Attraversata dal fiume Olona, che divide in due la città ed il territorio comunale Castellanza, città di 14.400 abitanti in provincia di Varese è in realtà l’unione delle due anime che la compongono: Castellanza, appunto, su una sponda e Castagnate sull’altra.
Nel suo territorio, non distante dalla città, c’è anche un altro piccolo quartiere seicentesco; un quartiere sorto attorno ad un’antica cascina della piana lombarda chiamata Cascina Selva Longa, poi Cascina delle Corde e successivamente Cascina Cagnoeula; oggi il suo nome è “Buon Gesù” e la sua particolarità sta nel fatto di essere sul territorio di tre comuni diversi.
Castagnate è il paese originale di probabile fondazione celtica, successivamente occupato dai romani nel corso delle loro guerre di conquista; in epoca medioevale, a cavallo del millennio, il territorio era di proprietà dei monaci dell’Abbazia di San Dionigi, ai quali si susseguono diverse famiglie feudatarie fin quando finisce per gravitare nell’orbita dei Visconti di Milano.
Castellanza, invece, era probabilmente una fortificazione quattrocentesca oltre l’Olona, che seguì le sorte della sua dirimpettaia, finendo da un signore all’altro fino all’età contemporanea.
Ogni signoria lasciò in dono alla città qualche bella opera, come la cappella di Santa Liberata, edificata per l’avvenuta liberazione dall’epidemia di peste nel 1600, o il settecentesco Palazzo Brambilla, da novant’anni sede municipale.
Fin dal primo novecento la cittadina, che nel frattempo si è fusa in un unico comune, è un fiorente centro industriale con numerosi opifici industriali ed artigianali che richiamano manodopera anche dai paesi confinanti.
La maggior parte delle attività continueranno e si amplieranno anche dopo il secondo conflitto mondiale, imboccando la strada del declino a partire dagli anni’70 quando la crisi dell’industria causata dalla concorrenza dei paesi dell’Europa dell’Est mette in ginocchio il sistema industriale locale.
Tra le cose interessanti da vedere a Castellanza vi sono gli edifici dell’ex filatura Cantoni, sede dell’Università Carlo Cattaneo, uno splendido esempio di archeologia industriale, che occupa un vasto parco aperto al pubblico nel cuore della città.
Ma sono diversi gli esempi di recupero conservativo del paese, come l’ex Centrale Termoelettrica della Società “Lombarda”, costruita nel 1904, che dopo il restauro è destinata a diventare albergo e residence; l’ex tintoria tessuti della Manifattura Tosi, fondata nel 1888, il cui unico grande capannone rimasto è divenuto sede della Biblioteca e del Centro civico e l’ex Tintoria Cerini, abbastanza ben conservata ed ancora adibita ad un’iniziativa industriale tessile.
L’intervento di recupero di edifici industriali dismessi che si affacciano lungo il fiume Olona è ancora in corso nell’ambito di un programma di riqualificazione del lungofiume ed è un bell’esempio di lungimiranza della classe dirigente locale.
Di notevole importanza anche il Museo Pagani, un parco e museo di arte moderna e contemporanea di respiro internazionale realizzato in una cornice naturale di boschi, con opere d’arte dei massimi esponenti del futurismo, dadaismo e surrealismo italiano ed europeo del secolo scorso.
Tra le iniziative organizzate a Castellanza, notevole rilievo ha il Palio delle Contrade, con sfide sportive tra i due antichi borghi, Castellanza, chiamata “In Sù” e Castagnate, chiamata “In Giò”.
Il Palio de la Castellantia, invece, viene disputato tra le otto contrade in cui è stata divisa la città, che si ispirano alle chiese campestri e cittadine dei santi Giulio, Simeone, Stefano, Giorgio, Bernardo e alle due cappelle votive di San Carlo e Santa Liberata.