Sulla cima di una bassa collina del territorio oristanese è situato il piccolo borgo di Senis, circa cinquecento abitanti, che si è sviluppato nel corso del tempo in maniera circolare.
Anticamente Senis apparteneva alla Curatoria di Parte Valenza e Brabaxiana dell’antico Giudicato d’Arborea; nel suo territorio venne costruito un castello fortezza in località “Su Casteddu”, un edificio militare fra i più antichi della Sardegna, vero e proprio balcone naturale sulla vallata del Flumini Imbessu, che svolse una funzione difensiva dei confini degli stati giudicali.
Sotto il dominio aragonese, poi, il borgo vide il susseguirsi di diverse signorie fin quando il feudo venne riscattato dai Savoia, seguendone le sorti fino all’Unità d’Italia.
Senis, i nuraghi
Sono tanti i nuraghi sparsi in tutto il territorio che circonda il paese, ad attestare la presenza dell’uomo fin dalla preistoria; sono stati infatti rinvenute le rovine di antichi villaggi, come ad esempio il nuraghe di Senis Mannu, il meglio conservato, il nuraghe Casteddu, condiviso con Asuni e posto in cima al colle di Funtana Menta, dove sono state trovate anche tracce di un arroccamento, oppure come la località di Bidda’e Perda, il “paese di pietra”, un altopiano roccioso che termina a precipizio sulla vallata del Flumini Imbessu: un’amena località che deve il suo inconsueto nome a numerosi edifici megalitici, menhir e steli istoriate da arcaici bassorilievi.
Senis, il periodo giudicale
Del periodo giudicale Senis conserva ancora oggi diverse radici storiche di notevole importanza tra cui i resti del parco baronale del 1600 e la Fontana Spagnola, esempio artistico scultoreo ed architettonico unico nel suo genere, scenograficamente realizzata attorno al 1600 lungo la sponda sinistra del Flumini Imbessu, su pietra trachitica rossa; alla fontana, inserita in un contesto quasi fiabesco, fa da cornice la vegetazione spontanea con l’edera che quasi la avvolge, come a volerla proteggere dal trascorrere immutabile del tempo; nella sua parte centrale c’è un maestoso mascherone dalle cui fauci sgorgava l’acqua, cinto lateralmente da due cigni.
La Senis di oggi e le sue tradizioni secolari
La Senis del 21° secolo è rimasta un piccolo borgo con un territorio circostante caratterizzato da pascoli, coltivazioni agricole, macchie arbustive e piccoli nuclei di sugherete le quali, alternandosi fra di loro conferiscono alla zona un gradevole aspetto paesaggistico, esaltato dalle anse fluviali del Flumini Imbessu che attraversa la campagna.
Come in tutte le comunità rurali, l’aspetto religioso ha una importanza rilevante nell’accompagnate il trascorrere del tempo ed è anche un elemento di forte aggregazione perché tra le tante le iniziative organizzate, la maggior parte sono in occasione delle festività religiose, come quella dedicata al patrono San Giovanni Battista, caratterizzata da una processione lungo le strade del paese, ornate da fiori dei più svariati colori e profumi, accompagnata dal suono di un organetto e dai “coggius” i tipici canti sardi.
Ed ancora i festeggiamenti in onore dei Santi Cosima e Damiano, con la processione, i balli in piazza e gli spettacoli folcloristici e la Sagra della lumaca, con la relativa degustazione della prelibata pietanza tipica a base di lumache denominate, nella parlata locale, “sizzigorrus”, e distinte, secondo le specie diverse, in “prinzis” e “braballucas”.