Mi preparo ad intervistare Edoardo Cavagnino, Presidente dell’Associazione Caffè Storici di Torino e del Piemonte, nonché Presidente di Gelati Pepino 1884, in Piazza Carignano, a Torino, in questo giorno di luglio, attorniato dal mondo: qui accanto sento parlare inglese, spagnolo, giapponese, francese. La piazza offre un colpo d’occhio di Bellezza e di Felicità. Dopo un ottimo Pinguino al Caffè Costadoro, eccomi davanti a un personaggio che dimostra tutta la voglia di fare, l’entusiasmo di chi punta agli obbiettivi e mostra la sicurezza di riuscirci. Mi piace questa determinazione, l’ottimismo e un senso di ambizione che traspare ad ogni battuta.
Desidero anteporre all’intervista lo spaccato di un articolo apparso sull’ultimo numero della rivista “The UNESCO Courier” che parla dei “terzi luoghi”, termine coniato negli Anni Ottanta da Ray Oldenburg, sociologo urbano americano scomparso nel novembre scorso. Spazi fisici che promuovano un senso di comunità. Questo semplice concetto ci ricorda che le connessioni umane hanno bisogno di nutrimento e che la comunità dipende da cose semplici come pochi tavoli, un ospite amichevole e la volontà di vedere cosa succede quando ci incontriamo faccia a faccia. Le caffetterie sono un perfetto esempio del terzo posto.
“Questi ‘terzi luoghi’ – afferma Ray Oldenburg –, al confine tra la sfera pubblica e quella privata, forniscono un respiro vitale alla frenesia urbana. In contrasto con l’anonimato delle grandi città, offrono spazi di incontro e diversità, dove il tempo è meno vincolato e la parola è più libera. Incoraggiando il dibattito e lo scambio, i caffè contribuiscono a modo loro al libero flusso di idee e al dialogo che l’UNESCO sostiene”.
Con quale stato d’animo, Presidente, osserva tutto quello che la circonda, in questo meraviglioso dehors del suo Caffè Storico
Io dico sempre che ‘’il locale è molto bello ma la piazza è ancora più bella’. Unica, in Italia. Abbiamo il privilegio di poterci sedere all’esterno ed ammirare alcune meraviglie della città. Qui nacque Vittorio Emanuele II, venne promulgato lo Statuto Albertino, ebbe sede il primo Parlamento d’Italia, il Museo Egizio, il Teatro Carignano, il più antico della Città, il Ristorante storico Del Cambio, e se, vogliamo, la più antica Gelateria d’Europa. Siamo davvero circondati dalla Storia d’Italia e dall’armonia architettonica dei palazzi che contornano la piazza. Per me è un onore infinito essere qua, e se a questo aggiungiamo che sono presente con un locale storico, di famiglia, posso affermare di esserne davvero orgoglioso.
A proposito di Locale Storico, quest’anno compie 85 anni il Pinguino, un anniversario significativo
Certo, fa battere il cuore, è una lunga tradizione di famiglia raccontata in tutto il mondo che appartiene ormai alla storia ma che guarda al futuro con grandi speranze. A Singapore ed Hong Kong mangiano Gelati Pepino. Certo è stata una geniale intuizione che ha rivoluzionato non solo il mondo del gelato, ma anche il costume. Quella sottile copertura di cioccolato a protezione delle creme che tendono a sciogliersi ha permesso di passeggiare sotto la luna o sotto i raggi del sole senza problemi. Oltre agli iniziali e classici gusti tradizionali, la proposta si è arricchita di nuovi gusti più tante limited edition fatte negli ultimi anni in collaborazione con altre eccellenze del territorio. È una storia che guarda avanti, quel sottile strato di cacao è destinato a racchiudere nuovi gusti.
Futuro! E allora, le chiedo: affacciandosi dalla soglia della Gelateria, lei pensa più al passato o guarda sinceramente al futuro
Se percorro la piazza mi viene da pensare al passato, dalla storia millenaria del Museo Egizio, all’Unità d’Italia, alle Stelle Michelin attuali e recenti degli amici del Ristorante Del Cambio. Però bisogna guardare lontano, non soffrire di nostalgia, perché la Storia la costruiamo tutti noi giorno per giorno, con ogni gesto, con i nostri sorrisi, con ciascun caffè, con ogni gelato, con l’accoglienza. La Storia la scriviamo per il futuro delle nostre generazioni, deve essere stimolo per chi verrà dopo.
Gelateria Pepino fa parte dell’Associazione dei Caffè Storici di Torino e del Piemonte: quale significato racchiude questa partecipazione
Direi, innanzitutto, responsabilità. Se il tempo si è fermato in 13 Caffè Storici della prima capitale d’Italia, un motivo ci sarà. Questi luoghi sono stati protagonisti del Risorgimento, rappresentano un’identità ben precisa della città. Possiamo affermare che tutti insieme rappresentino un ‘museo diffuso’, con i loro arredamenti originali e le architetture ottocentesche che li contraddistinguono: stucchi pregiati, specchiere, dorature, volte affrescate a tempera, lampadari in cristallo, pavimenti a mosaico, gruppi scultorei. Non solo luoghi dove consumare un semplice caffè, ma locali d’atmosfera, di sognatori, dove nascevano nuove idee e si tramandano, tutt’oggi, ricette che hanno scritto la storia del gusto di Torino. La città ha il maggior numero di Caffè Storici d’Italia, e forse d’Europa, questo anche grazie all’intraprendenza di donne e uomini del passato, e grazie ai prodotti che sono nati qui e cha hanno avuto successo in tutto il mondo: oltre al Pinguino, il Tramezzino, il Vermouth, il Bicerin, per citarne alcuni.
Il 30 giugno Torino ha ospitato un importante convegno internazionale, “Historic Cafés Route – Tangible and Intangible Living Heritage”, organizzato e promosso dall’”Associazione Caffè Storici di Torino e del Piemonte” per sottoscrivere due “Manifestazioni d’intenti” allo scopo di ottenere un riconoscimento europeo per questo grande Patrimonio del Piemonte: oggi fate parte della “Historic Cafés Route”, ente che riunisce già decine di Caffè Storici in tutta Europa
Per la nostra Associazione questo è un traguardo molto significativo. Noi come Associazione Caffè Storici di Torino siamo nati nel 2018, nel 2022 si sono aggiunti i colleghi del Piemonte. Tutti insieme siamo entrati a far parte di questa “Historic Cafés Route”, un’associazione europea partita quasi 10 anni fa su iniziativa di un collega greco, capace di ottenere nel 2022 la Certificazione di Itinerario Culturale dal Consiglio d’Europa. Alcuni di questi itinerari sono fisici, come il Cammino di Santiago o la Via Francigena, altri tematici, che legano cioè luoghi anche distanti, ma convergenti su alcuni temi comuni. Esempio perfetto è l’Itinerario dei Caffè Storici Europei, un’affermazione di ‘terzo luogo’, crocevia di cultura, di idee, di intuizioni.
Presidente Edoardo, sento attorno a noi un chiacchierare straniero… un “terzo luogo” in lingue diverse
È bellissimo, infatti. Per noi di Pepino è consuetudine ospitare turisti da ogni parte del mondo. Ai nostri tavoli siedono viaggiatori che visitano i musei e tra un museo e l’altro è bello vedere e sentire parlare inglese o francese o spagnolo e molte volte si creano interazioni tra tavoli vicini e questo coinvolgimento gioca a favore della filosofia della nostra associazione. Il Caffè Storico come momento di approfondimento, di conoscenza, di scambio di opinioni, di dialogo sulla cultura, sull’arte, sulla città. Una motivazione che porta l’ospite a scoprire le tradizioni e le tipicità locali. Diventa un’atmosfera molto coinvolgente, suggestiva, capace di offrire quelle emozioni che il turista cerca.
Itinerari culturali e turismo: un connubio imprescindibile
Quello che stiamo cercando di fare noi, oggi, è creare un incontro tra Itinerari che oggi sono indipendenti e paralleli, progettare una rete. Gli Itinerari del Consiglio d’Europa sono 47 ad oggi, il Piemonte è attraversato da 14 di questi (forse 18 a breve), ciascuno con la propria specificità, ma senza grandi interazioni. Nostra volontà, in questa direzione il Convegno organizzato il 30 giugno, è arrivare ad un tavolo di concertazione, una consulta permanente, tra i vari attori degli Itinerari per creare sinergie, fare rete e per organizzarci in maniera da accoglier al meglio un turismo più “slow” e più culturale (trend in grande crescita a livello mondiale) e farci trovare pronti con una proposta più fruibile, interconnessa e viva.
Ma esiste già o si deve ancora affidare questa cooperazione ad una regia specifica?
Abbiamo interpellato le istituzioni locali, intorno al tema dei Caffè Storici e abbiamo ottenuto un primo bel risultato, in occasione del convegno del 30 giugno: Regione Piemonte, Camera di Commercio di Torino, Unioncamere Piemonte e gli 8 comuni che ospitano almeno un Caffè Storico in Piemonte hanno firmato questa “Manifestazione d’intenti”, per la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione di questo Patrimonio storico. Inoltre, la regione Piemonte sta elaborando una Legge regionale, prima in Italia, per tutelare i Caffè Storici nella loro interezza, struttura e ambientazione. L’assessore regionale alla Cultura, Turismo e Commercio, Maria Vittoria Poggio, ha confermato che questa legge non solo è in fase di elaborazione ma in dirittura d’arrivo.
Per finire, le chiedo di citare un Caffè Storico italiano, al di fuori del Piemonte, che le fa battere forte il cuore
Beh, sono dibattuto perché non voglio fare torto a nessuno dei miei colleghi, ma visto che devo dare una risposta dico “IL CAMPARINO” di Milano: riesce a coniugare la celebrazione di un prodotto industriale famoso in tutto il mondo con l’eleganza, il servizio e l’atmosfera del luogo. Lì, si nobilita un prodotto commerciale di largo consumo attraverso un’anima storica, che accomuna, devo dire, tutti i Caffè Storici d’Italia.
E a questo punto, mi dica quale sarà il prossimo sogno come Presidente dell’Associazione Caffè Storici di Torino e del Piemonte
Il grande sogno è sempre quello dell’inizio di tutto: ottenere il riconoscimento UNESCO, come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. E, rimanendo alle origini della nostra Associazione, voglio ricordare che il nostro primo presidente è stato Fiorenzo Alfieri, politico intelligente, uomo di cultura e di grandissimo valore intellettuale. Desidero, con l’affermazione dell’Associazione dei Caffè Storici di Torino e del Piemonte in campo europeo, portare in alto il nome di un grande uomo, indimenticabile nella storia di Torino.
La descrizione da una Guida del 1931, “The Vienna that’s not in the Baedeker” di TW MacCallum, potrebbe essere un modello per il tipo di caffetteria di cui abbiamo bisogno oggi:
“Il posto per tutti, un luogo di incontro per gli innamorati, un club per persone con gusti o interessi comuni, un ufficio per l’uomo d’affari occasionale, un luogo di riposo per il sognatore e una casa per molte anime sole“.
Abbiamo bisogno di vedere amici e vicini, di stare con persone che non conosciamo, di interscambio. Il “terzo luogo” (riscoperto sicuramente ancora più fondamentale dai fatti che tutti abbiamo vissuto negli ultimi anni) è al centro della nostra ricerca di un modo migliore di vivere.
Ringrazio il presidente Edoardo Cavagnino, per la cortesia.