Lo sapevate che nei venti centesimi in più che vi costa il vostro espresso mattutino ci sono due guerre, una crisi internazionale e un’emergenza climatica? Pare siano questi i fattori che stanno spingendo alle stelle le quotazioni del caffè. Basti pensare che sulla piazza di New York, secondo Bloomberg, i contratti future sul mese di dicembre sono salite di bel il 70% da inizio anno. Un boom che non si vedeva dal 1977, quasi mezzo secolo fa, ma che spaventa i consumatori preoccupati per i rincari dei chicchi che pesano sempre di più sul prezzo della tazzina.
Le cause: tra clima e guerre
A causare l’aumento dei prezzi non c’è infatti solo l’inflazione. Sono diverse le variabili rialziste che negli ultimi tempo hanno influenzato il mercato del caffè, a cominciare dal clima in Brasile. Al centro delle preoccupazioni la grave siccità che ha colpito negli scorsi mesi la regione amazzonica. E che insieme a temperature record e a piogge in periodi insoliti dell’anno, fanno temere per i raccolti e la produzione del primo fornitore di caffè arabica al mondo. Sorte simile a quanto successo in Vietnam – il maggiore produttore di varietà robusta – dove prima la siccità durante il periodo di crescita e poi le forti piogge hanno creato apprensioni per il raccolto. Una situazione rischia così di provocare un aumento dei prezzi da parte dei produttori di caffè su scala globale un incremento dei costi a carico dei consumatori.
Oltre alle condizioni climatiche nei Paesi produttori, c’è però di più. Ad avere un impatto forte sulla logistica oggi ci sono infatti le tensioni geopolitiche, con le navi cargo da oltre un anno allungano le rotte per evitare il Mar Rosso e gli attacchi degli Houthi. Ma ad infiammare i prezzi ci sono anche tensioni inedite, come quella degli importatori che stanno gonfiando gli acquisti per anticipare i dazi Usa a tappeto promessi dalla futura amministrazione del presidente eletto Donald Trump. Elementi che secondo l’analista Rabobank Carlos Mera si aggiungono ad altri fattori concorrenti “come le incertezze sulla data di inizio delle restrizioni dell’Unione europea sulla deforestazione“.
Un rally rischioso per i consumatori
Insomma, una corsa, quella del prezzo del caffè, che prosegue da parecchi mesi. E che, con rincari estremi su più fronti, spinge i torrefattori a ulteriori ritocchi dei listini con probabili ricadute sui prezzi al consumo. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la situazione attuale potrebbe – secondo Assoutenti – configurare il rischio di vedere il prezzo del caffè al bar salire fino a 2 euro. «Le forti tensioni che hanno investito le quotazioni del caffè si ripercuoteranno sui listini praticati al pubblico, portando a inevitabili ritocchi al rialzo per la classica tazzina servita al bar, ma anche per il cappuccino», ha detto il presidente Gabriele Melluso. «Negli ultimi anni l’espresso ha subito continui aumenti di prezzo, al punto che nel primo semestre del 2024 il prezzo medio nelle principali città si è attestato a 1,19 euro rispetto a 1,03 del 2021, con un rincaro del +16,1% in tre anni», ha spiegato.
di Maria Sole Betti by Gambero Rosso