Fermo è una bella città d’arte marchigiana ricca di incredibili testimonianze di un passato lontano e affascinante. Un teatro di meraviglie che affonda le radici in epoca picena, passando per la dominazione romana e per alterne vicende politiche nel Medioevo. Il suo passato lontano ed affascinante è però legato a filo doppio con il presente ricco ed interessante.
Annalisa Cerretani Assessore al Turismo di Fermo: questa è una città aperta al turista 365 giorni l’anno
Il suo impianto urbano mantiene una chiara ed intatta impronta rinascimentale. Si snoda dalla principale Piazza del Popolo, tra le più belle delle Marche, ed arriva a toccare i punti più caratteristici della città costellati di chiese (tra cui la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta con una splendida facciata romanico – gotica), palazzi nobiliari, cortili e portali artistici.
Piazza del Popolo: il cuore di Fermo
La piazza accurata e lineare nelle forme, è contornata da due imponenti portici cinquecenteschi in mattoni e ospita gli edifici pubblici più antichi, ciascuno con le proprie caratteristiche architettoniche che, tuttavia, rispettano il rigore e l’uniformità della piazza delimitata da due lunghi loggiati, con portici in cotto. Sul bordo orientale si incontra il Palazzo dei Priori, riconoscibile per la doppia scalinata d’ingresso e per la statua in bronzo di Sisto V, opera cinquecentesca del toscano Accursio Baldi.
La struttura ospita anche la Pinacoteca Civica dove si si può ammirare la straordinaria “Adorazione dei Pastori” del fiammingo Peter Paul Rubens (unico suo dipinto presente nelle Marche) ed un’importante selezione di dipinti di scuola marchigiana e veneta, assieme a manufatti in pietra, costumi, stemmi, porcellane, arredi e tavole tardogotiche e la Biblioteca Civica “Romolo Spezioli”, tra le più note in Italia per il suo patrimonio librario antico, il cui cuore – la seicentesca Sala del Mappamondo (così chiamata per il grande mappamondo di oltre due metri di diametro posizionato al centro della sala, realizzato nei primi anni del XVIII secolo dal cartografo Silvestro Amanzio Moroncelli – è vanto cittadino.
Altro luogo di eccellenza è il settecentesco Teatro dell’Aquila. Un ambiente prestigioso (uno dei più belli e grandi delle Marche) arricchito dai fondali storici di Alessandro Sanquirico e dall’affresco centrale opera di Luigi Cochetti. La struttura, oltre a rappresentare uno dei beni culturali più apprezzati di Fermo, è sede di importanti stagioni di spettacolo lirico, sinfonico, di prosa secondo una tradizione plurisecolare che ha visto le sue scene calcate dai più grandi nomi del panorama internazionale.
Le Cisterne romane: simbolo dell’antica Firmum Picenum
Nel sottosuolo è custodito un vasto complesso idrico di cui fanno parte le suggestive Cisterne Romane di epoca augustea (attorno al 40 d.C.) con una trentina di camere a botte, comunicanti e disposte su tre file parallele, che servivano per raccogliere e distribuire l’acqua piovana alle varie zone della città a mezzo di condotti sotterranei di alimentazione e tubature di piombo. Ancora ben visibili le tracce di calcestruzzo impermeabile che ricopriva i muri delle varie stanze.
L’imponenza e l’ottimo stato di conservazione aggiungono fascino alle tecniche edilizie ed all’ingegneria idraulica romana. Un simbolo dell’antica Firmum Picenum, assolutamente da visitare anche da chi arriva in città anche solo per poche ore partendo dal nuovo e facile accesso dall’entrata del Museo Civico Archeologico di via Paccarone 36.
Torre di Palme: fra i luoghi più visitati di Fermo
Nelle vicinanze merita una tappa Torre di Palme, un suggestivo borgo sospeso tra mare e cielo ed abbarbicato su uno sperone roccioso con splendida vista sull’Adriatico e sulle colline circostanti, che appaiono all’improvviso tra le facciate delle antiche abitazioni con le facciate in cotto.
Il borgo è raccolto attorno a via Giulio Cesare – un viottolo che dal Museo Archeologico si snoda fino al Belvedere – e sorprende il visitatore con scorci urbani dal fascino unico. Da vari anni fa anche parte, a pieno titolo, dell’esclusivo club dei “Borghi più Belli d’Italia”.
Sono assolutamente da vedere le sue chiese medievali e il nuovo Museo Archeologico, ricco di reperti di tombe picene, che ha il potere di catapultare il visitatore in un’atmosfera d’altri tempi.
Fermo ed il fermano: tante le tipicità gastronomiche
Fermo è anche una terra con importanti golosità gastronomiche che pescano a piene mani dalla tradizionale cucina contadina dei secoli passati a cominciare dai Vincisgrassi una sorta di lasagna multistrato (originariamente chiamata “princsgrass” preparata per la prima volta nel ‘700 in onore di un generale austriaco. Sulla costa eccelle il brodetto di pesce preparato in base al pescato del giorno. Molto apprezzati anche i maccheroncini di Campofilone Igp una pasta che è caratterizzata dalla sottigliezza della sfoglia ottenuta dall’impasto di uova con farina di grano tenero o semola di grano duro. Un occhio di riguardo anche per il ciauscolo, la lonza, la caciotta del fermano, fino a “lu fristingu”, il frustingo, dolce natalizio tipico di Fermo con un impasto a base di fichi secchi, uva passa, mandorle e vino cotto oltre a vari ingredienti, quali canditi e spezie, che però variano di tavola in tavola.