Beh, possiamo dirlo a voce alta: a Torino, in questi giorni, siamo diventati tutti tennisti. Basta “Forza Juve” e “Alé Toro”: sulla bocca degli ex affezionati pallonari “dai Jannik, sei il numero 1… e quel fantastico rovescio lungolinea al terzo set?”. Sui tram, nelle piazze, per le vie della città “hai visto ieri sera Sinner con Djokovic… meraviglioso!”, baraonde di affezionati accalcati davanti al Principi di Piemonte ad attendere i beniamini della racchetta.
La città è esplosa, attorno al Pala Alpitour la febbre sta salendo di ora in ora, la passione del pubblico da tutto il mondo aumenta. Oltre 300 biglietti in più tra semifinali e finali (circa 1200 persone in più per i 4 incontri), per ampliare la platea. Un grandissimo successo per lo sport e per la città. Tra piazza Castello, piazza San Carlo e il Pala Alpitour si sentono parlare tante lingue. Evviva!
E attorno alla manifestazione internazionale ecco la cupola geodetica che ha ospitato, in Piazza Castello, Casa Tennis, dove sono passati sportivi del passato e del presente, personaggi storici, artisti, per confrontarsi su tematiche di attualità, dove il concetto di solidarietà è emerso più volte.
Ma è a “Casa Gusto” che voglio portarvi, nell’intima piazzetta Mollino dell’Archivio di Stato, per “assaggiare” il Raviolo ATP . A Torino, tutti buongustai.
Qui, il gusto torinese e piemontese è stato il grande protagonista durante questa edizione 2023 delle Nitto ATP Finals. Il grande evento sportivo, infatti, è diventato un’occasione per presentare a turisti, sportivi e cittadini quanto di meglio si crea e si produce nell’ambito dell’enogastronomia territoriale. Ogni giorno, un ricco calendario di degustazioni guidate e di presentazioni, anche grazie alla collaborazione con le associazioni di categoria locali: dalle colazioni con i Maestri del Gusto di Torino e provincia, alle Merende Reali fino ai brindisi del tardo pomeriggio con le migliori etichette dei vini torinesi e piemontesi, le birre artigianali, la mixology e il progetto Extra vermouth.
Appuntamenti che hanno richiamato un pubblico variegato, attratto dalle eccellenze enogastronomiche.
Voglio parlarvi de “Il Raviolo ATP”, che l’altra sera ha fatto capolino sui tavoli imbanditi di Casa Gusto.
Raviolo ATP? Ebbene si! Il Raviolo ATP (Acciughe, Topinambur e Porri), a forma di pallina da tennis è stato preparato e servito per le decine di persone (privilegiate) che erano riuscite a prenotarsi. Un successo straordinario, grazie a Pastificio Reale e a Cascina Lanfranco – Azienda Agricola Lanfranco Jessica per averlo realizzato.
Due tipici ortaggi autunnali, espressione tipica del Piemonte contadino, sono stati racchiusi nel cuore di un impasto a forma di pallina da tennis: la freschezza, la bontà di prodotti semplici sono emerse grazie a una giovane produttrice di Moncalieri, Jessica Lanfranco, e di un artigiano pastaio, Lorenzo Bossina, che è riuscito ad esaltare il tutto con la sua “pallina di pasta fresca” che ha avvolto magistralmente il tutto.
E da bere in abbinamento a questa meraviglia? Un Erbaluce di Caluso Docg dell’Azienda Agricola Le Masche di Lorenzo Simone di Levone (Torino).
La serata ha visto la presenza di Marco Protopapa, assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca che si è congratulato con i protagonisti, promuovendo i prodotti enogastronomici del Raviolo ATP.
“Si parla di un prodotto che racchiude – sottolinea l’assessore – topinambur, alimento dalle proprietà straordinarie, porri, ricchi di vitamine e sali minerali, e poi l’acciuga che sicuramente non è un prodotto piemontese ma che è l’ingrediente tipico, specifico nella preparazione della bagna cauda, di tradizione piemontese. Le vie del sale, questi percorsi antichi a dorso di mulo hanno fatto si che anche questo prodotto sia diventato di diritto espressione della nostra cucina regionale. Infine il vino in abbinamento: parliamo di Erbaluce di Caluso Docg, vitigno dell’anno 2023 della Regione Piemonte, di un’azienda giovane, che guarda lontano, perfettamente in sintonia col territorio del Piemonte”.
È intervenuto anche Luigi Andreis, direttore di CIA – AGRICOLTORI DELLE ALPI, che ha ringraziato i produttori presenti e tutti i soci che permettono, con il loro lavoro e il loro impegno, di portare sulle tavole dei piemontesi prodotti di estrema qualità, gusto e freschezza.
“Coltiviamo la terra come ci hanno insegnato i nonni – spiega Jessica Lanfranco -, seguendo i ritmi della natura e delle stagioni. Siamo io e mia sorella che mandiamo avanti l’azienda agricola. È stato papà che ci ha tramandato la cultura per la terra, noi abbiamo preso il testimone e mandiamo avanti un’agricoltura di ortaggi e cereali, soprattutto ortaggi, come un tempo. Nelle nostre coltivazioni, oltre a guardare la qualità, la salubrità dei prodotti, ci rivolgiamo al consumatore finale con la consapevolezza che alla fine è lui che deve essere soddisfatto. Per questo abbiamo creato un opuscolo che va ai nostri clienti, Agrispesa in cassetta (info 011 484766), dove vengono riportati, per ciascun mese, i prodotti ortofrutticoli disponibili. Questo si è dimostrato uno strumento molto valido e apprezzato per dare freschezza e prodotti di stagione a tutti i nostri consumatori”.
“Senza il mio staff, mia sorella innanzitutto, non sarei Maestro del Gusto – sottolinea Lorenzo Bossina — Ci tengo a rimarcare questo che non è un particolare di secondo piano. Prima di tirare fuori il nostro Raviolo ATP l’abbiamo provato un po’ di volte, l’abbiamo equilibrato ed eccolo qua, in questa forma rotonda come una pallina da tennis, anche se non è così spesso. In questo raviolo c’è un pezzo di Piemonte in tavola. Voglio, però, soffermarmi sugli aspetti nutrizionali del topinambur, un prodotto ricco di fibre vegetali; grazie al contenuto di inulina è indicato nella dieta di persone diabetiche, è ricco di sali minerali, adatto a ridurre il colesterolo. Questo è un esempio di come il nostro pastificio seleziona i prodotti da unire alle paste fresche, sempre di stagione e a filiera corta. Nelle nostre paste si cerca, sempre, di utilizzare ripieni molto equilibrati dal punto di vista nutrizionale. Usiamo farine che abbiano ancora una piccola dose di crusca, non più la doppia zero, ma la zero; poi utilizziamo uova di galline che dormono, ormai non è così scontato che la gallina dorma, viene sempre lasciata la luce accesa per far si che produca il più possibile. Non usiamo nulla che sia pastorizzato. Cerchiamo di utilizzare prodotti che siano meno lavorati possibile, così diamo il nostro contributo all’alimentazione sana”.
E per finire, una realtà vitivinicola giovane, che nel tempo sta crescendo e si sta affermando grazie al coraggio, alla passione e alla volontà di uno dei giovani rampolli di famiglia, Lorenzo Simone. Parliamo di Le Masche.
“Abbiamo sottratto al bosco terreni abbandonati – afferma Lorenzo Simone -, un tempo ricoperti di vigneti, eliminando rovi e sterpaglie, facendo rinascere grappoli profumati. L’Azienda agricola nasce nel 2007 col presupposto di valorizzare le denominazioni della Doc del Canavese, producendo un vino che possa essere immagine del suo territorio. Produciamo Canavese Nebbiolo Doc, Canavese Rosso e Canavese Rosato Doc, Canavese Barbera Doc, uno Spumante Metodo Classico Brut, Erbaluce di Caluso Docg, Vermouth Rosso”.
“Essere viticoltore in Alto Canavese – racconta Lorenzo – è affascinante; c’è il richiamo del territorio. Qui si deve puntare ad un’enologia di eccellenza affidandosi al vino che si produce tra queste meravigliose colline di boschi e vigneti, sentieri impervi e dolcezza. Qui mi piace vivere. Il 60% del mio vino viene venduto in questa zona. Una terra che ha del potenziale. Agli inizi avevo incontrato delle ostilità, ma oggi la mia caparbietà e la mia testardaggine stanno avendo ragione. Le Masche (Le Streghe), è un nome legato a streghe, incantesimi, stregonerie, una storia atroce del ‘400. Abbiamo deciso di etichettare i nostri vini con i nomi delle vittime di quella vicenda, finite sul rogo, semplicemente per ricordarle”.
Il piatto adesso è pronto: provare per credere.
Un grazie a CIA – AGRICOLTORI DELLE ALPI per aver curato ottimamente tutti i dettagli di questo gustosissimo e divertente evento.
Gli incassi di Casa Gusto sono devoluti a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro per sostenere le attività di cura e ricerca dell’Istituto di Candiolo – IRCCS