegnati a prepararsi per affrontare le sfide dell’export. Sebbene oltre il 90% del vino imbottigliato in Romania sia ancora consumato localmente, questa realtà sta cambiando. Un numero crescente di produttori investe oggi con determinazione per portare i propri vini oltre i confini nazionali. Ho scelto di pubblicare questa nuova opera in Italia per diverse ragioni: l’Italia è la patria dell’enogastronomia mondiale, il miglior biglietto da visita che un Paese possa avere. Inoltre, qui vive la più grande comunità di rumeni al di fuori della Romania. Ma, soprattutto, l’Italia è il Paese in cui ho scoperto la passione per il vino, ho imparato ad apprezzare la gastronomia e ho compreso che il vino è, prima di tutto, cultura”.
Un sorso di Romania in 352 pagine
Un invito, quindi, a scoprire la ricchezza e la diversità della Romania, un paese che attraverso il vino e la cucina può raccontare una storia straordinaria al mondo intero. Un vero e proprio tributo alla cultura enogastronomica romena, tributo che i lettori apprezzeranno anche per la completezza nel dare voce a realtà di grande interesse per appassionati e curiosi.