Il 20 novembre, nella splendida cornice dello storico Museo del Risorgimento – Palazzo Carignano di Torino, ha avuto luogo “Forum Nizza”, alla scoperta della Denominazione Nizza Docg. Le interviste ai produttori
Più di sessanta produttori del Nizza Docg si sono ritrovati il 20 novembre nelle sale storiche del Museo del Risorgimento – Palazzo Carignano per una degustazione organizzata dall’Associazione, in collaborazione con l’AIS Torino. Oltre al banco d’assaggio, 2 Masterclass, una ”orizzontale” dell’annata 2019 e un’altra dedicata all’annata 2015: presentata la denominazione, un’introduzione storica e tecnica seguita da un’analisi sensoriale, e infine gli abbinamenti.
Oggi il mio obiettivo è quello di dare voce ai produttori, artefici fondamentali e protagonisti del successo di questa importante Docg.
Incontro l’assessore regionale all’agricoltura, Marco Protopapa, con cui scambio piacevolmente due battute.
“Io conosco molto bene il contesto nicese – afferma l’assessore – e devo affermare che qui mi sento a Nizza Monferrato. Questa è l’espressione di un territorio all’interno di questo spettacolo monumentale che è il Palazzo del Risorgimento di Torino. Un connubio eccezionale tra il concetto di Arte vera e propria e l’Arte del Vino. I sapori sono quelli che ben conosciamo ma sotto questo contesto ci sono decine di produttori che espongono vini eccellenti e vedo che la città di Torino sta apprezzando”.
Certamente, centinaia di appassionati stanno bevendo col calice in bella evidenza. È un bel segnale quello che sta esprimendo la città negli ultimi tempi, un interesse sempre più forte verso gli eventi enogastronomici e non solo che i torinesi stanno gradendo.
“Si vero, la città sta diventando un polo catalizzatore – sottolinea Protopapa -, l’ha dimostrato qualche giorno fa con l’Erbaluce Day, la bacca bianca protagonista; oggi con la Madre dei vini piemontesi, la Barbera, la bacca rossa: il Nizza fa la sua bella figura… come sempre, inebria e rende felici”.
Ringrazio l’assessore e mi porto sui banchi degli assaggi. Cerco Franco Penna titolare della Cascina Barisél di Canelli che ha ottenuto i Tre Bicchieri dalla Guida del Gambero Rosso 2024, per la prima volta, col Nizza Docg 2024 “La Cappelletta 2020”
Eccolo, voglio le sentire le impressioni del titolare, Franco Penna: “È stata una bellissima notizia – spiega -. Noi siamo sulla Guida da 25 anni circa, siamo sempre stati molto apprezzati e devo confessare che non sono rimasto oltremodo sorpreso. Sapevamo tutti in azienda del valore dei nostri vini, della qualità dei nostri prodotti, dell’onestà della nostra proposta, quindi siamo stati premiati per il lavoro e l’impegno di tutti. Io ho 61 anni, sono convinto di quello che faccio tra i filari e in cascina e questo riconoscimento non mi coglie impreparato, non lo considero un punto di arrivo, bensì un importante momento da cui ripartire”.
“Finalmente qualcuno si è reso conto, ha capito che dietro quest’etichetta c’è un grosso lavoro, la fatica di tanti. Io sono un vignaiolo vero, mi sporco le mani dal mattino alla sera, lavoro in vigna e la sera in cascina. Mi sono creato questa piccola realtà, mio padre era anche lui un contadino, non faceva il vino, però mi ha dato l’opportunità di intraprendere questa strada. Essendo una piccola cantina dovevo fare un prodotto eccellente o niente. L’obiettivo, sin dall’inizio, è stato sempre quello di fare un vino di qualità. Io ero partito col Moscato, poi ho creduto nella Barbera e ho sposato subito il Progetto del Nizza. Sono da sempre nell’Associazione Produttori, siamo un bel gruppo”.
Cosa ha fatto specificamente per portare avanti una qualità eccellente come quella che sto assaggiando nel bicchiere
“Oggi, si concretizzano anni di sacrifici, di impegno. Ipotizzo ancora un futuro buono per la mia piccola azienda, abbiamo lavorato tanto sui vigneti, sul posizionamento, molta attenzione alle vigne vecchie. Abbiamo in totale 8 ettari vitati. C’è tanta fatica dietro ogni bottiglia, ci vogliono anni prima di inquadrare bene il vino e raccogliere consensi, ma se lavori con coscienza qualcuno si accorge di te e arrivano le soddisfazioni. Oggi posso affermare che lavoriamo con 13 Paesi al mondo, anche se siamo ‘piccoli’, e poi tante visite in cantina e molti ristoratori che richiedono il nostro vino. Abbiamo due etichette del Nizza, due di Barbera, poi il Moscato, uno Chardonnay in purezza, e da qualche anno mi sono innamorato del Metodo Classico con 100% Pinot Nero. Voglio ricordare che la mia Cascina è a Canelli, patria delle bollicine, delle prime bollicine storiche”.
Lascio Franco Penna e la sua felicità contenuta, ma non il suo orgoglio e la sua soddisfazione. Riprendo il cammino tra queste meravigliose sale del Palazzo. Voglio tornare dov’ero stato lo scorso anno, per il Ventennale. Incontro ancora Alice Siri, del Team di Vinicola Arno, dietro la bella mostra di bottiglie della sua cantina, attorniata da uno stuolo di assaggiatori incuriositi.
È una Cantina giovane, di Mombercelli, nata nel 2017 per volere di Mara e di Michael Arno, lei portoghese di Porto, lui originario dell’Emilia Romagna. Insieme, nel territorio Unesco, per produrre il Nizza, Barbera d’Asti e Monferrato Bianco. In vigna e in cantina si applicano pratiche ecosostenibili e l’azienda ha ottenuto la certificazione Bio da poco.
Chiedo ad Alice se da un anno all’altro ci sono stati cambiamenti. Lei, tanto per cominciare, versa subito nel calice il Nizza Docg 2019 – Lorella. L’avevo assaggiato l’anno scorso, ma il 2018. “Lorella 2019 è più corposo, un impatto al palato più forte. È cambiato. Una maggiore acidità, il suo bouquet è sensazionale. Ma una novità assoluta è la prima del Nizza Riserva Docg Leone: come da Disciplinare, il Nizza Riserva richiede un invecchiamento minimo 30 mesi di cui 12 mesi in legno. Noi abbiamo scelto di far riposare il nostro Nizza Riserva per almeno 14 mesi in barrique e successivamente procedere all’invecchiamento per almeno 16 mesi in bottiglia. È un vino che rappresenta davvero il nostro territorio, di grande eleganza e struttura. Il Nizza è un vino longevo può durare fino a 10-12 anni. Vogliamo dare alla Madre Terra ciò che ogni giorno con tanta fatica questa materia prima ci dona”.
Alice, per quali motivi un eno-appassionato deve varcare la soglia di Vinicola Arno?
“Perché Vinicola Arno è una piccola gemma da scoprire non solo per gli appassionati del Nizza. Chi viene a trovarci scopre una bella storia, i nostri prodotti, il Monferrato Bianco Doc, il Rosato da uve Barbera e tutte le sfumature dalla Barbera d’Asti Superiore, Nizza e Nizza Riserva. La vigna è un luogo fantastico dove si viene per scoprire, assaggiare, rimanere. Può essere casa, vacanza, degustazione, passeggiata nella natura, cibo, ospitalità, relax. Noi aspettiamo tutti”.
Il Nizza ‘Lorella’ mi ha offerto un profumo molto ricco di spezie e frutti rossi. Anche al palato è molto caldo e corposo… e un finale avvolgente. Ottimo!. Il Riserva che Alice mi versa successivamente l’ho assaggiato in compagnia di un tocco di Roccaverano Dop stagionato. Straordinario!. Corposo, armonico, rotondo, molto delicato. Una scoperta sensazionale che avrà un grande seguito.
Il terzo produttore che vado a sentire è la Cantina Sant’Evasio. Incontro al banco Emanuela Lacqua, che, con papà Piero, la mamma Anna e il fratello Andrea, porta avanti con energia e determinazione, proprio sulle colline di Nizza Monferrato, la produzione. Tradizione e amore per la terra sono i caratteri distintivi della cantina. Dieci ettari di vigneti attorno alla cantina, su una delle colline più vocate e ridenti di Nizza Monferrato, Cru San Nicolao.
Assaggio un Nizza Docg Sant’Evasio 2019, prodotto su questa collina pregiata, affinato in barrique e botti per 24 mesi e per altri 24 in bottiglia. Mi sorprende positivamente per il sapore morbido, caldo, fresco, poco tannico, abbastanza sapido
“Siamo la terza generazione – dice Emanuela -. L’indiscussa protagonista della produzione era e rimane la ‘Barbera d’Asti’ in tutte le sue sfaccettature. L’esposizione dei filari è a Sud/Sud-Est, su suoli di Marna di Santagata fossile (maggiore struttura, vigore e longevità ai vini. N.d.r.). I vigneti sono posizionati ad altitudini che non superano i 300 metri. Il vigneto confina con un bosco di nocciole che favorisce un microclima adatto alla viticoltura. Soprattutto d’estate offre quel grado di umidità che è necessario alla vigna, e poi un’escursione termica giorno-notte molto positiva per il buon andamento del ciclo vegetativo delle vigne e la futura qualità organolettica delle uve. Soprattutto in queste ultime estati il bilanciamento termico è servito, anche se le quantità dell’ultima vendemmia hanno registrato cali di produzione fino al 30%. Certo le nostre esposizioni a Sud hanno condizionato molto la resa finale”.
Ho assaggiato il Nizza di diversi produttori, di provenienze diverse, di areali distanti tra di loro, ma anche di colline vicine. Ciascuno ha la propria specificità, mostra valenze diversificate, caratteristiche organolettiche variegate. Sappiamo che quel territorio speciale annovera tipologie di suoli diversi anche a brevi distanze: Sabbie, Marne sabbiose e argille, Marne di Sant’Agata e Arenarie.
Ciascuna tipologia offre al grappolo un’identità particolare che poi passa nel bicchiere. Questa specificità geologica è una grande ricchezza per il Nizza Docg. Emanuela cosa mi dici in proposito?
“Tutte queste nuances nella stessa Docg sono una cosa meravigliosa, infatti. Questo perché il Nizza non nasce tutto dalla stessa tipologia di terreni. Succede che la nostra collina che insiste sulla Marna di Sant’Agata produca un Nizza con determinate caratteristiche e la collina di fronte, magari a 2 km dalla nostra, dà vita ad un Nizza completamente diverso, perché, non so, è posta su un terreno rosso, sabbioso o di arenaria. Anche i venti producono cambiamenti nel carattere dei nostri vini. Noi risentiamo del ‘marin’ che soffia dalla Liguria diversamente da altri che hanno magari altre esposizioni anche se vicini a noi. Il vino è qualcosa di vivo, che respira, sorride e piange, soffre. Il vino si fa in vigna, sostanzialmente. In cantina si può modellare.
Vedo dalla tua espressione un senso di entusiasmo e di felicità
“È vero, è proprio così, sono convinta che il vino sia felicità”.
Prova ne è che la frase che campeggia sul sito aziendale della cantina recita davvero così: “…creare qualcosa che possa lasciare un segno nell’anima delle persone”.
Complimenti al Nizza Docg e ai suoi magnifici Produttori.