Nella splendida Ferrara, autentico scrigno di bellezze architettoniche, esiste fin dal 1435 e forse prima l’osteria Al Brindisi, oggi enoteca con cucina.
In circa seicento anni di vita il locale non ha subito radicali cambiamenti, secondo le mode delle varie epoche; al suo interno si respira ancora quell’atmosfera particolare che devono aver vissuto anche i tanti personaggi più o meno illustri che l’hanno frequentata in questo lungo lasso di tempo.
Al Brindisi, osteria senza tempo
Al Brindisi si trova in uno stretto vicolo a fianco alla cattedrale ferrarese; in epoca medioevale si chiamava “Hostaria del Chiucchiolino” e ci si poteva arrivare anche in barca.
Oggi il locale, diventato enoteca, è di proprietà della famiglia Pellegrini che l’ha rilevato alla fine degli anni ’50; a Ferrara è ben noto ed è una meta ricercata dai turisti, ma anche un’abituale frequentazione di tanti ferraresi.
L’enoteca è gestita da Federico Pellegrini, oste non solo per tradizione, visto che lo erano già i nonni, ma soprattutto per vocazione.
Ai tavoli dell’antica osteria si sono seduti operai e artigiani delle varie epoche, bevendo e magari ubriacandosi accanto ai “vip” del tempo, come Benvenuto Cellini, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto, Tiziano Vecellio, Nicolò Copernico e chissà quanti altri.
Al Brindisi, Locale Storico d’Italia
L’enoteca ferrarese, che ha cavalcato i secoli, oltre che nel ibro dei Guinness dei Primati, è anche uno dei Locali Storici d’Italia, e ci mancherebbe non fosse così, vista la sua storia pluricentenaria.
Entrare all’interno di Al Brindisi è un’esperienza unica; sembra di fare un salto indietro nel tempo e di respirare la polvere sollevata dagli stivali dei tanti personaggi che l’hanno frequentato, assaporando i suoi vini, mangiando i suoi intingoli, dibattendo sui massimi sistemi e i misteri del mondo.
Al Brindisi oggi è un punto di riferimento e una tappa obbligata per i turisti che vengono a Ferrara, per ammirare la città e le sue mostre di Palazzo dei Diamanti.
Qui c’è la possibilità di degustare i piatti della cucina ferrarese, come la salama e salamina da sugo, i cappellacci di zucca, il pasticcio di maccheroni, il salame all’aglio ed il Zia Ferrarese, la piadina di zucca e la coppia ferrarese, ma anche di trovare dei vini quasi introvabili altrove, come il Vermentino nero e Massaretta dalla Toscana, il Pignolo dal Friuli, Malbo gentile e Ancellotta dall’Emilia, Majere del Trentino, Pallagrello dalla Campania, Bosco Eliceo, solo per citarne alcuni, serviti anche al calice, negli happy hour e nelle ore serali, tanto che per i giovani e i tanti studenti universitari della città è diventato punto di riferimento della movida ferrarese.
Con il menu degustazione, composto da quattro portate, sono infatti proposti altrettanti vini, spesso vini prodotti con vitigni autoctoni, che l’oste-artista Federico cerca con appassionata ossessione.