L’esperienza di viaggio presuppone il concetto di abbandonare temporaneamente la casa, il lavoro, la consuetudine, le relazioni abituali per vivere un’esperienza dove si prospettano nuove relazioni, dove ci si troverà in situazioni e posti nuovi e sconosciuti.
Statisticamente, è ormai dimostrato che non ci si concede più un unico lungo soggiorno durante l’anno, ma piuttosto brevi “break” ricchi di stimoli, di sollecitazioni emozionali, che portano la mente e lo spirito lontano, fuori dalla sfera delle abitudini giornaliere.
Il viaggiatore non si accontenta più soltanto di prodotti e servizi materiali, cerca il rapporto umano, storie da condividere e da portarsi con sé al ritorno a casa.
Il concetto di turismo è cambiato: A fare la differenza, rispetto al passato, è proprio il fattore umano. Se in passato, infatti, il viaggio era inteso come una vera e propria fuga psicologica che permetteva di tornare a casa riposati e ricaricati, oggi la vacanza viene vissuta anche come un momento di crescita personale, un’opportunità per scoprire e imparare del nuovo grazie anche alle persone che si incontrano e con cui ci si relaziona.
Si parla di turismo esperienziale, nuova espressione che sta a indicare la centralità del viaggiatore e della sua esperienza che costituiscono l’essenza vera del viaggio contemporaneo.
L’albergatore, ha, quindi, un ruolo importante e strategico, deve affiancare il turista, deve essere in grado di entrare in sinergia col viaggiatore, creare esperienze eccezionali, uniche, irripetibili, che lo facciano sentire un ospite speciale, al centro di tutto.
Che si tratti di un turista, di un business traveller o di un delegato congressuale i motivi dello spostamento possono essere svariati, ma alla fine, ciò che ci si aspetta di riportare con sé al ritorno, non è mai solo un contratto o una nuova competenza. Il bagaglio del ritorno deve essere appesantito da memorie e scoperte che arricchiscono lo spirito.
Ed ecco che deve nascere un feeling, un rapporto caloroso di relazioni sociali, emotive, che lascino un ricordo indelebile nella memoria del viaggiatore. In questa relazione è lo stesso albergatore che accoglie, che genera integrazione e inclusività, producendo benefici nei riguardi dell’ospite.
È una nuova comunicazione che bisogna instaurare, che non significa solo messaggi che s’intende inviare, quanto l’avere attenzione e “sensibilità” nei confronti di chi ascolta.
Di tutto questo e di altro ancora si è discusso nel corso del convegno “Human First – Quando la vera innovazione turistica e la Relazione Umana”, organizzato dall’ Istituto Professionale Statale “G. Colombatto” di Torino, qualche giorno fa .
In platea i rappresentanti delle principali associazioni regionali del settore – Assohotel, GAT, Federalberghi e Fiavet – e le scuole cittadine impegnate nella formazione dei futuri professionisti del comparto.
GLI INTERVENTI
Ha aperto i lavori la pedagogista Luisa Piarulli, già Premio Curcio per la Pedagogia nonché autrice di numerosi libri sul valore delle Relazioni umane, richiamando la platea sull’importanza di un turismo che non guardi più al viaggiatore come a un “consumatore”, bensì a una persona desiderosa di soddisfare un bisogno di rigenerazione, di benessere e di relax, della quale prendersi cura.
“Si viaggia – ha sottolineato la pedagogista – per divertimento, per conoscere nuovi luoghi o per affari; le motivazioni possono essere molte, ma ogni persona in viaggio si aspetta di poter ‘stare bene’ e affinché questo avvenga è necessario prendersene cura, facendole percepire che il suo benessere ci sta sinceramente a cuore. Questo avviene solo creando una relazione che sia coinvolgente per tutti e di arricchimento per l’ospite e per l’ospitante. Devono essere incontri che restano nella memoria”.
Quello di cui parla Piarulli è uno dei volti del turismo socialmente sostenibile tratteggiato nei 17 Obiettivi di Sviluppo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Obiettivi che sono riecheggiati negli interventi tecnici di Virginia Bertone e Alfredo Poggio, rispettivamente presidente e vicepresidente GAT (Giovani Albergatori Torino), di Dimitri Ciaschini, presidente Assohotel e di Laura Audi, Vicepresidente Fiavet Piemonte, tutti incentrati sull’invito all’ascolto attento dell’ospite, importante oggi esattamente come in passato, nonostante la virtualità pervasiva.
Tutti d’accordo sul fatto che le tecnologie non potranno sostituire l’essere umano nelle sue capacità di lettura profonda dell’animo dell’ospite, ribadiscono, piuttosto, un ruolo di “accompagnamento” per affinare il processo di cura del viaggiatore. “Anche sul web – ha spiegato infatti Silvia Badriotto, esperta in web marketing territoriale – si possono creare legami molto “umani”.
Semplicemente, le app mobili, i social media, i chatbot basati sull’intelligenza artificiale e i robot di servizio ci impongono di ridefinire le esperienze degli ospiti. Per hotel e territori si tratta di trovare il giusto equilibrio tra l’offerta di comodità basate sulla tecnologia e il mantenimento del calore dell’interazione umana. Teniamo conto che per la Generazione Z l’hotel non è più solo un luogo dove dormire ma è un centro di esperienze, in cui grazie alle tecnologie si può lavorare fianco a fianco con viaggiatori provenienti dai luoghi più diversi. Sono nuovi spazi di contatto tra esseri umani.
In un confronto sull’importanza delle Relazioni Umane e in un tempo in cui il settore lamenta carenza di personale, Salvatore Tripodi, scrittore, docente e ideatore del progetto “Provaci ancora Sam” contro la dispersione scolastica, ha richiamato l’attenzione delle associazioni di categoria sulla “necessità di costruire un universo lavorativo capace di difendere i diritti di tutti, mettendo al centro la qualità dell’occupazione e la sostenibilità delle condizioni di lavoro nella filiera turistica, ricorrendo a strumenti di sviluppo, politiche attive, riqualificazione mirata e nuova impresa ”.
Anche da Tripodi, dunque, l’invito a scegliere la direzione di un Turismo Educante anche sotto il profilo della capacità di offrire benessere e gratificazione. “Il settore va trasformato – ha aggiunto Tripodi – e probabilmente va trasformata l’intera filiera dell’industria turistica, affinché diventi un fattore di sviluppo per tutti coloro che vi operano: imprenditori e lavoratori di ogni livello”.
Viva il turismo dell’armonia e della felicità. Ricordiamoci sempre, però, che il linguaggio assume un ruolo fondamentale: è il mezzo con cui trasmettiamo i nostri messaggi, i nostri stati d’animo, che condiziona la soddisfazione del turista.
L’organizzazione del Convegno rientra nel progetto formativo Hospitality Innovators, giunto alla IV Edizione, organizzato dall’Istituto Professionale Statale “G. Colombatto” per studenti delle seconde, terze e quarte classi con specializzazione in Accoglienza Turistica.