Cornello dei Tasso, in Val Brembana, provincia di Bergamo, è un bellissimo borgo raggiungibile solamente a piedi attraverso alcune comode mulattiere dove il tempo sembra essersi fermato.
Il piccolo borgo, sempre molto isolato nel tempo, ha conservato tutte le caratteristiche storiche del paesino di montagna, con il suo impianto prettamente medioevale, le case in pietra, i porticati, l’antica chiesetta, i dipinti sulle facciate delle case.
Cornello dei Tasso, che sorge su uno sperone roccioso a picco sul fiume Brembo, lungo il vecchio tracciato della “Via Mercatorum” che congiungeva Bergamo alla Valtellina, è caratterizzato dalla sovrapposizione di quattro diversi livelli.
Nella parte più bassa sono allineate una serie di costruzioni a strapiombo sul fiume che danno l’idea di quello che poteva essere in origine il borgo, cioè una struttura fortificata a scopo difensivo.
Al secondo livello corre la via porticata, sovrastata da arcate in pietra, coperta da un soffitto di travi di legno e pavimentata in acciotolato; sotto il porticato si affacciano diverse apertura verso i livelli inferiore e superiore, probabilmente in origine ingressi di botteghe e scuderie.
Il terzo livello insediativo è quello delle abitazioni, con l’alternanza di edifici piuttosto semplici e palazzi delle famiglia notabili del borgo, tra le quali spiccavano i Tasso.
In alto c’è la chiesa romanica dei santi Cornelio e Cipriano, originaria del XII secolo ma più volte trasformata e restaurata, con un notevole ciclo di affreschi che ne ricoprono le parenti interne, tra cui anche un quattrocentesco “Miracolo di Sant’Eligio”, il patrono dei maniscalchi, con belle raffigurazioni di ambienti, costumi e attrezzi da lavoro dell’epoca.
Un storia particolare
La particolarità di Cornello dei Tasso deriva dal fatto che in questo piccolo e sperduto borghetto medioevale della Val Brembana nacque il servizio postale, ad opera proprio della locale famiglia Tasso, al soldo dei Dogi di Venezia.
La famiglia, che veniva indicata come Compagnia dei Corrieri, trasportava la corrispondenza dei potenti tra Venezia e le principali città d’Italia, in particolar modo Milano e Roma e successivamente esportò il suo servizio anche in altri paesi del Sacro Romano Impero, con migliaia di corrieri che varcavano i confini delle varie entità statali e centinaia di stazioni di cambio, ognuna gestita da un componente della famiglia dei Tasso.
Oltre alla corrispondenza, utilizzando carrozze con passeggeri, spesso trasportavano anche oggetti di valore ed i proventi delle tasse; da questo tipo di servizio e dal loro nome è derivato infatti quello dell’attuale “taxi”.
L’intera epopea del servizio postale dei Tasso è raccolta nel Museo, diffuso in una pluralità di edifici sparsi all’interno del borgo, che raccoglie le gesta, i documenti e ogni tipo di materiale inerente questi loro illustri antenati; tra i reperti anche una lettera del 1840 affrancata con il primo francobollo emesso al mondo, il famoso “Penny Black”.
Un’altra sala del Museo è poi dedicata alle due glorie letterarie di casa Tasso: Bernardo e il suo più famoso figlio Torquato, autore del celebre poema “La Gerusalemme liberata”.
Il Formai de mut e la cucina della Val Brembana
Salire a Cornello dei Tasso, oltre che una piacevole e salutare passeggiata, vuol dire anche avere la possibilità di trovare e assaggiare uno dei prodotti più tipici della montagna orobica, il “Formai de mut dell’Alta Val Brembana” una squisitezza oggi Dop che si trova solo in questa zona, ottenuta con il latte degli animali al pascolo.
La produzione casearia è infatti una delle più importanti delle attività di questo territorio; qui si produce anche il branzi, il cui sapore dolce e delicato viene dalle particolari essenze vegetali presenti nei foraggi della valle; i caprini; l’agrì, la Formagella, lo Stracchino ed il millenario taleggio, il cui nome deriva dall’omonima valle dove, nelle grotte delle Prealpi bergamasche, questo formaggio affinava le proprie qualità grazie alle fresche e profumate correnti provenienti dalle fenditure della roccia.
Cornello offre una cucina semplice, tra cui i casonséi, grossi ravioli fatti in casa con ripieno a base di pangrattato, formaggio, uovo, aglio e prezzemolo, e conditi con burro e salvia; il risotto con i funghi porcini.
Va molto la polenta, sia quella taragna, di grano saraceno che la polenta cunsada, servita appena cotta, a bocconcini, ricoperti di taleggio fresco e conditi con panna e burro fritto con salvia, autentico piatto tipico della zona.
Altro piatto tipico locale è anche il chisöl, un involto di polenta ripiena di taleggio fresco che viene fatto abbrustolire sulla brace o sul piano della stufa, La polenta accompagna i piatti di carne: coniglio e pollo arrosto, capriolo e lepre in salmì, uccellini, rane e lumache con la panna.