Una storia d’amore fatta festival quella tra Cesena e il cibo di strada. Nel 2000, quando lo street food non era di moda, nella città romagnola si ebbe la geniale idea di mettere insieme, nello stesso luogo, i migliori produttori italiani e internazionali, creando una sorta di grande mercato del gusto a cielo aperto. Dalle bombette alle arancine, dagli arrosticini alle empanadas, in una passeggiata si poteva fare un viaggio tra le tradizioni regionali e dei cinque continenti.
Il festival internazionale del cibo di strada
Ventitré anni fa, per la prima volta, quindi, ci si immaginò un festival dedicato a un settore tanto tradizionale e radicato nella cultura italiana: accadeva a Cesena, grazie all’intuito di Gianpiero Giordani, figura che riuniva in sé le due anime che ancora oggi sono fondamentali nell’organizzazione della kermesse, Confesercenti e Slow Food.
Quella del 2000 fu una manifestazione pioniera e valse la scommessa: nel tempo, pur con qualche episodico stop, è diventata un importante vettore di turismo e di sviluppo economico per la città romagnola, con una media di 100.000 visitatori per edizione. Si tiene da sempre al principio dell’autunno, tra Piazza della Libertà, Corso Mazzini e Piazza Giovanni Paolo II.
Il panorama dello street food all’italiana
Negli anni, lo sappiamo, il cibo di strada si è diffuso capillarmente tra le mode gastronomiche, diventando un settore di mercato e investimenti molto importante per la ristorazione del nostro paese. Il Gambero Rosso stesso, 10 anni fa, ancora precorrendo i tempi, intercettò il fermento del settore, ideando una guida gastronomica dedicata.
Le manifestazioni legate allo street food oggi sono migliaia, si tengono di continuo nelle grandi città e in provincia, spesso hanno soppiantato le sagre tradizionali. Ma quella di Cesena (organizzata da Confesercenti Ravenna-Cesena e Slow Food Cesena, in collaborazione con il Comune di Cesena) resta un unicum per dimensioni e professionalità coinvolte, fondata com’è, prima di tutto, sulla ricerca dell’eccellenza e della qualità delle delegazioni convocate.
Gli appuntamenti dell’edizione 2023
Nei giorni del 6-7-8 ottobre, dalle 12 a notte, il centro storico cesenate torna a essere invaso dai profumi dei tradizionali cibi di strada di tutta Italia. Ma non solo. Perché il Festival di Cesena dagli esordi è internazionale e crede nella contaminazione delle culture: prova ne sia la collaborazione, nata ormai da qualche anno, con Vittorio Castellani, aka Chef Kumalè, noto giornalista “gastronomade”, esperto di cucine del mondo, che cura la selezione di attività per la sezione internazionale (mentre per quelle italiane è Slow Food a occuparsi della scelta).
Tante le isole in cui gustare le specialità cucinate in diretta, ma anche un calendario di incontri molto fitto. Si parte alle 18 del 6 ottobre con El Ceviche Estilo Mexicano, un approfondimento sul ceviche con Revolucion Ristorante di Torino. Sabato 7 ottobre, sempre alle 18, si parla invece dell’Osh Plov, il piatto simbolo della cucina uzbeka, presente al festival grazie alla delegazione del Centro Culturale Uzbeko Mirzo Ulugbek. Domenica 8 ottobre, alle ore 12, è la volta del Medio Oriente con Falafel vs foul tamiya: le polpettine di strada del vicino Oriente.
Il Premio Gianpiero Giordani
Dal 2019, per ricordare il fondatore del festival, dopo la sua scomparsa, durante la tre giorni si svolge anche una competizione, mirata a eleggere il miglior rappresentate del cibo di strada della manifestazione: il premiato deve avere le due componenti fondanti nella selezione dell’evento di Cesena, la veracità e al contempo l’alta qualità della proposta. Una giuria di esperti del settore, guidata da Castellani, visiterà le delegazioni coinvolte per assaggiarne i prodotti e decreterà il migliore, sia tra gli italiani, sia tra i rappresentanti della cucina internazionale: nel 2022 a guadagnare la vittoria la delegazione toscana, con il lampredotto, e quella messicana, con i tacos al pastor.