Lungo le sponde dell’omonimo fiume il quale, secondo alcune indagini geologiche fu un antichissimo corso del Piave, in mezzo a terreni coltivati c’è Meolo, paese di 6500 abitanti circa in provincia di Venezia.
Pillole di storia
La zona è stata frequentata dall’uomo fin dalla preistoria, quando la pianura era coperta da ampie foreste e zone paludose, caratterizzato da un clima caldo umido.
Gli insediamenti umani portarono ai primi disboscamenti e bonifiche per creare aree dedicate all’agricoltura, con corsi d’acqua che divennero vie di comunicazione e di scambi commerciali e culturali.
Con i romani vengono ampliate le opere di bonifica, con ampi canali di scolo, fossati e centurie che caratterizzano ancora oggi il territorio meolese; vi vengono costruite ville rustiche e fattorie e si incentiva l’allevamento sia di pecore per la produzione di lana, sia di vacche di razza “cevae” di piccola taglia per la produzione del latte.
Dai Romani ai Bizantini ai Veneziani
La presenza romana è testimoniata dal ritrovamento di numerose monete provenienti da zecche romane dislocate nei Balcani e in Turchia, rinvenuto negli anni 30, oltre che dalla presenza della struttura a centurie dell’intero territorio, che venne poi messa in crisi dalle successive invasioni barbariche.
In epoca medioevale il sistema viario, l’assetto agrario ed il sistema idraulico romani, furono ripetutamente sconvolti e Meolo venne a trovarsi in posizione di confine tra i domini “barbarici” di terraferma e la fascia lagunare, controllata dai Bizantini prima e dalla Repubblica di Venezia poi.
Il territorio fu soggetto a continue lotte di potere; prati, pascoli, valli, boschi e paludi vengono organizzati in “mansi” e “chiusure” attorno ai villaggi, tra cui quello di Meolo, dove vengono allestiti anche dei castelletti difensivi, delle pievi di campagna, chiese e monasteri.
Nel corso del periodo di dominio veneziano il territorio attorno a Meolo è soggetto ad uno sviluppo che segue imponenti opere idrauliche; arrivano anche nuove ville di campagna costruite dalla nobiltà veneziana che, successivamente, in epoca asburgica, lascerà il posto alla nuova borghesia agraria ed un progressivo e forte impoverimento dei contadini, tartassati dalla fame, dalla malaria e dalla pellagra, che terminerà soltanto nel secondo dopoguerra.
Le ville venete
Risalendo il fiume Meolo verso il paese vi sono molte ville venete che si specchiano nell’acqua, come Villa De Marchi-Nardari, al centro di un vasto parco; la massiccia Villa Priuli Boscain, nel cui giardino sono collocati dieci mascheroni diversi l’uno dall’altro ed il piccolo oratorio dedicato a San Filippo Neri, con gli stemmi in pietra d’Istria della famiglia Cappello.
Nel centro del paese si trova Villa Folco-Dreina, ora Cagnato, detta “delle colonne” per il caratteristico colonnato binato d’insolita fattura; proprio di fronte, oltre la piazza, sorge l’ottocentesca Villa Dreina, ora di proprietà comunale, dove sarebbe avvenuto il passaggio delle consegne tra il Generale Cadorna e il Generale Diaz durante il conflitto del 15-18.
Sul Meolo si affaccia anche il quattrocentesco Palazzo Cappello, ora sede municipale, dalle semplici forme veneziane, con alcune sale decorate con figurazioni floreali, stemmi della casata, affreschi allegorici con cartigli ed una bella Madonna con bambino.
Notevoli anche la quattrocentesca Villa Malipiero, ora Marini, Villa Corner, edificata presumibilmente sulle rovine dell’antico castelletto e Villa Vio, con una interessante decorazione a tappezzeria esterna e per i notevoli affreschi interni, recentementi restaurati.
Sempre sul Meolo si affaccia in paese anche la parrocchiale di San Giovanni Battista, con la sua bella facciata ripristinata nel suo originario aspetto romanico da recenti restauri.
I prodotti tipici “poveri”
Tra i prodotti tipici di Meolo troviamo il liquore di Prugna, un succo cui viene aggiunto alcool o grappa veneta, acqua demineralizzata, zucchero, aromi e caramello.
Oltre a ortaggi e conserve, coltivazioni tipiche del basso veneto, anche alcune specialità di carne che si allevano e si gustano nella provincia veneziana, tra le quali un posto rilevante è occupato l’anatra germana, un animale rustico che si adatta molto bene all’allevamento all’aperto.