Sarà un’ottima occasione per i buongustai e gli amanti della natura e della cultura, un’opportunità per i turisti che hanno voglia di godersi le bellezze storiche di Bergamo e della sua provincia e che scelgono la “bassa” per una gita fuoriporta.
Iustare i formaggi di bufala, non è come leggerli; la Bufala ha note fresche di latte, iconiche punteggiature “speziate”, la crosta fiorita, può essere a forma di parallelepipedo o quadrata.
Il Blu di Bufala, è il parallelepipedo con gustosissime venature blu, dovute alle sue golose muffe, con un profumo che si sente anche da lontano. Questo formaggio è un erborinato cremoso; la sua cagliata non è stata sottoposta a nessun processo di cottura o riscaldamento e la concentrazione dei grassi avviene unicamente per disidratazione, per cui è detto “a pasta cruda”. I nasi sopraffini sentiranno anche il profumo di sottobosco e fungo.
Dal parallelepipedo al “Quadrello” è un viaggio, nel sapore. Lui ha una pasta molle e cruda, con crosta lavata che ricorda i tipici stracchini lombardi. Lo mordi o lo spalmi, è comunque un successo.
Poi c’è il “fresco” del gruppo: il Bufaloro. La sua è breve stagionatura, poi arriva nelle nostre bocche ed è lì che parte la festa delle papille gustative.
E poi il Caciocavallo con la sua forma di sfera irregolare. Un sapore dolce che ricorda il burro cotto; e ancora il o la “Casatica”, uno dei rari formaggi di bufala italiani originali a crosta fiorita e a breve stagionatura. La crosta, che si mangi, è finemente vellutata dal profumo delicato.
E per chiudere in bellezza ecco Campì, la caciotta sferica e rugosa, ma soprattutto assai versatile, condita non solo con il pepe, ma anche con il peperoncino e i semi di finocchio E vvviamente la ricotta di bufala sarà il must della giornata.
Il centro storico di Treviglio
Da non perdere è la Basilica di San Martino e Santa Maria Assunta il cui interno a tre navate e con 5 cappelle laterali, ospita affreschi e tele di Nicola Moietta, dei fratelli Galliari, di Gian Paolo Cavagna, di Camillo Procaccini, dei Danedi de’ Montalti, del Molinari e del Manetta. L’opera più celebre è il polittico di San Martino di Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, risalente al periodo compreso tra 1485 e 1490 e considerato uno dei maggiori capolavori del Quattrocento lombardo.
Il campanile di Treviglio, con i suoi 60 metri d’altezza, è il simbolo per eccellenza dell’intera città e rappresenta un punto di riferimento costante, visibile a chilometri di distanza.
Recentemente è stata portata alla luce la chiesa di San Maurizio, inglobata a partire dall’XIX secolo in una cascina. Questa chiesa, assieme a quelle di San Zeno e Sant’Eutropio è una delle chiese più antiche del paese dal momento che sorgevano dove in epoca romana si trovavano le tre ville che nell’alto Medioevo diedero origine al borgo. Alla chiesa di San Maurizio in particolare corrisponde il villaggio di Portoli, di origine longobarda.
Dal sacro al profano, merita una visita Palazzo Pirovano per la bellezza e per il prestigio storico; ospitò i fratelli Galliari e diede in seguito il nome a tutta la via che a essi risultò intitolata. Il pregevole palazzo, che per il suo storico valore artistico-culturale è anche tutelato da specifici Enti di Tutela artistico-culturali, presenta un ampio androne dipinto in stile barocco che, sul modello della domus romana, si apre sul viridario in cui campeggia una fontana signorile. Le sale del palazzo sono ricche di affreschi e di piacevoli decorazioni antiche.