Castel di Tora, bellissimo borgo della provincia di Rieti, fa festa in riva al Lago del Turano con il buonissimo e prelibato polentone al sugo di magro. Sulle sponde del lago dominato dai monti del Parco naturale Navegna e Cervia, si celebra infatti il 18 febbraio il Polentone di Castel di Tora.
Aringa, tonno, baccalà e alici sono gli ingredienti del sugo di magro, pasto tipico della penitenza pasquale della prima Domenica di Quaresima, che inonderà il polentone dalle 12 fino a esaurimento scorte. Si mangerà al coperto, perché alla sagra del polentone si fa festa con la pioggia e con il sole.
La tradizione vuole che alla vigilia della Pasqua il sugo con cui condire sia un “sugo di magro” ed ecco qui l’origine del Polentone al sugo di magro.
Castel di Tora, borgo dal fascino magico, celebra un piatto povero ma ricco al tempo stesso di sapori e storia, che unisce idealmente l’Italia da Nord a Sud. Da queste parti, poi, la polenta non è solo una tradizione secolare, ma una vera e propria istituzione: il “Polentone di Castel di Tora” ha oltretutto, da tempo varcato i confini regionali al punto che sempre più spesso la Pro Loco viene invitata in altri paesi per offrire la degustazione di questa specialità.
A mezzogiorno inizierà la distribuzione del famoso polentone, e tra un piatto e l’altro i visitatori potranno assistere gli spettacoli folcloristici e musicali, oppure curiosare fra gli stand di oggettistica e di prodotti tipici.
Ottimo cibo e tanto divertimento quindi, ma non solo: la “Festa del Polentone” rappresenta un’ottima occasione anche per chi ama scoprire i gioielli meno conosciuti del nostro Paese; Castel di Tora, arroccato sulle rive dello splendido Lago del Turano, è considerato uno dei borghi più belli d’Italia e offre ai turisti angoli caratteristici e scorci mozzafiato;.
Si potrà passeggiare all’interno dell’antico borgo passando sotto la torre esagonale medievale dell’XI secolo, adiacente al Palazzo Scuderini, e poi su per i vicoli che conducono a piazzette ben tenute e curate; e ancora scoprire mura e torrette trasformate in case e ancora archi, scalinate, grotte e cantine scavate nella roccia.
Fino al 1864 il paese si chiamava Castelvecchio, poi si decise di legare il suo nome a Tora, antico insediamento sabino nel quale avvenne, nel 250 d.C., il martirio di Santa Anatolia; a lei è dedicato un santuario, che si erge su una collina attigua al borgo.