La Chisola è una focaccia con i ciccioli, i quali altro non sono che gli scarti del maiale nella preparazione dello strutto, un prodotto della tradizione contadina piacentina in particolare ed emiliano-romagnola più in generale.
La leggenda narra che Federico Barbarossa nel 1155 passò in Val Tidone con il suo esercito e, nella zona dove in seguito sarebbe sorta Borgonovo, la popolazione rifocillò lui e le sue truppe stremate e affamate con quintali di “Chisola”, tanto che l’esercito longobardo proseguì il suo cammino e non creò nessun danno agli abitanti del luogo.
La sua preparazione prevede che i ciccioli vengano tagliati a pezzetti e fatti soffriggere in una padella con un poco strutto, aggiungendo eventualmente anche un po’ d’acqua se dovessero diventare troppo secchi.
Su un tagliere intanto si prepara l’impasto con la farina cui viene aggiunto il lievito, il sale, l’acqua tiepida, impastando il tutto fino ad ottenere un composto morbido, cui si aggiungono i ciccioli precedentemente soffritti e possibilmente tiepidi.
Dopo aver impastato nuovamente e lasciato riposare al caldo fino a che non raddoppia di volume, l’impasto viene steso con le mani su una teglia da pizza sulla quale viene spalmato dello strutto.
Infine, dopo aver fatto con un coltello alcune incisioni sull’impasto, la teglia viene messa a cuocere in forno a 180° per circa mezz’ora, abbassando progressivamente la temperatura senza aprire il forno fino a cottura ultimata.
Ogni anno a settembre a Borgonovo Monticelli d’Ongina si tiene la Festa d’la Chisola, ma anche in altri paesi dell’entroterra piacentino le sagre dedicate alla Chisola sono numerose e frequentatissime.