Le Sise de Mòneche, conosciute anche come “Tre Monti”, sono il dolce tipico di Guardiagrele, conosciute da tempo immemorabile, di cui hanno parlato scrittori e giornalisti famosi ed a cui è stato dedicato un intero libro.
È un dolce a base di pan di Spagna farcito con crema pasticcera e provvisto di tre protuberanze; una volta cotte vengono spolverate di zucchero a velo, per renderli bianchi e immacolati.
Questo particolare dolcetto ha ottenuto diversi riconoscimenti; sono inserite nell’elenco dei prodotti tipici del Ministero delle Politiche agricole e forestali, si trovano nell’Atlante dei prodotti tipici del Parco nazionale della Maiella e hanno anche la chiocciolina dello Slow Food che premia i prodotti di qualità eccellente.
Sise de Mòneche: la preparazione
La loro preparazione prevede si debba montare a neve gli albumi delle uova con lo zucchero ed a parte i tuorli con altro zucchero.
Si devono poi unire i due composti amalgamando molto lentamente con un frustino dal basso verso l’alto, in modo che non smonti, infine si aggiunge la farina setacciata e la fecola di patate, ottenendo un impasto morbido.
Usando una sacca a poche, si creano sulla teglia tre montagnole appuntite, una accanto all’altra, quindi si informa per circa un quarto d’ora nel forno ben caldo.
L’ultimo passaggio prevede che, una volta raffreddate, alle Sise venga tagliata la parte superiore, farcite internamente con la crema e poi ricoperte di nuovo con la loro punta, prima di spolverarle bene con lo zucchero a velo.
Le Sise de Mòneche sono un prodotto è fresco di alta pasticceria, che va consumato al massimo in un paio di giorni e per questo motivo non lo si trova fuori dal suo territorio; è strettamente legato a Guardiagrele e bisogna venire qui per mangiarlo.
Sise de Mòneche: la storia
Pare che il creatore di questa prelibatezza sia stato attorno al 1884-85 il pasticcere Giuseppe Palmerio, dalla cui fantasia nacque questo dolce semplice e raffinato. Il nome, invece, venne coniato dal poeta dialettale locale Modesto Della Porta che le paragonò, per il candore, a quel particolare anatomico delle suore, le quali, secondo una leggenda, per nascondere e confonderne l’evidenza, all’altezza del seno usavano inserire dei panni a forma di terza protuberanza.
Molto più verosimilmente la sua forma farebbe invece riferimento al Gran Sasso, Majella e Sirente-Velino, le tre montagne che caratterizzano il paesaggio di Guardiagrele, il che giustifica anche il nome di Tre Monti, con cui pure il dolce è conosciuto.