Nella parte interna della Sicilia, nella valle del fiume Salso, troviamo uno dei suoi capoluoghi di provincia, Caltanissetta, città antica abitata in epoche successive da siculi, sicani, greci, romani ed arabi.
La città, che conta poco più di 60.000 abitanti, sorge fra i colli San Giuliano, Sant’Anna e Poggio Sant’Elia, i quali formano un arco naturale nella cui conca si è venuto sviluppando il centro storico e la parte meridionale di Caltanissetta.
In età medioevale Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e Borboni ed alcune signorie siciliane si alternarono nel dominio dell’antica città nissena lasciando tracce indelebili sul territorio, come attestano i bellissimi siti archeologici, i castelli medievali, le torri di avvistamento, palazzi e chiese e le solfatare, le miniere di zolfo che .
L’Abbazia di Santo Spirito è probabilmente la chiesa più antica di Caltanissetta, costruita prima dell’anno Mille, in stile romanico, al cui interno sono conservati dipinti ed opere di grande valore, tra cui antichi testi sacri ed una bellissima fonte battesimale ottenuta da un’urna cineraria romana.
E’ invece in stile neoclassico la Cattedrale, edificata a fine ‘500, al cui interno vi è un bellissimo organo barocco, mentre, proprio di fianco ad essa, c’è la Chiesa di San Sebastiano, costruita sempre nel ‘500 dalla popolazione per celebrare la fine della peste.
Nel centro storico, nel quartiere di San Francesco, caratterizzato da un intreccio di viottoli, stradine scoscese, scalinate, c’è la quattrocentesca chiesa di San Domenico, annessa all’omonimo convento.
La duecentesca chiesa di Santa Maria degli Angeli e i resti del castello di Pietrarossa sono invece dalla parte opposta della città; il castello, edificato in età musulmana, ristrutturato dai Normanni e occupato poi da Federico II d’ Aragona, era uno dei più possenti edifici fortificati della Sicilia, anche in virtù della sua felice posizione strategica.
Il seicentesco Palazzo Moncada, maestoso e imponente, nel centro storico di Caltanissetta, costituisce uno dei monumenti più rappresentativi della città, dovendo testimoniare la potenza ed il prestigio dell’omonima famiglia, che volle questa vera e propria reggia nel cuore della Sicilia. L’urbanizzazione sempre più massiccia della periferia nell’ultimo mezzo secolo ha enormemente cambiato l’assetto urbanistico della città, inglobando frazioni e borgate ed aggredendo le campagne circostanti.
All’interno della città vi sono poi alcuni siti archeologici di notevole importanza: Sabucina e Palmintelli, mentre quello di Gibil Gabib è pochi chilometri all’esterno; si tratta di insediamenti e necropoli che testimoniano l’antichità della città nissena ed il passaggio delle diverse popolazioni mediterranee.
Altra testimonianza del passato è la miniera di Trabonella, costituita da vecchie gallerie e fornelli dai quali si estraeva lo zolfo, in cui è anche possibile vedere gli impianti di lavorazione e trattamento del materiale estratto; l’attività estrattiva ha rappresentato in passato uno degli elementi caratteristici dell’economia locale, rendendo Caltanissetta la capitale italiana dello zolfo.
Nel suo territorio, a Terrapelata, vi sono anche le “Maccalube”, raro fenomeno di vulcanesimo sedimentario, costituito da piccole sorgenti vulcaniche di gas che trascinano in superficie sedimenti di argilla ed acqua salmastra, formando dei coni di fango.
Tra i più importanti elementi dell’attività economica del territorio nisseno, altamente vocato all’agricoltura, con le coltivazioni di olivi, mandorli, ortaggi ed agrumi; particolarmente rilevante anche le coltivazioni cerealicole, agganciate ad attività di molini e pastifici. Discreto anche l’allevamento e le attività connesse alla produzione casearia, come anche la vitivinicoltura, con la produzione di un apprezzato Nero d’Avola e del Cerasuolo di Vittoria.
La cucina di Caltanissetta è caratterizzata da piatti semplici e genuini, particolarmente legata alla tradizione della pasta e dei primi piatti, come i “cavateddi”, una pasta arricchita con uova, o le “muffulette”, pizze dorate e farcite con cipolla e acciughe. La città è nota anche per la sua pasticceria e per il suo torrone; tra l’altro i pasticceri nisseni hanno ottenuto negli ultimi dieci anni ben due Guinness dei Primati per la realizzazione di due dolci “rollò” più lunghi del mondo, dei quali il secondo senza glutine.