Un vino buono, un vino pulito, un vino giusto. Ma soprattutto sarà un vino lento il protagonista della terza edizione di Slow Wine Fair, la kermesse organizzata da BolognaFiere e SANA – Salone Internazionale del Biologico e del Naturale con la direzione artistica di Slow Food, che torna a Bologna dal 25 al 27 febbraio 2024.
Il vino buono, pulito e giusto torna a Bologna
Nata dal connubio fra la trentennale esperienza di BolognaFiere nel mondo del biologico con SANA e lo storico impegno di Slow Food sui temi della biodiversità, della sostenibilità ambientale e dell’equità sociale, Slow Wine Fair gode del patrocinio del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del Comune di Bologna, ed è realizzata con il supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, di FederBio, Fipe, Confcommercio Ascom Bologna e PEFC Italia.
Oltre mille produttori di vino
Saranno circa mille gli espositori presenti, oltre 300 in più rispetto alla passata edizione, e più di 500 dei quali rappresentati da cantine certificate biologiche, biodinamiche o in conversione, provenienti da tutte le regioni italiane e da 27 Paesi dei cinque continenti, per un totale di oltre 5mila etichette in degustazione attendono appassionati, buyer e professionisti.
Un’offerta di rara ampiezza
Il pubblico avrà la possibilità di scoprire vini che sono espressione di biodiversità, tutela del paesaggio agricolo, uso ponderato delle sue risorse, crescita culturale e sociale delle comunità contadine, e che puntano ad accrescere la consapevolezza dei consumatori.
Capire, conoscere, degustare
Un itinerario che consentirà di ampliare il proprio vocabolario enologico, conoscere i progetti che in tutto il mondo promuovono una viticoltura rispettosa del territorio e del suo tessuto sociale, ma soprattutto andare oltre il calice per capire il percorso che porta dalla vigna alla bottiglia, conoscere produttrici e produttori della Slow Wine Coalition (e non solo) provenienti da tutte le regioni italiane e da 27 Paesi, tra cui, oltre ai più vocati, citiamo le new entry Australia, Messico, Giappone, Sudafrica e Svezia, degustare più di 5mila diverse etichette di vino ricercandole per tipologia, certificazione, annata e vitigno, apprezzare la biodiversità di regioni italiane presenti con propri stand istituzionali quali Lazio e Sardegna, e andare alla scoperta di Bologna e dintorni grazie ai numerosi eventi off previsti durante la fiera.
Le cene slow del programma off
Per esempio in occasione di Slow Wine Fair, le osterie della guida di Slow Food Editore e i cuochi dell’Alleanza Slow Food di Bologna e dintorni partecipano all’iniziativa Piatti di vino, celebrando il suo utilizzo in cucina tra ricette della tradizione e proposte originali. Dal cappello del prete brasato al Sangiovese della Trattoria di Via Serra, passando per gli strozzapreti al vino 629 del Ristorante Bassotto, fino alla rapa rossa con salsa di Trebbiano al pepe verde della Locanda Pincelli, sono diversi i locali aderenti.
Passeggiate in vigna e tour nel centro di Bologna
Il programma di iniziative diffuse è tutto da scoprire: passeggiate in vigna, tour guidati del centro storico di Bologna, corsi di cucina sui segreti della pasta fresca e visite con degustazione presso l’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna.
Le proposte dello street food
Inoltre per una pausa gustosa tra una degustazione e l’altra, nel padiglione 18, contiguo agli spazi espositivi, Slow Wine Fair propone una selezione di cucine di strada in cui assaporare specialità regionali. Non possono mancare i padroni di casa, come I due gatti, nati nella Food Valley emiliana, e i food truck del territorio specializzati nella pasta fresca: La Collina delle meraviglie by Stappo e la Bottega Contemporanea Bstradi. Ma anche Basulon, realtà innovativa che esalta i sapori e le eccellenze del Lodigiano. Sempre presenti poi le olive Migliori e Quelli della bombetta, ormai punti di riferimento degli eventi targati Slow Food, insieme a Pantura, cucina itinerante con base a Milano. Molti food truck propongono inoltre un’offerta vegetariana, vegana, e piatti senza glutine.
Il programma delle masterclass
Non sarà ovviamente Slow Wine Fair senza le sue masterclass, le degustazioni dedicate ad appassionati e professionisti del settore che quest’anno raddoppiano: 16 esperienze prenotabili sul sito della manifestazione fino al 24 febbraio e che spaziano dalla biodinamica tra Europa e Sudafrica (25 febbraio, ore 13) alle vigne storiche ed eroiche dell’Emilia-Romagna (25 febbraio, ore 15), dalla biodinamica come vettore di qualità nel bicchiere (25 febbraio, ore 16), ai vini outsider (25 febbraio, ore 17), dalla biodinamica nel Palatinato renano (26 febbraio, ore 11) ai bianchi autoctoni d’Abruzzo (26 febbraio, ore 12), dalla novità del Modigliana bianco (26 febbraio, ore 13) a un viaggio nella Savoia con la verticale della Roussanne Cuvéè Les Fripons – 26 febbraio alle 14), dalla scoperta della vinificazione con grappolo intero (26 febbraio, ore 15) alla seconda vita della Freisa (26 febbraio, ore 17), dai vini rifermentati (27 febbraio, ore 11) ai grandi vini dell’Umbria Wine Academy (27 febbraio, ore 12).
Alla scoperta delle eccellenze DOP e IGP dell’Emilia-Romagna
Ma le degustazioni guidate di Slow Wine Fair non si fermano ai vini: appassionati e professionisti possono riscoprire Tesori DOP e IGP lungo la via Emilia, in un percorso che unisce quattro prodotti iconici: piadina romagnola IGP, Squacquerone di Romagna DOP, aceto balsamico di Modena IGP e Parmigiano-Reggiano DOP, in abbinamento a due eccellenze DOC del territorio, il Romagna Sangiovese e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro.
Una presenza internazionale qualificata
Particolarmente qualificata la presenza internazionale, che spazierà dai vini argentini d’alta quota di Gaston Cruz agli antichi vigneti delle montagne del Tauro in Turchia, dal connubio franco-tedesco fra i Vignerons de Lantignié e Die Glugg ai sette viticoltori galiziani, tra cui la Bodega Pentecostés, che custodisce l’unico vigneto inserito nella Doc Rias Baixas, ubicata nella regione della Valle Miñor, e Adega do Ricón, fino ai giapponesi di Grape Republic, che nella prefettura di Yamagata lavora fa viticoltura senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti, antiossidanti e impiegando esclusivamente con lieviti naturali, per produrre vini che rispecchino al massimo il terroir locale, e di Coco Farm & Winery, realtà che ad Ashikaga, nella prefettura di Tochigi, da oltre 30 anni impegna ragazzi con disabilità nel lavoro in vigna e nella produzione di vino.
Una nota amara ma piacevole
Ma non c’è solo vino: alla Slow Wine Fair si conferma la presenza della quarta edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia, con un’area dedicata, dove produttori d’eccellenza espongono i propri amari. Saranno 23 gli espositori selezionati da Amaroteca e dall’Associazione Nazionale Amaro d’Italia, alcuni dei quali racconteranno i propri prodotti nel corso delle Masterclass.
Le degustazioni di Amaroteca
Si comincia domenica 25 febbraio alle 14 con l’Amaro Formidabile, liquore elaborato artigianalmente con piante aromatiche macerate in alcool di grano, che si distingue per la sua naturalità e complessità aromatica, per proseguire poi con Scuppoz, realtà nata nel 1982 nel cuore dell’Abruzzo. Da un piccolo laboratorio in Val Castellana, l’azienda ha dato vita a liquori unici, come l’Amaro Scuppoz della Laga, la Genziana delle Pecore e la Ratafià d’Abruzzo, che vengono proposti in degustazione il 25 febbraio alle 18. Si conclude invece il 26 febbraio alle 16 con Il Gruppo Caffo 1915, fondata da Giuseppe Caffo ai piedi dell’Etna, ormai un punto di riferimento nel mondo dei distillati, con ricette antiche tramandate di generazione in generazione come come Elisir S.Marzano Borsci, S.Maria al Monte e Ferrochina Bisleri.
Gli appuntamenti AmarOff
A questi appuntamenti, gratuiti e fruibili da tutti i partecipanti della Slow Wine Fair tramite prenotazione, si aggiungono poi gli AmarOff, eventi che nella giornata di lunedì 26 febbraio coinvolgono 17 locali della città di Bologna.
La novità dello Slow Bar
Novità di questa edizione sarà, poi, lo Slow Bar, uno spazio di incontri e degustazioni dedicato al mondo degli spirits, bevande ottenute dalla distillazione di cereali, frutta o verdura sottoposti a fermentazione alcolica. Per la prima volta a Slow Wine Fair, lo Slow Bar ospita incontri e degustazioni che vedono protagonisti gli spirits, ossia tutte le bevande alcoliche ottenute dalla distillazione di cereali, frutta o verdura che sono già stati sottoposti a fermentazione alcolica, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle aziende che portano avanti una produzione etica e sostenibile, secondo le linee guida indicate in questo documento.
Il tema di questa edizione è l’utilizzo dei liquori amari all’interno dei drink da aperitivo, declinato in tre sottotemi: The Easy Aperitif, Aperitivi e Signature e The No Ice Alternative. The Easy Aperitif si concentra sugli aperitivi facili da replicare e si rivolge ai ristoratori che vogliono iniziare ad aprirsi al mondo dei cocktail; Aperitivi e Signature verte sull’importanza di creare proposte personalizzate e originali, per gli operatori che intendono abbracciare la mixology a tutto tondo; The No Ice Alternative approfondisce il tema della bollicina applicata agli amari, per chi preferisce non dedicarsi alla miscelazione, ma offrire un aperitivo al frizzantino senza ghiaccio e con pochi elementi essenziali.
In ciascun incontro, le aziende espositrici di amari e spirits hanno a disposizione 30 minuti per presentare i propri amari e, con il supporto dei bartender di Drink Factory, partner della manifestazione, valorizzarli nei cocktail elaborati per l’occasione, utilizzando i soft drinks S. Bernardo. Un’esperienza unica e completa: dall’aperitivo al dopo pasto passando dal mondo della mixology.
Gli incontri per parlare di vino
Tra una masterclass e una degustazione al banco d’assaggio, a Slow Wine Fair non mancherà lo spazio per convegni, presentazioni e incontri che vedranno esperti, produttori, docenti e autori confrontarsi sulle principali istanze legate al panorama vitivinicolo internazionale. Dallo Spazio Reale Mutua alla Demeter Arena, passando per Casa Slow Food: saranno tanti i momenti di riflessione per chiarirsi le idee su buone pratiche e obiettivi futuri, ma soprattutto conoscere storie ed esperienze virtuose che stanno tracciando nuove strade nel mondo della viticoltura da un punto di vista ambientale, culturale e sociale.
Dalle montagne del Tauro in Turchia, dove Heritage Vines of Turkey è impegnata nella salvaguardia di vecchi vigneti sull’orlo dell’estinzione, ai villaggi dei distretti di Shamakhi e Ismailli, in Azerbaigian, dove a quote comprese tra i 700 e gli 800 metri sopra il livello del mare, si coltiva l’uva madrasa, Presidio Slow Food, dalle presentazioni letterarie del cartellone “Libri al calice” di Casa Slow Food fino alle storie di resilienza e rinascita in Lombardia, in Campania, nelle Marche, in Friuli, in Puglia e in Toscana.
Il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow
Infine, giunto alla seconda edizione, chiuderà la kermesse il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, nato dalla collaborazione tra Slow Food e la Milano Wine Week, è assegnato da appassionati e professionisti a enoteche, ristoranti, osterie, bistrot, pizzerie che valorizzano i vini di una delle categorie territoriali o tematiche in concorso. Sono oltre 500 le realtà candidate dagli appassionati per le 12 categorie protagoniste dell’edizione 2024: otto riguardano le migliori selezioni territoriali, dall’Amarone alla Champagne, passando per Etna, Carso, Romagna, Rodano, Jura e Portogallo; quattro sono, invece, tematiche: i vini provenienti da vitigni autoctoni, quelli certificati biologici o biodinamici, quelli che spiccano per il rapporto qualità-prezzo e la migliore selezione di vini italiani buoni, puliti e giusti all’estero.